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Simple Lies
Dopo il successo dell'album "No Time To Waste" e l'ottima recensione del nostro Gary Stone, ecco la parola ai Simple Lies!
Ciao ragazzi, presentatevi ai lettori di IdM, chi sono e come nascono i Simple Lies?
Lello ( R. guit.) I SL nascono ormai 6 anni fa dal classico gruppo di ragazzini che voleva suonare senza troppe pretese o aspettative, dopo vari cambi di line up e intenzioni più serie oggi siamo arrivati ad una formazione stabile composta da: Ale alla voce, Albi alla chitarra solista, io alla chitarra ritmica, Zak alla batteria e Ash, ultimo entrato nella famiglia nel ruolo di bassista.
Come si può definire la vostra proposta sonora? Da chi siete influenzati?
Zak (drum): La nostra proposta musicale la definiamo Modern Hard ‘N’ Heavy. Uniamo le sonorità piu’ classiche a quelle piu’moderne, come Alter Bridge, Black Label Society, Black Stone Cherry ed Hardcore Superstar cercando di mantenere, però, un sound molto personale dovuto anche ai differenti stili musicali che ha ogni membro della band. Crediamo che la musica debba essere sempre in perenne evoluzione e puntiamo sempre lo sguardo verso il futuro. Un’altra caratteristica del nostro sound è la voce di Rubb-O che grazie alla sua particolare estensione, ci permette di unire strofe particolarmente heavy a ritornelli melodici e catchy.
Tra le vostre influenze ci sono band italiane?
Zak (drum): Negli ultimi anni sono uscite tantissime produzioni discografiche italiane che ci sono piaciute molto e ci hanno influenzato. Posso citare “Heroes” degli Arthemis (grande band e grandi persone), “The Silicon Age” dei Golden Sextion, “First” dei Rhyme, fino ad arrivare all’ultimo dei Secret Sphere che reputo uno dei dischi piu’ belli del 2012. Tutte queste band ci fanno sentire fieri di essere dei metallari italiani!
Come è nato "No Time To Waste"?
Lello ( R. guit.) L’ ambizione principale di un gruppo con le idee chiare si sa, è quella di avere dei pezzi propri, suonarli dal vivo e farsi conoscere.. Quando Ale è entrato a far parte dei Simple Lies, ha portato con sé una “ventata di aria fresca”, così le cose man mano hanno cominciato a farsi sempre più serie, le idee erano tante e i pezzi nascevano. La passione per quello che prima era solo un hobby è aumentata fino a farlo diventare qualcosa di più. Così abbiamo deciso di incidere questo disco ed eccoci qua con ancora più voglia di fare!!
Chi si occupa della musica e come nasce un testo dei Simple Lies?
Rubb-0 (voce): Della musica se ne occupa Alby, il nostro chitarrista compositore, dei testi invece mi occupo io, mi piace creare personaggi immaginari e parlare delle loro vicende, come in “Cowboy Jimmy” o “No love to waste”, oppure affrontare argomenti più impegnati, come la battaglia contro la droga combattuta e persa dal protagoniata del concept finale “Novel of sorrow”, che tra l’altro era una persona a cui ero molto legato.
Cosa ne pensate della scena metal/rock italiana?
Rubb-0 (voce): Ci sono moltissime ottime band, ma veramente poche di queste hanno voglia di far rinascere un movimento musicale vero e proprio, più passa il tempo più ognuno tira l’acqua al suo mulino facendo si che i rapporti fra i gruppi si riducano ad una guerra tra poveri che non ha senso di esistere. Si deve collaborare, io stesso indico sempre alla nostra etichetta i gruppi che mi piacerebbe veder crescere perché se lo meritano ma so per certo che molte persone non fanno lo stesso, anzi, molti fanno il contrario, parlano male delle altre band per cercare di ripulirsi la piazza…
Se vuoi un po’ di nomi di band con cui andiamo alla grande posso citarti gli Arthemis, i Black Rain, gli SpeedStroke, gli Showstripsilence e ovviamente i nostri compagni di tour, HybridCircle e Adimiron!
Riuscite a suonare in Italia o è difficile? Le cause?
Zak (drum): Suonare in Italia sta diventando, ogni giorno di piu’, un’impresa davvero ardua sicuramente anche a causa del pessimo periodo storico in cui stiamo vivendo. Sempre piu’ locali chiudono e molte agenzie navigano in brutte acque. In piu’ mettici che in Italia, purtroppo, non c’è mai stata la cultura di seguire i gruppi originali ed emergenti. Da sempre i “metal kids” preferiscono seguire sempre le stesse quattro band storiche in tour piuttosto che andare a vedere un concerto di una band emergente nel locale vicino a casa. Comunque, per fortuna, nella nostra zona abbiamo un solido pubblico che ci segue ai vari concerti e grazie all’uscita del disco, stiamo vedendo che c’è un forte interesse verso il nostro progetto da parte di locali e agenzie italiane
Avete fatto un tour nei paesi dell'est, raccontateci la vostra esperienza.
Alby (guitar): Bè da dove cominciare?! Esperienza fantastica a dir poco con persone fantastiche: questi 12 giorni ci hanno veramente aperto gli occhi su tantissime cose.
Per cominciare abbiamo imparato che quando sei in tour devi saperti organizzare in qualsiasi situazione ti possa capitare ( e ne capitano di tutti i colori...), devi abituarti a spostarti continuamente, e a ragionare non come singolo, ma come band. Quindi insomma è un piacere ma anche una fatica!
Vedere la reazione del pubblico però ci ha ripagato di tutti gli sforzi fatti: urla, abbracci,pogo, headbanding, e chi più ne ha più ne metta non sono cose che in italia siamo abituati a vedere per una band emergente, ma solo per grandi icone del rock.
Era assolutamente fantastico, perchè dopo il nostro show ci seguivano tutti nei camerini o ci offrivano una birra: insomma un trattamento con i fiocchi, che ti ripeto non è normale avere in italia per una band emergente.
Si diventa più uniti quando torni a casa dal tour poiché passando 12 giorni tutti insieme si impara a convivere e a volersi più bene! Unica nota dolente del tour.. la cucina locale... gli italiani sono abituati troppo bene :)
Breve giudizio sul pay to play e le cover band.
Rubb-0 (voce): Ahia, qui si tocca un argomento molto delicato e spero di non essere frainteso, iniziamo dalle cover band: Premesso che non sono favorevole all’imitazione spudorata di un artista e che non capisco come fare cover per tutta una sera possa dare soddisfazione ad un musicista, non credo che il problema della mancanza di live possa essere riconducibile solo alle cover band. I locali, soprattutto in un periodo di crisi come questo hanno bisogno di garanzie, tenere aperto un locale costa tanto e bisogna assicurarsi che chi suona porti pubblico… Ed il pubblico in Italia preferisce vedere una cover band dei Guns N Roses piuttosto che un gruppo che si sbatte e investe per fare qualcosa di originale, proprio come noi. Quindi il problema deriva innanzitutto da chi va nei locali e non ha la voglia di ascoltare qualcosa di nuovo.
Zak (drum): Questo è il più spinoso degli argomenti ed è molto difficile esprimerlo in poche righe. Il pay to play è sempre esistito ma, quando girava il denaro e si vendevano i dischi, le etichette e i manager pagavano le agenzie per organizzare concerti e fare girare il piu’ possibile i gruppi emergenti del loro roster. Con l’avvento della crisi e del download illegale, le etichette indipendenti hanno sempre meno soldi da investire sulle nuove realtà e quindi tocca alla band investire di tasca propria sulle vetrine principali che danno visibilità per emergere. Anche qui ci sarebbe da aprire una grossa parentesi in quanto se un gruppo è di livello basso puo’ spendere tutti i soldi che vuole ma non emergerà mai perché comunque bisogna fare i conti con il grande pubblico sotto il palco. Il pay to play, come lo conosciamo oggi, è un’inevitabile conseguenza della crisi globale del mercato discografico.
Che riscontri ha avuto tra critica e pubblico "No Time To Waste"?
Alby (guitar): "No time to waste" ha avuto un buonissimo riscontro: siamo soddisfatti per questo inizio. Il disco piace a diversi target di persone ed il giudizio ricevuto dalla critica che più ci ha fatto piacere è stato definire il nostro disco molto personale e d'impatto.
E' facile di questi tempi dire: “ah quella canzone mi ricorda...”, “assomigliano a..” e invece in questo aspetto siamo stati convincenti rendendo il sound assolutamente nostro, unendo i due elementi che caratterizzano questa band: potenza e melodicità.
Ovviamente ci sono state critiche di cui abbiamo fatto tesoro e cercheremo di migliorare per il prossimo disco, sperando di fare un lavoro sempre migliore.
Nel frattempo siamo soddisfatti di questo disco: sia in Italia ma soprattutto quando eravamo in tour nell'est europa “No time to waste” ha avuto successo, e di questo possiamo essere fieri ma sappiamo bene che c'è ancora molto da lavorare.
Progetti per l'immediato futuro?
Lello(R. guit.) Sicuramente non abbiamo certo intenzione di fermarci qui!! La musica è la nostra passione e stiamo già lavorando a nuovo materiale ma non possiamo anticiparvi nulla… stay tuned, more news are coming!!
Messaggio finale per i lettori di IdM.
Ash (Bass): Ragazzi ormai siamo rimasti in pochi a credere nella musica, noi la amiamo, la viviamo e facciamo di tutto perché la nostra arte non muoia… Continuate a sostenere chi come noi versa lacrime e sudore per dar voce al movimento degli artisti e delle band underground, che di certo non navigano in buone acque… Grazie di cuore a chi crede in noi e chi crede nella musica, finchè ci sarete voi, ci saremo noi.
Intervista a cura di: Klaus Petrovic