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Danger Zone


E' proprio vero che il tempo può passare inesorabilmente ma non può permettersi di cancellare per sempre le emozioni che ti regala la musica.... come il tempo infatti non ha cancellato quei dieci gioiellini che costituiscono "Line Of Fire" ... anzi ha fatto si che a distanza di un ventennio i DANGER ZONE li pubblicassero costituendo così un' inedita testimonianza diretta di quello che stava accadendo nel panorama undrground tricolore. Per celebrare questo evento ho avuto l'onore di intervistare Giacomo Gigantelli, Roberto Priori e Paolo Palmieri risettivamente voce, chitarra e batteria dei DANGER ZONE. Buona lettura!
1. Come è nata l'idea di mettere in piedi i Danger Zone?
Roberto: "E’ nata dalla voglia di metterci di nuovo alla prova e da una sensazione di opera incompiuta che volevamo togliere dalla storia di questo gruppo. "
2. Che ricordi avete riguardo all'esperienza live degli Hard Rock festivals a
cui avete iniziato a partecipare nel 1987? E' cambiato qualcosa oggi rispetto
ai festival underground che avevano luogo negli anni 80' ?
Roberto: "Noi incominciammo a suonare di spalla a Skiantos, Luti Chroma e Windopen, bands di punta della scena bolognese, eravamo dei 14enni che suonavano con grinta e convinzione e ci chiamavano volentieri come band di apertura! I locali per suonare erano inesistenti, ogni tanto ci si organizzava autonomamente presso dei circoli o si suonava ad eventi organizzati dal comune. Adesso forse è tutto più facile grazie alla velocità delle comunicazione e della tecnologia ma allo stesso tempo soprattutto in Italia siamo ancora in una cronica mancanza di spazi e locali adeguati per far suonare le band, che è il motore per poter crescere e sviluppare le proprie capacità."
3. Nel lontano 1988 avete aperto il concerto dei leggendari Saxon a Verona.
Che ricordi avete riguardo quell'unica e irripetibile esperienza?
Giacomo: "Se vado indietro con i ricordi, la prima immagine che mi viene in mente è Biff a bordo palco che scuote la testa a tempo con le nostre canzoni durante tutto il concerto!!
Devi sapere che abbiamo anche rischiato di non suonare a quel concerto perché a quel tempo avevamo appena deciso con la band di non suonare più live per un po’ per concentrarci sui brani nuovi che stavamo scrivendo così quando il promoter mi chiamò per sapere se avremmo avuto piacere di aprire per loro io gli dissi che gli avrei fatto sapere…. Ovviamente dopo gli insulti di rito che gli altri mi rifilarono richiamai immediatamente e dissi che avremmo aperto sicuramente per i Saxon!!"
4. Che impressione vi fa il fatto che l'album sia uscito quest'anno anzichè
ventidue anni fa?
Paolo: "Beh siamo felicissimi che finalmente sia uscito!! “Line Of Fire” è stato un conto aperto nella nostra vita, e non potevamo e volevamo che tutti i nostri sforzi e sogni andassero persi. Siamo estremamente convinti che, come lo era allora anche oggi è un prodotto altamente competitivo e le recensioni che stiamo leggendo sia sul web che sulle riviste di settore ci stanno dando ragione."
5. Quanto siete stati influenzati artisticamente e musicalmente dalle band in
circolazione negli anni 80' ?
Roberto: "Fondai la band nei primi anni ’80 ed i nostri riferimenti erano gli Iron Maiden ed i Saxon, che avevamo visto live proprio a Bologna e ci avevano shockati!
All’epoca di “Victim Of Time” eravamo molto influenzati dalla loro musica, successivamente, con l’ingresso di Giga e degli altri il nostro suono si è spostato verso le bands americane che ascoltavamo in quel periodo, un processo naturale di evoluzione…Dokken, Ratt, direi il meglio del glam rock dell’epoca.."
6. Quali considerazioni fareste a partire dal 1984 fino ad oggi?
Giacomo: "In sintesi devo dirti che noi all’epoca, come tutte le bands, facevamo una dura gavetta in sala prove però avevamo sviluppato subito un nostro repertorio e lo suonavamo live ad ogni occasione possibile! E’ stato questo che ci ha dato la spinta per poter poi essere notati da quelli della Sub Record che decisero di produrci un E.P. contenente alcuni dei pezzi che suonavamo live. Suonare live e non “simulando” con la tecnologia è la strada del Rock and Roll. E noi l’abbiamo percorsa sempre a testa alta!! Infatti il disco venne accolto abbastanza bene e raggiungemmo la sesta posizione nella rivista “Kerrang!” negli import, un traguardo di prestigio per l’epoca!
Poi la storia più recente con l’incontro con Sanavio, gli Americani e il progetto di Line Of Fire… Personalmente, ma penso di riportare il pensiero di tutti noi, non credo che successivamente avessimo sbagliato qualcosa, era nato il grunge con i suoi Nirvana e via dicendo e le case discografiche smisero di investire nelle bands di hard rock classico, noi compresi ovviamente!"
7. Volete anticiparci qualcosa sui vostri progetti futuri?
Paolo: "Attualmente stiamo lavorando su molto materiale nuovo, ma anche su alcuni brani scritti dopo aver realizzato “Line of Fire”. Sicuramente realizzeremo i demo di tutti prima di cominciare la realizzazione definitiva dell’album. Il prossimo 25 febbraio ci sarà il nostro ritorno live al Sottotetto di Bologna, suoneremo buona parte dell’album e altri brani che… scoprirete solo il 25 febbraio!!
Abbiamo già altre date in via di definizione e stiamo valutando alcune proposte, vedremo…
E se volete essere sempre aggiornati sui DZ non fate altro che clikkare su www.dangerzoneweb.com !"
8. Cosa è cambiato nella musica rock dagli anni 80' fino ad oggi?
Roberto: "In questi anni ho sempre seguito la scena perché ne sono stato spesso coinvolto sia come produttore artistico che come mixing engineer per numerose bands e penso che a livello tecnico in Italia siamo sicuramente competitivi con il resto dell'Europa, ma quello che a noi manca, sono i locali dove suonare spesso, dove far crescere il proprio seguito e rodare il proprio repertorio di fronte ad un pubblico vero. Mi ricordo che quando eravamo a Los Angeles, non avevamo problemi a suonare anche due, tre volte alla settimana e questo per una band significa moltissimo."
9. Come nasce una vostra canzone?
Roberto: "Beh siamo un gruppo ed il lavoro è un lavoro di squadra! Diciamo che normalmente io registro i riff portanti di un pezzo nuovo usando basi programmante di basso e batteria ed invio a Giacomo i files su cui lui inserisce la melodia del cantato, una volta abbozzato il pezzo ci troviamo tutti in studio per rielaborare e incidere anche basso e batteria e ovviamente discutendone insieme la stesura finale del demo."
10. Che consiglio date alle giovani band che si stanno addentrando nel panorama alternativo italiano?
Roberto: "Professionalità, dedizione e soprattutto crederci fino in fondo!! Sempre!!"
Intervista a cura di Erika Baini