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Broken Valves
Intervista ai Broken Valves, interessante nuova proposta del rock made in Italy, usciti lo scorso anno con l'ep "Salvation" e in dirittura di arrivo col nuovo album!
1) Raccontateci qualcosa di voi: come nasce il progetto, chi siete nella vita di tutti i giorni?
1) Riccardo Amenta: L'idea di fondare i Broken Valves la ebbi nel lontano 2006 durante una splendida ed afosa giornata estiva in preda a deliri post sole che mi avevano già aperto la mente sulla strada che avrebbe dovuto prendere il gruppo. Principalmente la base è sempre la stessa: Divertimento e tanta voglia di fare inediti, suonando ciò che ci si sente di fare e mantenendo allo stesso tempo un minimo di congruenza stilistica. Parliamo quindi degli anni del liceo, ho dovuto aspettare il rientro a scuola per iniziare a mettere su la prima line Up che inizialmente era strumentale. L'incontro con Riccardo Favara avvenne qualche mese dopo tramite un amico in comune che me lo consigliò come cantante. Poi con gli anni, chi per studio, chi per lavoro o semplicemente spento del fuoco della volontà si è ritrovato a dover abbandonare il gruppo facendoci cambiare 6 volte formazione fino all'attuale, che spero sia anche quella definitiva. Purtroppo è un destino beffardo che credo abbia afflitto ogni band ed è anche il giusto prezzo che si corre a seguire i propri sogni. Poi nella vita di tutti i giorni siamo dei semplici ragazzi, studenti e lavoratori, che investono quei pochi soldi che guadagniamo nella nostra passione più grande: La musica.
2) Perchè avete scelto come nome Broken Valves?
2) Riccardo Amenta: Il nome ha molteplici significati. Dal più comune "svalvolati" sulla quale mi permetto di dire che lo siamo tutti,a quello più letterale: di una valvola danneggiata che fà fuoriuscire un flusso d'acqua che nel nostro caso, metaforicamente parlando si tratta delle comuni idee che gettano le basi per i nostri brani. C'è anche un significato prettamente chitarristico che ha inaugurato il nostro primo live con lo scoppio delle valvole del secondo chitarrista. Da lì ho avuto la conferma che sul nostro nome incombe una presenza mistica ahah!
3) Come nasce un vostro brano?
3)Simone Esposito:Ogni canzone è una storia a sè. Può capitare che qualcuno di noi abbia già l'idea chiara in testa e si ritocca tutti insieme, cosìccome può essere che si parte da un riff, una melodia al box per arrivare ad avere un brano vero e proprio.
Riccardo Favara:L'idea di fondo è sempre quella di creare un brano che fonda 5 gusti musicali diversi, il prodotto finito deve piacere a tutti, ed è così che partendo da una singola idea la si rimaneggia tutti insieme, creando un pezzo che non è riconducibile allo stile di un singolo, bensì riconducibile allo stile "Broken Valves".
4) Quali sono i brani a cui siete più legati?
4) Riccardo Amenta: "Lady"il primo pezzo che ho scritto con la chitarra ed il primo eseguito con i Broken, "Salvation" per tutto quello che c'è dietro e "Why So Serious" che reputo il pezzo più divertente e schizzato!
Aurelio Maggi:Quello che mi emoziona di più mentre lo suono, "Fall".
Simone Esposito: "Fight your fights alone"!
Riccardo Favara:Indubbiamente "Life in colors" poichè per me significa molto e "Why so serious", perchè è il pezzo che sul palco porta più carica!
5) Musica e testo: 50 e 50? Oppure? Che peso date alle due componenti?
5)Riccardo Favara:Musica e testo, per importanza 50 e 50 ma in fase creativa il testo è ciò che arriva per ultimo,dopo un lungo percorso. Si cerca di non essere mai banali,di trattare temi comuni, in cui ognuno di noi può identificarsi tutti i giorni. Riversiamo i nostri sentimenti e le nostre sensazioni, sia sul testo che sulla musica. Ascoltate le nostre anime.
6) Da quali band storiche siete influenzati? Tra queste c'è qualche nome italiano?
6)Aurelio Maggi:Le bands che hanno influenzato maggiormente il nostro sound, o comunque quelle con uno stile che combaci più o meno con quello che vogliamo costruire con i Broken sono principalmente Nickelback, Alter Bridge e Godsmack, bands dal suono duro, potente, affiancato da grande facilità d’ascolto ed espressività. In Italia è difficile trovare queste caratteristiche, è una concezione perlopiù statunitense.
Giuseppe Lo Bello:le band da cui noi siamo stati ispirati sono:Nickelback, Credd, Godsmack, Alterbridge. Le nostre influenze si avvicinano più su un genere americano, come già avete letto, purtroppo nel nostro paese non c'è una band con caratteristiche similari ad esse. Quindi per cercare ispirazione ascoltiamo qualcosa che sia proveniente dall'estero!
7) Raccontateci qualcosa delle vostre esperienze live: come vivete il palco?
7)Simone Esposito: In realtà lo vivo in maniera molto intima: salire sul palco per me è realizzare la mia passione, un'evasione dalla quotidianeità, per cui mi piace concentrarmi su quello che suono. Tuttavia l'aspetto scenico è anch'esso importante e soprattutto nei concerti con un pubblico più numeroso mi lascio trascinare dalle canzoni, cercando di offrire anche un bello spettacolo visivo.
Giuseppe Lo Bello: per quanto riguarda le nostre esperienze live, abbiamo fatto molte serate, dimostrando sempre il meglio delle nostre capacità, scatenandoci e divertendoci sull'palco, ogni live per me è sempre il primo, ogni volta prima di salire sul palco la paura è tremenda.. poi però la paura si trasforma in adrenalina pura! Cominciando il primo pezzo ti riscaldi i muscoli irriggiditi dalla tensione.. verso la fine del primo pezzo la tua foga è tanta che già non vedi l'ora di cominciare il pezzo successivo... nel frattempo già hai consumato 2 paia di bacchette... poi avanti con il 2 pezzo 3 il 4.. e poi via dicendo con i seguito del concerto... comunque la esperienza sul palco è sempre pazzesca! La vivi sempre con entusiasmo e grinta sperando sempre che questa esperienza non finisca mai.
8) In proposito avete aneddoti da condividere con i nostri lettori?
8) Riccardo Favara:Potremo ricordarne sicuramente diversi, ma quello che ricordo con più piacere è un concerto nel maggio del 2011, dove sul palco avevamo una grossa distrazione, una simpatica ballerina di lap dance, che indossava una lingerie nera veramente minimal.
9) Come giudicate la scena metal in Italia?
9)Aurelio Maggi:Per quanto riguarda il mio gusto personale, ci sono molti musicisti pieni di talento e passione, però vedo un momento in cui si cerca troppo spesso il virtuosismo fine a sé stesso, e non è semplice fare musica alternativa o ipertecnica senza cadere nella banalità o nella pura ostentazione di capacità individuali. A prescindere dal mio gusto personale, c’è poco spazio per la musica nuova, di conseguenza chiunque meriti di più (e sono in tanti!), resta relegato al pubblico di nicchia.
Simone Esposito: Sicuramente l'italia è un paese che offre tanto dal punto di vista quantitativo, la passione per la musica è tanta, e quindi ci sono tante band valide. Personalmente però penso che a volte servirebbe un pizzico più di coraggio, proporre qualcosa di più fresco, e avere meno sudditanza nei confronti delle grandi band. Troppo spesso si sentono gruppi pesantemente ispirati ad altri famosi, e come conseguenza è possibile che la qualità si perda in mezzo a tanti gruppi validi ma poco personali.
10) Come è stato accolto dalla critica Salvation?
10)RIccardo Amenta: La Critica ha risposto molto bene sia in Europa ( Germania , Inghilterra, Italia) che oltreoceano (Stati Uniti e Canada) La media delle recensioni è di 7.5 con picchi di 8 quindi come prima demo, lo reputo un buon risultato.
Aurelio Maggi:Abbiamo ricevuto in generale feedbacks positivi , con qualche consiglio utile per migliorare il prossimo lavoro.
11) Il 17 dicembre uscirà il vostro primo album ufficiale, come si è evoluta la band negli anni?
11)Riccardo Amenta:Stiamo stagionando come il legno eheh ci si perfeziona, teniamo conto di più varibili e anche i gusti personali, diciamo che sono più moderni che old Style. Poi ognuno è maturato a proprio modo, svolgendo pure più mansioni come nel mio caso che dopo anni di studi mi sono ritrovato a dover prendere le vesti di produttore esecutivo per il nostro primo lavoro in studio. Il budget della produzione era ridotto all'osso, quindi dovevo necessariamente fare l'impossibile con quello che avevo.
Riccardo Favara: Ci siamo evoluti, ci siamo spostati nella time line della musica. Inizialmente, nei nostri primi anni, con Rick Amenta influenzavamo Broken Valves con delle sonorità molto anni '80, con molte strizzatine d'occhio a Scorpions, Aerosmith ed tanti altri. Con i rocamboleschi cambi di formazione, e l'evolversi dei nostri gusti musicali, si è arrivati a suonare un genere moderno, quello che molti definiscono Alternative Metal/Post Grunge. Accordature droppate, Chitarre con riff potenti, ma sempre con un forte riguardo per la melodia. Tutto gira attorno alla melodia.
Simone Esposito:Parlare dell'evolversi di una band non è mai facile: dal punto di vista musicale sicuramente più si va avanti più si impara a controllarsi, si capisce meglio cosa si può scrivere e cosa no, a chi ispirarsi e in che maniera farlo. Per chi aspira a qualcosa di più che suonare nei locali della propria città, non basta pensare a scrivere bella musica, bisogna trovare il compromesso tra le ispirazioni di ognuno e gli stilemi del nostro genere. Dal punto di vista personale invece come in ogni band si vivono momenti e momenti, l'importante è non perdere mai d'occhio lo scopo comune e andare avanti come una vera famiglia.
12) Cosa vi distingue dalle altre band? Perchè un amante del rock dovrebbe acquistare il vostro album?
12)Simone Esposito:Sicuramente,aldilà della qualità su cui non è giusto che noi stessi ci sbilanciamo, il nostro è un prodotto dal sound non molto percorso in italia, molto Americano che tende a unire potenza a orecchiabilità. Credo che chiunque ami il Rock d'impatto debba darci almeno un ascolto, potrebbe rimanerne piacevolmente sorpreso :).
Riccardo Favara: Orecchiabilità, Riff Potenti, Varietà. Come ho già detto ci accodiamo al filone post grunge, e se non siete dei nostalgici ed ascoltate del materiale che va dal 1995 ad oggi, dateci una possibilità!
13) Internet: lo vivete come un'opportunità o come un ostacolo? Parlateci del vostro rapporto con la rete
13)Aurelio Maggi: Senza dubbio la rete è un’immensa risorsa per chi suona e per gli artisti in generale, offre la possibilità di far conoscere il proprio progetto, i programmi futuri, in una parola gli artisti possono comunicare con chiunque li voglia seguire. Ci sono tanti esempi di gruppi o artisti solisti che sono riusciti grazie ad internet a salire alla ribalta ed a farsi conoscere al pubblico.
Riccardo Amenta:Come ho già risposto sopra, l'unica vera fonte di promozione e distribuzione di una band oltre i live è internet, ha un potere a dir poco illimitato. Da una parte ricordiamo i tempi del vecchio e criticato napster che ha letteralmente distrutto il settore discografico, dall'altro la possibilità che ha dato e sta dando a diverse band di emergere e di autosostenersi. Ci ritroviamo quindi in una situazione decisamente favorevole rispetto a qualche decennio fa.
14) A voi la conclusione: lasciate un messaggio ai lettori di IdM...
14)Riccardo Favara:Ringrazio personalmente Klaus per lo spazio che ci ha concesso e saluto tutti i lettori di IdM, sperando che questa intervista abbia destato in voi un po di curiosità. Vi invito ad ascoltare del nostro materiale, che potete facilmente reperire su youtube, e passare dalla nostra pagina facebook ufficiale http://www.facebook.com/BrokenValves. A presto!
Riccardo Amenta: Ciao a tutti e grazie per lo spazio concessoci! P.S. Comprate il nostro album!!
Aurelio Maggi: LOOOOOOL.
Intervista a cura di: Klaus Petrovic e Luy C.