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RUXT
Dopo la lusinghiera recensione del nuovo album 'Back to the Origins' pubblicata a fine febbraio (http://www.italiadimetall...) abbiamo la possibilità di conoscere meglio i RUXT, band ligure che continua a stupire grazie ad una proposta musicale fortemente legata alle sonorità dell’hard rock più classico.
Ecco il risultato della nostra chiacchierata virtuale con il chitarrista e fondatore Stefano Galleano.
In primo luogo vorremmo conoscervi meglio: dove e come sono nati i Ruxt? Quali sono le esperienze musicali precedenti dei membri del gruppo?
I RUXT nascono nel 2016 da un'idea di Stefano Galleano condivisa da Steve Vawamas. La voglia di "riscopirere" e proporre un genere un po' datato come l'hard rock degli anni'80 e di riaprirsi a sonorità classiche ha fatto si che musicisti provenienti da diverse band convergessero verso quell'idea e aderissero al progetto.
La formazione attuale è costituita da Stefano Galleano e Andrea Raffaele (ex Snake - Rock it) alle chitarre, Steve Vawamas (Mastercastle, Athlantis) al basso, Matt Bernardi alla voce e Alessandro "Attila" Fanelli alla batteria.
Ci sono stati cambi di formazione che in qualche modo hanno avuto un impatto significativo sul vostro sound o ritenete che la personalità del gruppo sia superiore a quella dei suoi membri?
Unico cambio di formazione in questi tre anni è stato quello del batterista. I primi due album sono stati registrati da Alessio Spallarossa dei Sadist, poi sostituito da Alessio Fanelli. Si può dire che la "pasta" del gruppo è rimasta solidissima.
Nelle recensioni dei vostri lavori viene richiamata l’influenza dell’hard rock anni ’80. Ci abbiamo visto giusto oppure no? Chi sono i vostri principali ispiratori?
Si, lo dicevo nella presentazione. Sicuramente ci sono influenze. Sono cresciuto in quel periodo e mi sono impregnato di quelle sonorità, partendo da Whitesnake, Ronnie Dio, Def Leppard, Saxon arriviamo ai più recenti Gotthard, ma certamente ce ne sono altri. Diciamo che non inventiamo assolutamente nulla; riproponiamo un mix di quei gruppi con suoni più freschi ed un approccio un po' più moderno.
Siete stati particolarmente prolifici, pubblicando tre album a distanza di poco tempo. Quali sono le regole, se ci sono, e i segreti del vostro songwriting?
I primi due dischi sono stati composti interamente da me, poi arrangiati con Steve Vawamas e gli altri ma la nervatura dei pezzi è venuta fuori dalla mia mano. Nell'ultimo disco, Back to the Origins, anche Andrea Raffaele ha dato il suo contributo scrivedo quattro pezzi. Penso sia giusto ed intelligente allargare il team per il song writing sia per avere più scelta e non ricadere negli usuali pattern, sia per toccare corde che a volte sfuggono al singolo compositore.
Abbiamo molto materiale. Direi moltissimo. Potenzialmente potremmo pubblicare altri due dischi senza più scrivere cose nuove... invece abbiamo deciso di andare avanti, scrivendo e componendo nuovi brani. Tra le altre cose sto rivedendo in chiave unplugged i migliori brani dei tre dischi. Potrebbe essere un'idea quella di pubblicare un Best of acustico prima di riproporre i nuovi lavori.
Parlando ancora di composizione dei brani, pensate che musica e testi abbiano lo stesso peso?
Bella domanda. Sono dell'avviso che la musica, la melodia e la linea vocale debbano essere accattivanti e debbano funzionare perfettamente. La ciliegina sulla torta è che tutto questo venga accompagnato da testi di un certo spessore. Cosa che facciamo, lavorando molto anche su quello.
I giudizi e le valutazioni dell’album (e dei precedenti) sono sempre altissimi; vuol dire che i Ruxt hanno raggiunto la piena la maturità artistica o c’è ancora spazio per crescere?
Era difficile mantenere questo livello per tre dischi. Credo ci sia ancora spazio per crescere. Sempre. Può essere che i prossimi lavori contengano un suono più maturo e questo vada a scapito dell’istintività degli esordi. Di certo ce la mettiamo sempre tutta, in primo luogo per compiacere noi stessi e di conseguenza i nostri ascoltatori.
Quali sono le vostre ambizioni come band?
Proporre la nostra musica e le nostre idee senza filtri. La musica oggi non è più quella di una volta. Troppa proposta e ascolti distratti da parte delle persone, in specie dei ragazzi. Non abbiamo velleità di sorta se non quella di fare le cose con serietà e professionalità. Questo non ci deve essere contestato. Investiamo tempo e denato per perseguire un unico target: fare bella musica.
Ultima domanda d’obbligo riguarda i progetti futuri; avete già un piano sul come portare in tour 'Back to the Origins'?
Argomento alquanto difficile da trattare. Non siamo giovanissimi; i nostri tour e i nostri sbattimenti assurdi li abbiamo fatti. Puntiamo a cose “serie” a livello organizzativo ed evitiamo festival con 40 gruppi dove al massimo suoni 15 minuti senza aver fatto suoni o provato in alcun modo…
Poche cose ma fatte bene…
Non si può dire che Stefano abbia torto vista la qualità ampiamente dimostrata dalla band. Non ci resta che ringraziarlo per la disponibilità, in attesa di qualcosa di nuovo in arrivo dal campo dei RUXT.
Intervista a cura di Alberto Trump