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Betty Poison
Abbiamo “raggiunto” via mail Lucia dei Betty Poison, per una chiacchierata, vediamo cosa ci dice riguardo alla band ed in generale…
Domanda : Ciao Lucia, vorresti presentare brevemente i Betty Poison ai nostri lettori?
Come nasce il progetto?
Risposta : Il progetto nasce nel 2005 e immediatamente ci lancia come biglie per tutta la
penisola. L’urgenza di suonare, comporre e cavalcare la musica ci pervade dal
primo secondo della nostra formazione. E infatti da allora non ci siamo più
fermati, prima in tutta italia e poi all’estero.
D : Ci potresti parlare delle vostre influenze musicali?
R: Ne abbiamo avute e ne abbiamo tante e diversissime. Ascoltiamo davvero dai
Bauhaus ai Velvet Underground, dai Nirvana a Lou Reed, da Amanda Palmer alle
L7, dai Pil a Rachmaninov e molto altro… e magari qualcosa finisce per “colare”
nella nostra musica, che comunque non riteniamo priva di influenze strettamente
biografiche. Nei nostri brani urliamo come nella vita. Ci spezziamo come nella
vita. Ma non ci pieghiamo mai…
D : C'è qualche altra forma d'arte che vi interessa oltre la musica?
R : Nunzio è un designer e in generale ha una forte inclinazione per tutto ciò che
è arte grafica, armonia nelle forme, trasformazione lirica dello spazio.
Ricordo la sua prima casa che visitai. All’epoca non suonavamo ancora insieme e
lui mi ospitò dopo una notte di bagordi che mi aveva trasformato in una reduce
con le labbra sporche di vino. Ricordo questa stanza che sembrava uscita da un
bel sogno di Terry Gilliam… bicchieri rotti pieni di cuori di plastica rossa
(all’epoca li spargeva ovunque e quando veniva a vedermi suonare me li infilava
di nascosto negli stivali), scritte provocatorie su fogli sparsi ovunque e
attaccati alle pareti, angioletti fluttuanti di materiale vario. Anche ora che
vive in un’altra casa sul suo specchio c’è scritto “Beauty is over”. Nunzio è
questo. Io invece amo profondamente la letteratura e il cinema. E l’arte della
conquista del mondo.
D : Parliamo di formazione musicale, credi sia importante o preferisci
l'approccio istintivo allo strumento?
R : Non credo che ci sia una vera e propria regola. Io ho studiato pianoforte al
Conservatorio per tre anni ma è stata un’esperienza assolutamente distruttiva,
che mi ha allontanato dalla musica fino a quando, anni dopo, ho preso in mano
un altro strumento, cioè la chitarra, iniziando a suonarla con un approccio più
passionale e istintivo e fondamentalmente con lo scopo di salvarmi la vita. Ma
questa è solo la mia esperienza, determinata dal fatto che la mia insegnante di
Conservatorio fosse una vera arpia e io solo una bambina terrorizzata.
Sicuramente insegnanti migliori e più comprensivi possono guidare senza traumi
chi voglia dedicarsi allo studio di uno strumento a qualunque età. Ma credo
anche che ognuno debba sentirsi libero di coltivare il suo talento come crede.
L’importante è avere uno stile personale, che è poi la cosa che tende a
restare, indipendentemente da tutto il resto.
D : Raccontaci un po' di come siete arrivati a fare da colonna sonora ad un film
Fox…
R : E’ successo tutto in modo molto semplice, la 20th Century Fox che ha pensato a
noi per questo progetto legato al colossal hollywoodiano “2012 l’avvento del
male” (la versione di Brian Trenchard Smith) e ha contattato il nostro
produttore che ovviamente ne è stato felicissimo. All’inizio dovevamo
comparire solo con un brano all’interno di un cd di tracks “hard” allegato al
dvd del film. Alla fine i brani sono diventati quattro (“Psychovicious”,
“Slave”, “Suburban victims” e”The big noise”) e il video del nostro primo
singolo, “Psychovicious”, è finito addirittura tra i contenuti speciali del
film.
D : Bene, vogliamo parlare un po' dei testi?Chi li scrive? Come nascono? Di cosa
parlano?
R : I testi li scrivo io e parlano sostanzialmente di me, non solo di quello che
mi accade, ma anche di quello che potrebbe accadermi o che mi è già accaduto.
Muoio, uccido, risorgo mille volte in ogni riga. Jim Morrison “apriva le porte
della percezione”, io tolgo il chiavistello alla “Bastiglia” in cui tengo
incatenati i miei demoni ribelli. Sono tantissimi, ne ho almeno per altri venti
album. ..
D : Ascolti altro, oltre ai gruppi citati nelle influenze?
R : Ascolto tutto ciò che mi sembra interessante in atto o in potenza. Ultimamente
ho comprato il disco d’esordio di questo gruppo toscano, i SUS. Si chiama “Il
cavallo di troia” e l’ho trovato grandioso: ispirato, potentissimo e
assolutamente originale.
D : Come vedi la scena musicale italiana? Cosa ci manca (o abbiamo) rispetto
alle altre culture musicali?
R : Ci manca un sistema che stia al passo con i fermenti che esistono, così come
esiste il pubblico “giusto” e come esistono gli estimatori dell’alternative
italiano. Quello che ancora manca è il crollo definitivo di questi dinosauri
discografici e baracconi improduttivi e inutili, figli di un’era ormai
tramontata e incapaci di rinnovarsi comprendendo la naturale evoluzione delle
logiche musicali e di mercato. E’ un problema strutturale, purtroppo. Ma prima
o poi tutto questo baraccone collasserà su se stesso. Noi intanto continuiamo a
spingere…
D : Sempre sulla musica in Italia, esistono spazi live per le band italiane?
R : Esistono, ma affermarsi è faticoso e ci vuole parecchio pelo sullo stomaco e
grandissima motivazione. E soprattutto la capacità di imparare a “far
funzionare le cose”, perché purtroppo i membri delle band non milionarie o
sotto contratto major devono , nella lunga strada che porta alla serenità
professionale, occuparsi di booking, management, promozione e molto altro. Se
si ha questo tipo di attitudine si può costruire una solida attività live
ovunque. Sempre ammesso che la proposta riceva un feedback, ovviamente.
D : Qual è il pezzo del cd a cui sei particolarmente legata?
R : Diciamo che il mio pezzo preferito varia continuamente. In questo momento è
Psychovicious, perché è stato il nostro primo singolo, perché adoro la parte di
Nunzio e perché soddisfa adeguatamente la mia sensibilità “espressionistica”.
Ma sono molto legata anche a Kaminski, rimasto un po’ in ombra rispetto agli
altri brani, mentre invece io lo trovo bellissimo.
D : Progetti futuri?
R : A fine d’anno partiremo per gli States. Dopo una serie di tour europei che da
Berlino a Praga ci hanno riempito di soddisfazioni sbarchiamo finalmente anche
oltreoceano e forse suoneremo a New York per la fine dell’anno. Per il resto la
nostra più grande ambizione è continuare a suonare. E’ la nostra vita.
D : Infine, vuoi dire qualcosa ai lettori di IdM?
R : Un abbraccio a IDM e ai suoi lettori! E non fatevi mai abbattere dal
contesto deprimente in cui siamo costretti a vivere, quest'asfittico stivale
che prima o poi riusciremo a modellarci addosso! Rock on!
Benissimo, Ciao Lucia, un grosso in bocca al lupo ai Betty Poison e
speriamo di vedervi suonare il piu' possibile anche in Italia
Grazie Luca, in bocca al lupo a tutti voi. E se vi va continuate a seguirci.
E grazie infinite a coloro che lo stanno già facendo... vi dobbiamo tutto... e
anche di più! Kisses and drinks
Luca Politanò