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Broken Machine

TrackList
01. Just a Big Emptiness
02. The White Road
03. Fearless
04. The Collapse
05. Broken Machine
VITREA - Broken Machine
(2009 - Autoprodotto)voto: 7/10
L'EP "Broken Machine" rappresenta il debutto dei Vitrea, band che, dopo aver stabilizzato definitivamente la propria line-un verso la fine del 2006, aveva fin ora realizzato solo una demo (risalente al 2007). Il 2009 vede una novità all'interno della formazione, ossia l'ingresso di un tastierista, con la conseguente aggiunta al sound di elementi nuovi ed innesti elettronici, che ben si inquadrano nel panorama generale della direzione intrapresa dal gruppo.
Veniamo al genere: i Vitrea suonano un rock piuttosto melodico, da un lato influenzato da sonorità moderne vagamente ricollegabili al progressive metal nella sua accezione più recente (chi ha detto Tool?), dall'altro pieno di atmosfere molto gothic-melodic.
Apre questo ep "Just a Big Emptiness", song pesantemente influenzata dall'alternative metal più moderno, come trapela dall'utilizzo di una voce piuttosto effettata e filtrata. Nel complesso, comunque, il brano è piuttosto diretto e gode di un buon tiro, riuscendo così a coinvolgere senza stancare.
Dopo quest'inizio di fuoco, l'arpeggio che apre "The White Road" preannuncia un'apertura verso ritmi più pacati e melodici. Una voce pulita e molto calda trasmette un senso di tranquillità, mentre chitarra e basso tessono un intreccio ipnotico che sfocia, nella parte conclusiva del brano, in un assolo molto catchy.
"Fearless" mantiene la direzione intrapresa, rivelandosi un emozionante mid-tempos. Qua e là fa capolino la tastiera, generando un contorno atmosferico che non guasta affatto. Il successivo momento strumentale, oltre a lasciare il dovuto spazio alla chitarra, accelera un po' il ritmo, creando un senso di dinamicità.
Pacatezza e melodia giocano un ruolo dominante anche in "The Collapse", altro lento introspettivo che, a differenza delle due song precedenti, stenta un po' a decollare, e quando lo fa da l'impressione di cambiare un po' troppo bruscamente: infatti il finale del brano è piuttosto incalzante e concitato.
La title track "Broken Machine" ha il compito di chiudere le danze, e lo fa recuperando quell'attenzione a sonorità moderne mostrata nel brano iniziale. Ne esce una song un po' particolare, ora più calma, ora più furiosa, e a mio avviso un po' sconclusionata e resa disomogenea da un suono troppo aggressivo rispetto a quanto richiesto dal contesto.
Complessivamente "Broken Machine" scorre veloce e si lascia ascoltare piacevolmente, pur non sembrando destinato a destare particolare scalpore nel panorama musicale nostrano.
Il mio consiglio è di dargli comunque un ascolto, magari partendo dai brani presenti sul myspace per farsi un'idea autonoma.
Francesco Salvatori