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Alessandro Bissa
Ci sono interviste programmate, preparate per tempo e concordate con i relativi artisti; ce ne sono altre che nascono per caso, all'improvviso, in cui non hai nemmeno il tempo di preparare domande decenti e che si trasformano in una piacevole chiacchierata di fronte ad una birra. Perchè, che ci crediate o meno, questo è quello che è successo durante l'incontro tra il sottoscritto e Alessandro Bissa (Vision Divine, Labyrinth, Sound Storm tra gli altri), che ha accettato di dedicarmi parte del suo tempo e che ringrazio di cuore: il caso ha voluto che entrambi ci trovassimo nello stesso hotel a trascorrere le vacanze... potevo quindi farmi sfuggire tale botta di fondoschiena? Certo che no, ed il risultato è quanto segue...
Allora Alessandro, prima di tutto grazie per questa chiacchierata.
Ma di che? Grazie a te.
Partiamo da cose recenti; Pistoia, in cui hai suonato con Vision Divine insieme a Queensryche e Dream Theater.
Ma guarda, Pistoia è stata una bella sorpresa perchè l'avevo già fatta con Labyrinth nel 2010, quindi avevamo già suonato con Queensryche (ancora con Geoff Tate alla voce), mentre questa volta con Vision Divine, gruppo del quale sono il titolare e con cui suono ormai da 10 anni, riuscire a fare da apertura in un festival in cui il bill prevede Queensryche e Dream Theater ti dà una certa carica, insomma ti fa capire che effettivamente qualcosa di buono c'è. Sorvolo sulla trafila burocratica e le condizioni a cui si arriva a suonare in questo tipo di concerti, cose che chi suona sa benissimo e che risulterebbero noiose, però ti dirò che lo staff è stato estremamente gentile e ci siamo trovati benissimo. Pistoia era stata bella già nel 2010 pur non essendoci un nome altisonante come Dream Theater, quest'anno ancora meglio, perchè comunque nostante i due nomi grossi come headliner e co headliner ci hanno lasciato lo spazio di cui avevamo bisogno. Noi, dalla nostra parte, siamo stati al nostro posto, ma nessuno ci ha messo fretta o creato problemi. La cosa che a me ha fatto molto piacere è che, oltre al riscontro di pubblico, abbiamo ricevuto (almeno io personalmente) tanti complimenti da parte dello staff, perchè si sono comunque stupiti del fatto che avessimo aiutato i due gruppi dopo di noi nella buona riuscita dell'evento, in una piazza rovente (temperature intorno ai 40 gradi). Personalmente ti posso dire che mi sono divertito, poter poi suonare insiema a Dream Theater, gruppo che seguo da una vita...
Mi allaccio a questa tua ultima frase per chiederti di Mangini.
Io preferisco Portnoy, nel senso che è un po come chiedere di Iron Maiden con Dickinson o Blaze.. siamo a quei livelli di domanda. Di Mangini ti dico: l'ho conosciuto con Set the world on fire degli Annihilator, e lì mi sono innamorato del suo operato. Dopo di che, seguendolo anche un pò come didatta, ci sono delle cose che io non condivido nel suo modo di suonare e che comunque obiettivamente, lo fanno restare nell'olimpo dei batteristi e lo fanno suonare con Dream Theater, quindi non si può criticare lui come batterista. Posso dire non mi piace? Non mi piace..però riconosco le sue doti. In particolare a Pistoia, poi, devo dire che ha fatto la scelta giusta e saggia di non uscire dagli schemi del suo predecessore, le parti "obbligate" le ha fatte tutte, senza sconvolgimenti. Ovvio ha messo del suo, perchè i suoni sono i suoi, il tocco è il suo però... non ho avuto modo di conoscerlo personalmente, non l'ho proprio visto perchè erano sfuggenti, ma tanto è.
Parliamo di batteria: tu sei musicista, insegnante, didatta: se ti chiedo 2 nomi di batteristi italiani, chi mi dici?
Italiani? Oh caspita, due son pochi. Guarda io adoro Lele Veronesi che a mio avviso è uno dei migliori in tutti i campi, mentre nel metal potrei farti veramente tanti nomi. Senza voler togliere nulla a nessuno dico David Folchitto, che mi ha anche fatto il piacere di sostituirmi in una tournè con Sound Storm, e devo dire che è veramente una macchina da guerra. E' veramente bravo, sempre sul pezzo, rappresentativo del metal estremo in Italia. Ce ne sono tanti altri anche che meritano in ambito di heavy metal , mi viene in mente Raphael Saini che sta lavorando molto bene, oppure Emiliano Cantiano, insomma i nomi sono veramente tanti.
Ritengo che oggi il livello medio sia abbastanza alto, specie in ambito metal. Mi spiego meglio: credo che la tecnica e la professionalità sia superiore rispetto agli anni '80 e '90 . Come ti esprimi al riguardo e c'è qualche gruppo che hai visto o con cui hai condiviso il palco che ti ha sorpreso?
Secondo me oggi rispetto agli anni '80 tendiamo a buttare dentro più roba di quello che serve, andiamo come si suol dire in overplay, nel senso che suoniamo molto di più di quello che viene richiesto. Quindi sembra che facciamo tanta roba più difficile ed il livello è più alto, in realtà tante volte non serve a niente per il brano che stai facendo. Un po' come quelli che mi dicono che nell'ultimo disco non ho messo tanta doppia cassa... perchè non serviva, i brani non la richiedevano. Oppure possiamo parlare anche di tutti i ritrovati tecnologici di oggi, che sono poi tutto il pacchetto elettronico in dotazione, ad esempio i trigger o tutti i pedali high tech odierni. Una volta c'era Ian Paice che aveva lo Speed King della Ludwig, un pedale innovativo per i tempi certo, ma bisognerebbe capire come lui ha fatto certe cose e come le ha portate ad un certo livello; quindi io credo che la tecnica una volta fosse per lo meno uguale, oggi si tende ad esibirla maggiormente forse. Mi spiego, oggi se sai 10 tendi a fare 11, una volta (ed è una cosa che ho imparato io col tempo) se sapevi 10 facevi 7 e ti tenevi il resto di scorta. Questo è un parallelo che può essere esteso a tutti gli strumenti ovviamente. Come gruppi che mi hanno sorpreso, anche se sorpreso non è il termine giusto perchè sapevo che erano bestialmente bravi e che amo alla follia ti dico i DGM, che ho avuto il piacere di ospitare allo Straevil festival che ho organizzato io stesso. Altri ti direi Spidkillz, Super Horrorfuck, band validissime.
Come ti poni verso l'elettronica che sempre più impera nel mondo della musica?
Sono affascinato dall'elettronica, specialmente se per elettronica parliamo di sintetizzatori; fosse per me avrei 4 tastieristi in gruppo ahaha, mi piace veramente tanto il synth. A tal proposito ti segnalo il nuovo Sound Storm che spero uscirà a breve dove c'è veramente tanto synth, con Elena (tastierista della band) che è impazzita nella realizzazione. Ecco, ti renderai conto che non è stato messo tutto solo per far numero, ma che tutto ha un senso a livello di synth, Elena ha costruito veramente il tutto in modo logico, se mi passi il paragone è un poco come lavorare su più livelli di photoshop. L'ho capito anche io vedendola lavorare, una ragazza che a 24 anni ha talento, orecchio e soprattutto idea, cosa che oggigiorno a volte manca.
Sei una persona piuttosto "attiva" nel mondo musicale sia come musicista in svariati progetti, sia come insegnante, come fonico, come organizzatore di eventi... c'è spazio anche per altro?
Sì, deve esserci spazio anche per altro e ti spiego il perchè: io ho deciso ormai 10 anni fa di fare questo come mestiere. Quindi alla fine, nel momento in cui tu decidi di farlo come mestiere non puoi pensare (salvo alcuni casi) che tutto si risolva nel fare il semplice musicista. Devi poter essere operativo in altri ambiti, che non sia solo quello del suonare, a meno che tu non decida di puntare solo ed eslusivamente sul discorso della performance e ti cerchi 40 gruppi, perchè poi ogni sera devi avere una data con cui far cassa. Mentre invece, così come insegnano nei college stranieri, devi guardare anche altre prospettive: ti porto ad esempio tantissime situazioni di persone che si iscrivono a composizione e poi si scoprono dei fonici incredibili e che allora assecondano anche questo aspetto della musica. Deve essere così; a me fanno abbastanza ridere quelli che dicono che in Italia non è possibile fare il musicista. Bisogna volerlo, e volerlo non è solo suonare e basta e lamentarsi, ma è crearsi le occasioni. Mi spiego: se uno apre un'azienda che produce sedie non è che compra solo la macchina che fabbrica la sedia. Si compra l'ufficio, il computer, la scrivania, la targhetta fuori dalla porta, si mette la pubblicità su internet e si procura tutta una serie di altre cose che gli permettono di operare, ma quando deve andare a vendere un prodotto ad un cliente, non si reca sul posto con il macchinario e la produce sul momento. Si presenta col catalogo, per cui avrà commissionato un grafico. Insomma, devi avere tutto un insieme di conoscenze grandi o piccole che siano, che ti permettono di fare questo mestiere, che è un mestiere come un altro. Purtroppo qui, non si è ancora capito che nel momento in cui diventa un lavoro, é un lavoro, quindi come tutti gli altri ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Ci vuole un cambio di mentalità in tal senso, non pensare che ci sia qualche dote nascosta o qualche mentalità straniera da importare; bisogna solo fare una cosa fatta bene. Ti faccio l'esempio sulla mia scuola: è chiaro che mi sono informato all'inizio per poterla aprire, altrettanto chiaro che non è stato per nulla facile e che alcuni errori li abbiamo fatti come tutti. Poi un po' per volta inizi ad avere esperienza, a sceglierti i collaboratori giusti, a volte facendo anche la parte del cattivo perchè non tutti vanno bene, tenendo sempre presente che comunque hai anche una vita e che prima o poi sarà anche ora di dire basta di fare il rockettaro in giro per il mondo.
Una mia impressione sulle band giovani è che purtroppo oggi abbiano poca voglia di "soffrire", credendo di poter avere tutto e subito, e che spesso diano tutto per scontato.
Può essere, ma se così è, è colpa nostra perchè noi abbiam fatto loro credere che è possibile farlo. Io credo, e forse sbaglio ma è la mia idea, che una parte di noi "vecchietti" abbia dato forse un indirizzo sbagliato; noi stessi abbiamo avuto le nostre scorciatoie, le abbiamo prese ed è di conseguenza che anche i ragazzi giovani le vogliano. Mi spiego meglio: quando ho iniziato a suonare io ho convinto i miei a comprarmi una batteria con 2 casse 4 tom e 2 timpani perchè così ce l'aveva Lars dei Metallica. Avevo 16 anni e probabilmente uno della vecchia scuola mi avrebbe dato del somaro perchè per imparare a suonarla avrei dovuto comunque andare avanti 5 anni col rullantino e 2 bacchette. Sicuramente lo avrei mandato a stendere e probabilmente oggi lo farebbe con me un ragazzino che a 16 anni si compra la 7 corde e il simulatore di ampli. Sono però dell'idea che chi usa troppe scorciatoie prima o poi ci sbatte la testa, torna indietro e rifà la strada come deve essere fatta. Non mi preoccupo più di tanto se il ragazzino vuole tutto e subito perchè era così anche per noi, poi se il ragazzino di oggi trova le tablature su google, beh buon per loro.. se però poi la tablatura è sbagliata e vai fuori tempo perchè non hai l'orecchio, beh sbatterai il muso.
Una domanda sul tuo strumento: entrambi siamo cresciuti con l'idea della batteria acustica ripresa con due panoramici ai lati, oggi viviamo un'epoca di elettronica applicata allo strumento con microfoni triggerati e quant'altro. Come ti poni?
Ti dico che io uso spesso il trigger sulla cassa ma associato ad un microfono vero, quindi mi faccio dare due canali per la cassa, in modo tale che ho la punta che serve al fonico in sala per avere la presenza della cassa senza esasperare il canale e il grosso sotto mi viene dato dal microfono, ottimizzando quindi il tutto. Sulla tua domanda, io non la vedo una cosa così malvagia per un semplice motivo: se partiamo da questo concetto (meglio tutto vintage) allora anche gli ampli digitali per chitarra dovrebbero essere banditi e c'è chi dice che non suona se non sono presenti valvole e una cassa 4x12 dietro laschiena. Però, tanto ti microfoneranno sempre solo un cono, e potresti avere tranquillamente una 1 x 12 e magari ti salveresti anche le orecchie e non romperesti i coglioni agli altri sul palco (idolo totale ndr), secondo con un ampli digitale usciresti con la linea digitale. Il punto vero è che nel momento in cui tu fai un qualcosa con uno strumento e la presenti, non c'è niente di male; non è sbagliato se utilizzi su un palco la stessa cosa che hai usato in studio. Tornando alla batteria quello che non mi piace assolutamente è che alcuni mettano la cassa normale e dietro il pad elettronico, la trovo una vera presa per il culo. Piuttosto togli la cassa e metti il pad, sarebbe più onesto. Insoma lo fa Thomas Lang, che fa lezione con la batteria elettronica, perchè lui deve essere un figo e tu un somaro? Quindi se vuoi usare una batteria elettronica, usa una batteria elettronica; io, se ne avessi una che mi piacesse e non avessi contratti firmati che me lo impediscono, non sarei contrario a priori. Poi che alcune cose escano meglio sulla elettronica, che il suono è bello, che il tocco diventi standard e alcune cose siano facilitate è vero, ma io reputo questo un handicap per il batterista (nel senso che se la batteria è elettronica chiunque tocchi la batteria suona...). Non si può fare proprio un parallelo con i chitarristi ma la morale è la stessa. E, ripeto, la tecnologia odierna non mi dispiace. Concludo dicendoti che se non esistessero i trigger di batteria non riusciresti a capire esattamente cosa stiano facendo certi musicisti, quindi ben vengano.
Intervista a cura di Enrico Pulze