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DEADSMOKE
Ecco un’altra intervista a uno dei gruppi della Heavy Psych Sound Records: questa volta tocca ai Deadsmoke, trio doom punk i cui lavori sono stati recensiti su IDM, con ottimi riscontri, in particolare riferiti all’ultima release 'Mountain Legacy'.
I ragazzi del gruppo si sono rivelati particolarmente ispirati, riuscendo a calare perfettamente la loro proposta musicale nel momento non proprio semplice che stiamo vivendo. Come sempre segnaliamo che le domande sono state poste prima del Covid 19 dunque alcuni riferimenti sembrano un po’ fuori luogo. Tuttavia le abbiamo lasciate invariate per goderci fino in fondo le taglienti risposte dei Deadsmoke. Buona lettura….
Come prima cosa vorremmo sapere qualcosa di voi. Come vi siete formati e da che esperienza musicali venite?
Veniamo tutti da studi classici, infatti ci conoscemmo in età puerile al corso di “Fleischflöte” letteralmente traducibile in “flauto di carne”, dove ci ciucciavamo il flauto vicendevolmente. Chiusa questa terribile vicenda, ci perdemmo di vista, ma continuammo comunque a coltivare l’amore per la musica socialmente inadatta, altresì nota come musica scaccia-figa: punk, hardcore, metal, con tutti i sottogeneri e le nicchie del caso. Persa ogni speranza noi ch’entrammo nella selva oscura del metal, decidemmo che fosse veramente opportuno approfondire i tratti antisociali ed eremitici delle nostre coscienze musicali, quindi, nel corso di una bevuta epocale, demmo vita ad un gruppo doom, ma ce ne dimenticammo, dunque decidemmo di bere nuovamente e rifondare la band.
Come definireste la vostra musica? C’è qualche fonte di ispirazione particolare?
La musa ispiratrice che ci portò a fondare la band rimane tuttora la fonte di quotidiana ispirazione, capace di accompagnarci nella dettagliata composizione dei virtuosi riff costituenti le nostre sinfonie. Il buio, il fumo, l’olezzo e la muffa della sala prove, inoltre, concorrono alla creazione dello stato confusionale che caratterizza i virtuosismi canori. Non v’è dunque dubbio alcuno che le nostre creazioni possano essere inequivocabilmente ed unilateralmente essere definite ed etichettate come, cosa?
Siete quello che si definisce un power trio. Questa formazione essenziale è frutto di una precisa scelta stilistica?
In realtà sì, anche se più che stilistica devo dire che, quasi senza accorgercene, abbiamo tentato di rispondere ad un’esigenza intimamente estetica, pur non riuscendoci del tutto. La tensione alla rappresentazione materica e animistica di un simbolo di virilità e fertilità, infatti, potrebbe risultare leggermente depotenziata dalla conformazione morfologica dei membri della band: più che un cazzo con le due palle, infatti, rassomigliamo ad una palla con due cazzi. O forse a un Rabbit. In ogni caso, siamo fermamente convinti che i nostri seguaci abbiano comunque colto il significato simbolico in tutti i suoi risvolti esoterici. L’avvento del quarto membro (o terzo se consideriamo l’allegoria dei due cazzi ed una palla), ha in effetti creato un certo scompiglio ormonale all’interno della band, ma reputiamo che ne abbia guadagnato considerevolmente l’aspetto musicale.
Come vedete la scena hard rock/metal? Si fa un gran parlare di “morte” del rock ma le grandi band continuano a riempire gli stadi (vedi il recente successo dell’annunciato tour Motley Crue/Def Leppard/Poison/Joan Jett). Anche in Italia è così?
La scena è vivissima, oserei dire frizzantina. E non c’è da sottovalutare la circostanza che l’Utente Metal è molto fedele, praticamente stiamo parlando dei pastori tedeschi del mondo musicale. Perciò gli dei del rock non possono morire, ma purtroppo sono certamente destinati a decadere. Per svariati motivi: perché sono icone di un’epoca ormai passata, perché ci escono dalle orecchie, perché una volta erano giovani ribelli ed oggi non lo sono più. Certamente il loro valore artistico rimane inalterato, pur tuttavia ciò che è in continua evoluzione è il gusto dell’ascoltatore. L’utente “estremo” contemporaneo, affamato di musica rabbiosa e suoni potenti, difficilmente sazierà la sua sete di sangue con i Def Leppard. E neanche con gli Slayer. Men che meno con i Metallica ;-). Ciò non determina, secondo il mio onestissimo parere, la morte del rock, quanto piuttosto esalta un fenomeno ben più interessante, ossia l’evoluzione umana (con molte eccezioni), musicale ed artistica.
Avete prodotto diversi lavori in pochi anni dimostrando di essere molto prolifici. C’è già qualcosa di nuovo che bolle in pentola?
Certo che sì: del resto scopiamo come conigli e ci riproduciamo con altrettanta energia. Poi, l’attuale clima apocalittico di distruzione del benessere occidentale e annientamento della vita sociale per come l’abbiamo sinora conosciuta non può che essere un terreno del tutto fertile nel quale far germogliare rigogliosi i semi della nostra ispirazione, che affonda le radici in una sana e radicata depressione nichilista e correlata angoscia esistenziale.
Avete date live in programma o altri progetti per promuovere la vostra musica?
Guarda, ti direi di sì, ma devo un attimo aspettare l’aggiornamento di Borrelli delle ore 18. Interessante, no?
Intervista a cura di Alberto Trump