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Absinthe
Eccoci qua con l'intervista agli Absinthe band recensita alla grande sul nostro sito come vi ricorderete nel caso così non fosse vi inito a rileggerla qui
1. Come nasce e si evolve il progetto ABSINTHE?
STE: Il progetto ABSINTHE è nato nel 2006 da una mia idea condivisa quasi per gioco con Riccardo Lazzari. In poco più di un semestre la band è poi diventata una realtà stabile, non più un side project,ma una vera e propria band principale. L’idea che ci ha sempre ispirati e stimolati è quella di fare una musica che possa sfuggire ad ogni forma di etichettamento. Crediamo fermamente che le belle canzoni siano tali indipendentemente dal genere nel quale siano inserite.
Ad oggi a più di tre anni dall’inizio e con svariati EP e un disco d’esordio alle spalle abbiamo preso maggiore coscienza dei nostri mezzi e siamo ancor più certi di poter continuare sulla nostra strada senza farci troppo influenzare da quello che è detto e scritto. Non siamo una band particolarmente amante dei compromessi, e se possiamo facciamo sempre un esame critico di ciò che ci viene suggerito, prima di accettarlo o rifiutarlo.
2. La scelta di una singer è casuale o studiata a tavolino?
STE: Le cantanti sono una mia fissazione personale. Trovo che siano degli esseri molto rari e particolari, soprattutto quelle brave, e credo che, una volta trovata quella giusta i risultati siano dei migliori. Purtroppo il retro della medaglia è che non sempre è facile lavorare con delle cantanti, soprattutto all’interno di una band come la nostra piena di personalità forti e poco propense a chinare il capo davanti a una cantante che si atteggia a prima donna, senza magari averne le qualità.
3. Quanto conta per voi l'immagine in una Band?
STE: E’ indubbio che l’immagine conti moltissimo, nel pop quanto nel metal. Noi abbiamo una nostra filosofia in merito, per cui l’immagine del gruppo deve essere il risultato delle singole personalità e stili dei componenti della band. Ci piace essere eterogenei e ignorare quei must stilistici che portano all’appiattimento scenico e musicale che caratterizza la scena in questi anni. Non ci interessa essere tutti vestiti di pelle, né tanto meno di essere emo, pop o altro. Tutti abbiamo qualcosa di unico, e questa diversità di stile porta alla vita l’immagine della nostra band. Un po’ come facciamo con le nostre canzoni e le nostre influenze musicali, amiamo sintetizzare le nostre diversità.
4. Secondo voi nell'industria musicale relativa al genere Metal i gruppi al femminile vengono penalizzati o favoriti in qualche maniera?
STE: Credo che le donne nel mondo della musica rock siano ancora poche, e questo forse indica che vi è effettivamente una selezione tacita a loro discapito. Non bisogna però dimenticare che il panorama musicale sia stato e sia pieno di grandi personalità femminili, anche nei generi più heavy. Basti pensare a grandi personaggi del passato come Janis Joplin e Joan Baez, o alle molte icone femminili dei nostri tempi come Cristina dei Lacuna Coil e Amy Lee degli Evanescence. E forse proprio l’esempio nostrano dei Lacuna Coil ha dimostrato che anche un gruppo italiano con voce femminile possa farcela se si sbatte duramente e a lungo.
5. Come nasce un vostro brano?
STE: In genere siamo in studio, o in sala prove, e qualcuno di noi porta un riff o un’idea su cui lavorare. A quel punto, se siamo ispirati, in pochi minuti l’ossatura del brano viene composta ed inizia un più o meno lungo periodo di arrangiamento e rifinitura. Altre volte invece accade che qualcuno di noi abbia già composto integralmente il pezzo e lo proponga: noi lo suoniamo e vediamo se ne può uscire qualcosa di buono a livello di arrangiamento. Abbiamo anche avuto la fortuna di sperimentare qualcosa che si sta un po’ perdendo di questi tempi e cioè la composizione progressiva in studio di incisione. Credo che quella sia la sensazione più appagante: starsene seduti nel proprio studio, con tutto ciò che si desidera, dagli alcolici alle ragazze ai videogames con tutti i propri strumenti accanto e il tempo di ascoltare se stessi e di far fluire la propria ispirazione.
6. Riuscite a suonare live, o come molti gruppi trovate difficoltà? Vi affidate ad agenzie o fate da soli?
STE: Ci divertiamo particolarmente ad autogestirci e autoprodurci su tutti i fronti. Con il 2010 però ci affideremo ad agenzie di booking per portare il nostro numero di live a livelli più professionistici. Trovare date in Italia non è impossibile, ciò che ci rende la vita complicata è che noi crediamo fermamente nel nostro lavoro e pertanto vogliamo essere retribuiti. Fosse per il solo piacere di suonare suoneremmo sempre gratis, ma la musica è un arte e l’arte merita rispetto e di essere trattata come un lavoro, vista la serietà che ci mettiamo. Se tutti i gruppi facessero come noi probabilmente la situazione live italiana sarebbe migliore.
7. Progetti futuri?
STE: Innanzitutto siamo decisi a pubblicare almeno un altro paio di dischi, poi si vedrà. Aldilà di questo obiettivo fermo e imprescindibile, ci piace vivere la vita giorno per giorno e vedere dove questa strada ci porterà. E’ indubbio che cercheremo di migliorarci ogni giorno, vogliamo suonare molto di più dal vivo e, perché no, provare anche l’esperienza di suonare all’estero. Come in tutte le cose ci vorrà anche un po’ di fortuna, ma noi ci faremo trovare pronti! Che cos’è il rock se non un provarci sempre e comunque, con sudore e passione?
Perfettamente d'accordo Ste, in bocca al lupo!!
Ursula aka Mandy