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Tramhor
DRAMANDUHR - Tramhor
(2022 - BloodRock Records)voto:
Una voce evocativa e solenne apre il debut album dei Dramanduhr, 'Tramhor', per evolversi in un bel classic doom a tratti avantgarde.
L'apripista porta proprio il nome della band, registrata bene e con suoni ben distinguibili, clean vocals e suoni semplici che la mettono in risalto, perfetta anche la lunghezza: Non stanca e si lascia ascoltare molto piacevolmente.
Si prosegue con 'Ixaltirud', sulla falsariga del precedente, competamente in lingua glossolaica come tutto l'album. Scelta coraggiosa che premia, rendendo a pieno le atmosfere.
Le composizioni sono molto particolari, da riascoltare più volte, nei piccoli dettagli si trovano tante cose.
Another Vivid Detail
3 DREAMS NEVER DREAMT - Another Vivid Detail
(2021 - My Kingdom Music)voto:
I milanesi 3 Dreams Never Dreamt, ci propongono un album dal sapore surrealistico e sperimentale. Fin dalla prima nota, dell'opener 'Interconnections', si capisce subito il lavoro e la consapevolezza della band. Ottima registrazione e interpretazione dei singoli strumenti, con tempi di stampo prog condita da un arrangiamento magistrale.
Il gusto della melodia è davvero ottimo, così come la pulitissima voce che accompagna tutti i brani. Con 'The Black Dressed Clown' si entra in un mood più oscuro, in cui un ritmo monolitico si alterna a chitarre pulite. Di rilievo il bel solo centrale, ispirato e tecnico al tempo stesso.
Demons Come Out At Night
DEMONS COME OUT AT NIGHT - Demons Come Out At Night
(2015 - Autoprodotto)voto:
Direttamente dai confini della sperimentazione, riecco i Demons Come Out At Night a poco più di un anno di distanza dall'ep di debutto (peraltro qui interamente riproposto sotto forma di bonus tracks).
Swinesong
MALNÀTT - Swinesong
(2014 - Il Male Production)voto:
Come descrivere questo album senza rischiare di essere fuorvianti? Beh vediamo... anzitutto, dovrebbe essere l'ultimo dei Malnàtt, il canto del cigno appunto. Il che già mi spiazza. Inoltre, stando alle parole della band, «nei 40 minuti di musica è possibile trovare black metal, indistrial, hard rock, cantautorale, ambient e ancora altro». Il che mi spiazza ancor più, inculcandomi curiosità mista a timore.
Life Mimics Theatre
IDEOGRAM - Life Mimics Theatre
(2014 - Wormholedeath Records / Aural Music Group)voto: 7/10
Ideogram: probabilmente uno dei nomi attualmente più poliedrici sulla scena. Li avevamo conosciuti con l'ep 'Raise The Curtain', vero e proprio presagio di quello che il futuro ci avrebbe riservato. Ebbene, il futuro è qui e adesso, e porta il nome di 'Life Mimics Theatre'. Un lavoro completo, ambizioso, a tutto tondo. E sicuramente riuscito. Ma di certo non per tutti.
Solo Musica A Riempirmi Gli Occhi
RED SKY - Solo Musica A Riempirmi Gli Occhi
(2014 - Autoprodotto)voto: 8.5/10
Red Sky è una vecchia conoscenza di Italia di Metallo: dall'esordio 'Tra l'Ombra e l'Anima' al disco della maturazione 'Origami', abbiamo avuto modo di seguirne e apprezzarne le varie fasi della carriera. Carriera che ha recentemente avuto una svolta elettronica con la pubblicazione di un remix dello stesso 'Origami'. Oggi Red Sky, il cielo rosso, la rinascita dopo la sconfitta è pronto a stupirci ancora una volta con il poliedrico ep 'Solo Musica a Riempirmi gli Occhi'.

I Vivi E I Morti
ROTORVATOR - I Vivi E I Morti
(2013 - Crucial Blast Records)voto: 6.5/10
Avendo già conosciuto di recente la musica dei Rotorvator, in occasione della pubblicazione dell'ep 'The Blues', pensavo che recensire il nuovo lavoro non mi avrebbe portato via più di tanto tempo ed energie. Niente di più sbagliato: ho dovuto ascoltare il disco in questione un numero smisurato di volte. Dopo una decina di passaggi, non ero ancora riuscito a farmi una vaga idea al riguardo; ce ne sono voluti (almeno) altrettanti perché io potessi finalmente mettermi a formulare un parere su quanto 'I Vivi E I Morti' vuole proporci.
Impermanence
NERVECIDE - Impermanence
(2013 - Autoprodotto)voto: 7/10
One man project da Brescia, i Nervecide si gettano sul mercato con un album che definire schizofrenico e delirante è probabilmente dir poco.
La struttura portante, caratterizzante 7 brani su 10, si richiama a un ibrido tra grindcore e death metal, poggiante le fondamenta su una doppia cassa plastica e macchinosa di quelle che solo l'utilizzo di una drum machine sa regalare. Voce gutturale, si rasenta il pig-squiel. E se consideriamo le linee di chitarra, spesso riff monocorda e scale suonati a una velocità disarmante, allora risulta evidente l'avvicinamento a un certo tipo di avant-garde, retrogusto che non guasta mai.