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Docker's Guild Studio Report
Abbiamo potuto ascoltare in anteprima il debut album dei Docker's Guild intitolato “The Mystic Technocracy: Season 1 - The Age of Ignorance”.
Eccoci quindi ad una disamina traccia per traccia del disco.
1- A Matter Of Energy
L'introduzione permette all'ascoltatore di entrare subito in relazione con il mondo dei Docker's Guild. Poco più di due minuti utili per capire cosa ci aspetterà lungo tutto l'album.L'energia sprigionata è un fiume in piena che nella parte finale calma un po' il suo ritmo pur terminando in un crescendo che introduce a...
2- The Mystic Technocracy
Potente, grintosa e con delle chitarre iniziali graffianti. La voce di John Payne, calda e passionale, fa da magnifico contraltare ad una sezione ritmica terremotante. Un ritornello elegante ma al contempo di facile presa la rende la giusta song apripista dell'album. I rimandi ad Ayreon e band similari sono spazzati via già da questa prima traccia. Siamo di fronte indubbiamente ad un nuovo modo di intendere la fantascienza in chiave prog/aor. L'assolo di chitarra è uno dei momenti salienti del disco, e non è da perdere assolutamente cosí come la chiusura finale.
3- Darwin's Tears
La canzone che è stata scelta dai Docker's Guild per il loro primo videoclip è una song lunga ed equilibrata, con una ritmica di base semplice ma con parti di ampio respiro. Il cantato di Douglas non stà certo su di un gradino inferiore al resto. La carta vincente di questa track è la grande melodia e la vena malinconica che come un sudario avvolge il tutto impreziosendo la composizione. Il solo di tastiera combina semplicità e grande pathos, riuscendo a colpire nel segno senza inutili virtuosismi. Una traccia da godere in tutta la sua lunghezza. Intelligente la voce narrante di Jan che elenca nomi di supercontinenti in modo degno di Uatu, osservatore tanto caro ai Marvel Fans
4- Twilight Of The Gods – Norse Cosmogony part I
Una prima parte il cui piano ricorda il Vangelis sound (e più precisamente la colonna sonora di Blade Runner) con una voce narrante che sembra uscire da un'altra dimensione, o forse solo da ancestrali ricordi terrestri. Può risultare piacevole o no. Il finale epico e pomposo, con l'ugola di Goran Edman che dispensa a piene mani emozioni e magia.
5- Twilight Of The Gods – Norse Cosmogony part II
La parte 2 torna come un razzo nello spazio, e risulta molto diversa dalle versione presente nel demo, con una linea vocale più elaborata rispetto alla precedente. Le tastiere qui hanno un sound speciale ed assolutamente alieno, combinando amore per la sperimentazione con l'amore per le melodie di ampio respiro.
6- Twilight Of The Gods – Judeo Christian Cosmogony
Anche la parte tre inizia con un ritmo incalzante, ritmato e potente. La sezione ritmica pulsa e colpisce direttamente il cervello. Anche qui le linee vocali hanno subito una modifica per permettere a Goran Edman di dare il meglio di se, anche se non ci riesce per tutta la durata del pezzo. Risulta una versione molto più ricercata e particolare, anche se sinceramente preferisco la versione del demo cantata da Douglas. Comunque è una sensazione al primo ascolto che andrà sicuramente rivista in fase di recensione. Finale strumentale in crescendo che porta a...
7- Twilight Of The Gods – The Divine Comedy
La mia canzone preferita in assoluto. Una melodia triste, malinconica, struggente. Forse il momento più bello di tutto il disco. Ancora Goran Edman dietro al microfono che qui riscatta la prestazione sottotono della traccia precedente. Qui tutto è al posto giusto per creare una canzone a tutto tondo, sempre grande la parte strumentale che è la spina dorsale del pezzo, con una parte di tastiera finale un po' jazzata che sfuma in un malinconico piano attorniato da pioggia e fulmini, per un finale colmo di lacrime...
8- Legion Of Aliens
Grande ritmo, un Tony Mills in grande spolvero ed una linea melodica che mischia tastiere ottantiane con una sezione ritmica sempre precisa pulita e possente. Bello il ritonello che risulta ben costruito ed in grado di raccordare con perizia le varie anime della canzone. Una potenziale hit da singolo visto il feeling immediato che instaura con l'ascoltatore.
9- Loving The Alien (cover)
Cover del grande classico di Davide Bowie in stile Docker's Guild. Pur non amando le cover devo dire che la grande ugola di John Payne e i particolari suoni di tastiera scelti da Douglas la rendono una versione migliorata dell'originale. Complimenti perchè di solito quando ci si va scontrare con mostri sacri del genere si esce con le ossa rotte.
10- The Gem Of Love
Il pezzo più prog in assoluto, con un inizio articolato come un labirinto che sfocia nell'uscita verso un cielo limpido creato dall'ugola di Tony Mills. Una traccia giocata sulla parte strumentale degna dei deliri progressivi settantiani che cammina a stretto braccetto con una linea vocale più aor che mai. La parte centrale rivela un insolito cuore che rimanda alla musica etnica, che va inserirsi come terzo ( improbabile) filone all'interno di questa traccia tanto complessa ed articolata quando particolare ed intrigante. Vi è poi un rimando tastieristico al sound globale del disco che è l'unico punto di appiglio fra questa composizione ed il resto del cd.C'è molto di più di quanto vi ho detto in questa canzone, l'unico modo per apprezzare appieno tutti i rimandi è ascoltarla con le proprie orecchie.
11- The Secret Of DNA – part I
Forse la canzone più metal dell'intero disco: suoni grezzi si uniscono a tastiere sincopate ed ad una linea vocale che spicca in purezza e classe pur nella sua semplicità. Ovviamente sua maestà Tony Mills è saldamente dietro al microfono e chiude la prima parte con la sua grande ugola
12- The Secret Of DNA – Purple Orb
La parte due si apre con un'atmosfera a metà strada fra la fantascienza classica è la vena già espressa prima. C'è anche un piccolo pezzo di ave maria in chiave sci-fi.
Anche qui Tony Mills esalta le linee vocali scritte per lui con una prestazione sentita, emozionante e di livello assoluto. Complimenti! P.s. Anche un piccolo richiamo nascosto ai Supertramp.
13- The Secret Of DNA – part II
Finale ritmato ed esplosivo per questa canzone in tre atti, che coniuga la sempre eccellente sezione ritmica con ottime linee delle tastiere che si intrecciano con linee vocali creando un tappeto celestiale che trasporta l'ascoltatore su alte vette.
14- Prophecy (cover)
Cover dei Rockets. Anche qui la realizzazione è di ottimo livello. Bella e assolutamente attinente al sound globale del disco.
15- Black Swans
Inizio scioccante di Black Swan dopo il finale adrenalinico di Prophecy. siamo al finale, ed è tempo di duetto fra Goran Edman e Amanda Sommerville. Ma la traccia, gasata dalla interessante prestazione dei due singer, vive il momento migliore nelle tastiere di Douglas che riescono a lanciare una tranquilla canzone melodica nei più reconditi spazi interstellari grazie all'ennesima ottima scelta dei suoni. Finale da brividi per un grande disco.
In definitiva il primo ascolto ha portato alla luce un disco dalle immense potenzialità. Complimenti alla Lion Music per aver messo sotto contratto una delle band più promettenti degli ultimi anni.
Studio report a cura di: Fabio Rancati