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Eduardo Vitolo
Ciao e benvenuto su Italia di Metallo a Eduardo Vitolo , iniziamo subito con le domande , come nasce l’idea di Children of Doom , libro dedicato a un genere di nicchia?
Ciao Alessandro, grazie. Children Of Doom era un progetto che avevo in testa da molti anni. Ho sempre creduto che fosse un genere (nel senso ampio del termine) da “narrare” non solo a livello musicale ma anche e soprattutto a livello tematico e filosofico. Ho ancora oggi la convinzione che sia l’ultimo genere “puro” del Metal rimasto, con una serie di codici stilistici e morali ben precisi e visto che si tratta di un fenomeno che non potrà mai avere un successo commerciale andava “riscoperto” e raccontato sia per i tanti appassionati sparsi in giro che per i nuovi agguerriti fan del Doom. Avrei potuto scriverlo diversi anni fa ma credo che i tempi non fossero maturi. Solo oggi, nel nuovo millennio, dove c’è un pubblico ricettivo e attento a questa proposta, Children Of Doom ha visto finalmente la luce (o le tenebre). Alla fine, senza troppi giri di parole, è semplicemente l’idea di un appassionato di Doom (lo seguo con attenzione dai primi anni ’90) che si è messo in gioco e ha deciso di relegarsi davanti a un Pc per più di due anni prima di rilasciare questo saggio. Se ci pensi bene, anche questo è molto Doom…
Quanto è stata lunga la ricerca meticolosa e ben dettagliata nel tuo libro?
È stato un lavoro lungo e difficile. Ho dovuto preparare scalette, liste di nomi da inserire o intervistare e soprattutto, come ben dici, una ricerca a tappeto su tutto il materiale inerente il Doom, non solo musicale. Solo il lavoro di ricerca e di traduzione (ho tradotto centinaia di articoli e interviste dall’Inglese) ha richiesto mesi e mesi. Poi si è passato finalmente alla parte “narrata” (quella che preferisco) ed è stato un viaggio avvincente e bellissimo. Ho un rapporto speciale con quei giorni. Attraversavo un periodo non facile a livello personale e mi sono ritrovato in molte dichiarazioni di questi “Alfieri del Doom” sul destino, la vita e la morte e alla fine è stata un’esperienza catartica che mi porterò appresso per il resto dei miei giorni.
Hai nuovi libri in essere dedicati al metal e alle sue variegate sfaccettature?
Ho sempre tante idee, alcune anche buone, ma non sempre si concretizzano. Io ho un certo target di lavoro e di professionalità e non mi accontento di pubblicare un libro solamente per il gusto di farlo e ho rifiutato diverse proposte in passato proprio per questo…Dietro ogni mio libro ci deve essere una idea forte, un progetto ben avviato e soprattutto un editore disposto a investire su questa idea. Se tutte le cose combaciano allora si parte! Non ti nascondo che dopo cinque libri (di cui uno finito in seconda stampa su riviste generaliste come Panorama e TV Sorrisi e Canzoni) avverto il desiderio di scrivere di altro ma non è detto che questo si possa realizzare in tempi brevi… E poi nella mia vita attuale la scrittura non ha più la priorità come in passato.
Parlando della scena Italiana, quale band ti ha appassionato in ambito doom?
Ce ne sono tante che mi appassionano sia del passato che del presente ma non mi piace fare nomi. Si rischia sempre di fare torto a qualcuno quindi posso dirti che sono un grande appassionato di tutto ciò che proviene dal nostro amato Stivale e le mie pubblicazioni, non solo in ambito doom, stanno lì a dimostrarlo.
E nel futuro della stessa , intravedi nuove band che ti intrigano?
Si ce ne sono tantissime che mi intrigano e mi appassionano. L’Italia è piena di musicisti talentuosi che sfornano dischi egregi. Nel Doom ne stanno uscendo di ottimi e ne usciranno ancora in futuro…Ne sono sicuro!
Quale è stato il concerto che più ha segnato il tuo percorso di crescita musicale?
Negli anni ho partecipato a tantissimi concerti underground e overground di tutti i generi ma non credo esista nel mio passato un concerto in particolare che ha segnato la mia crescita. Io sono un appassionato “diverso”. Ho fatto tape trading per anni, ho supportato ‘zine e distro in Italia e all’estero, ho comprato tonnellate di riviste e ho ascoltato dischi fino alla nausea, traducendo i testi e facendo continue ricerche. Se venissi a casa mia potresti farti un’idea del mio archivio e della mia dedizione al genere. Quindi la mia risposta è che la mia crescita musicale è passata per tante esperienze diverse non solo da un concerto in particolare ed è piena di eventi significativi.
La tua dedizione per la scrittura da cosa nasce?
Sono un lettore onnivoro da sempre. Ho iniziato fin da ragazzino e non mi sono mai fermato. Ho sempre pensato che la lettura fosse il modo più semplice per scoprire mondi a me sconosciuti e lontani ed è un piacere ancora oggi. Poi un giorno ti accorgi che vuoi anche tu provare a scrivere qualcosa di tuo e pian piano come ben dici diventa una dedizione che a volte richiede tempo e fatica. Scrivere è un’attività non facile e come puoi capire, non ho una visione poetica della cosa, non più. Per dirti, non scrivo di notte, come un “Poeta Maledetto”, ma al mattino presto quando mi sento fresco e riposato. Dedicandomi primieramente alla saggistica (ma ho scritto anche altro, non sempre pubblicato) ci vuole metodo e impegno e il lato “artistico” della scrittura non sempre è contemplato. La mia dedizione alla scrittura è totale nel momento in cui ho un progetto da finire. Altrimenti si può fare benissimo altro come vivere la propria vita al meglio e anche in modo avventuroso.
Ti lascio spazio per un ultima battuta , dedicata ai nostri lettori
Rivolgo un caloroso saluto a tutti i lettori di Italia di Metallo e spero possano trovare interessanti le mie parole in questa ottima intervista e magari dare una chance al mio nuovo libro Children Of Doom.
Doom On!