Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Utenti on-line
WALKYRIA
Questa volta a sottoporsi alla mia intervista è il gruppo dei Walkyrya, recensiti due anni fa dal nostro Marcello per la loro ultima uscita 'The Invisible Guest', ho pensato anche io a recensire quel lavoro e troverete le mie impressioni alla fine dell'intervista stessa, buona lettura!
Partiamo dagli albori : Come vi siete formati musicalmente?
La formazione musicale dei Walkyrya ci vede come riferimento principale in Vince Santopietro che è l'unico membro originario e cofondatore della band insieme all'ex bassista Donato Gallicchio (separatosi dalla band nel 2015), pertanto possiamo dire che la formazione musicale della band nasce direttamente dall'unione tra Thrash and Heavy Metal degli anni 80, naturalmente tra i membri che ne hanno fatto parte ed il susseguirsi di musicisti, durante il ventennio, le influenze sono state varie ma sempre con l'unico fattore comune e indissolubile: Heavy Metal!
Come nacque la vostra band?
I Walkyrya nascono nel 1998, come band, per mano di due amici di vecchia data Vince Santopietro (ex Kongregha) e Donato Gallicchio (ex Nothung); soltanto tra il 2003 e 2004 iniziano le attività live e promozionali, mentre nel tempo si sono susseguiti diversi musicisti sino alla fuoriuscita del cofondatore Donato Gallicchio avvenuta nel 2015 e, dalla stessa data sino ad oggi, la band ha avuto una formazione più stabile che ne ha definito anche il sound.
Quali sono le vostre principali influenze?
Le nostre influenze variano attraverso il Groove, il Thrash Metal sia old style che moderno , il Death Metal e soprattutto l'Heavy Metal. Le band che ci hanno influenzato sono i Testament, Pantera, Machine Head, Sepultura, Accept, Slipknot.
Quali furono le cause dello stop nel 2010?
Le cause di quella pausa o stop come lo si voglia giustificare furono dovute a problemi interni della band , causati dalla fuoriuscita di due membri, divergenze caratteriali e di genere musicale. Poiché viviamo in Basilicata, una terra difficile ma anche poco abitata la ricerca di nuovi musicisti per completare il quartetto non fu delle più facili.
Come nasce una vostra canzone?
Ci sono diverse strade per i Walkyrya nel creare canzoni , essendo attualmente una band unita, una canzone la definiamo completa quando la chimica e gli arrangiamenti di tutti e quattro i membri si amalgamano con l'incastro dei Riff taglienti di Federico Caggiano (il chitarrista) e i testi e le melodie di Vince (cantante)
Cosa volete trasmettere al pubblico con i vostri testi?
Una delle nostre tematiche principali è la paura, come concetto generale e caratteristica della psiche umana nonché della fantasia che ne deriva; in alcuni testi parliamo anche del sociale. La speranza e di lasciare emozioni e curiosità per chi ci ascolta.
Da dove è nato e cosa simboleggia il vostro nome?
Il nostro nome nasce principalmente dalla mitologia norrena, infatti nei primi lavori della band si fanno brevi riferimenti ad essa, ma la modifica nelle consonanti e nelle vocali dona, nell'effetto finale, un altro significato: “Walk” (ispirata alla celebre canzone dei Pantera) “yrya” omaggio (nella composizione delle lettere) ai Lynyrd Skynyrd di cui Vince è un fan sfegatato.
Come si è snodata l'evoluzione del vostro sound dagli albori sino ad oggi?
In 20 anni di attività, anche se discontinua, si sono susseguiti diversi musicisti ed ognuno di loro ha contribuito al sound della band con il proprio bagaglio di esperienze musicali. In principio il genere della band fu l' Heavy Metal classico, strizzando l'occhio agli anni 80e primi 90, nel tempo si è fuso a tratti con un Hard Rock corposo in stile europeo, sino a giungere all'attuale sound che vede un'identità più consona a quello che in principio fu l'idea della band, cioè Thrash Metal con influenze passate fuse a quelle moderne.
Che emozione si prova ad aver condiviso i palchi con mostri sacri del genere e come è mutato nel tempo il modo di fare musica dal vivo?
Iwalkyrya hanno suonato prevalentemente con band underground sia in Italia che all'estero, ma tra le band citate come “mostri sacri “ siamo orgogliosi di aver calcato palchi insieme a Iron Savior, Marduk, Crystal Ball, Novembre, Centvrion, Thy Majestie, Rain, Domine, Strana Officina. Naturalmente tutto ciò che nel tempo è maturato in noi, attraverso queste esperienze live, hanno fatto si che ci perfezionassimo on stage offrendo uno spettacolo interessante mai banale o monotono.
Come è accolta questa musica nella vostra regione natia?
Viviamo in una bellissima regione ricca di diversità naturali e con diverse attrazioni turistiche che variano dal mare alla terra alla montagna ma ahimè nonostante la Basilicata ospiti uno dei più famosi ed importanti festival Metal da 25 anni, l'Agglutination, la stessa pecca di ricezione e di strutture idonee ai live del nostro genere. Sicuramente uno dei motivi è da cercarsi nella scarsa presenza di mezzi di trasporto pubblici e di strade mal collegate e spesso dissestate nonché la presenza di perenni cantieri. Quindi anche per chi volesse fare uno sforzo non rimane che la via virtuale per ascoltare band underground come la nostra. Nonostante queste difficoltà abbiamo ricevuto comunque calore e rispetto dai fan ai musicisti locali.
In generale come vedete lo stato di salute attuale di questa musica oggi?
Con l'evolversi dei tempi e l'avanzare del mondo virtuale in sostituzione della vita reale e della socializzazione fisica, lo stato di salute del nostro amato genere musicale metallico attraversa alti e bassi ma resiste a tutti gli attacchi, ancora oggi ci sono ragazzi che si appassionano al Metal e tuttti i suoi sottogeneri.
Come è cambiato il modo di vivere e supportare la musica nel tempo?
Ormai gli album si vendono poco e si punta su alternative digitali. I tempi danno motivo di reinventare un po tutto il meccanismo promozionale di una band ma l'attrattiva principale che ancora risulta insostituibile sono i live, parte fisica e tangibile della musica quindi la vitamina Metal del futuro sta nell'alimentare la via linfatica della musica dal vivo.
Cosa simboleggia la copertina del vostro ultimo lavoro? Le tematiche sembrano molto intimiste ed introspettive.
La copertina del nostro ultimo lavoro “The Invisible Guest” simboleggia in pieno l'intero concetto dell'album che rivede nel front cover l'ospite invisibile, un'ombra di un funambolico satiro proiettata sul retro palco di un vecchio teatro abbandonato; abbiamo creato un filo conduttore che, in maniera intima, descrive alcune caratteristiche delle paure umane dovute a deviazioni o, ancora meglio, a fattori che condizionano la psiche umana con testi che sono stati realizzati e plasmati in modalità diversa tra loro ma allo stesso tempo semplificati per arrivare all'ascoltatore, diretti come fendenti, evitando così giri troppo dispersivi.
Il sound è molto potente e cupo ,con molti schiaffi Thrash/Groove , anche i fan di vecchia data hanno apprezzato questa nuova evoluzione musicale?
Ognuno di noi membri della band ha apportato un po della propria esperienza e gusti musicali, diciamo che in definitiva il nostro sound è l' unione del passato e presente un mix di Thrash Metal e Groove; siamo riusciti con la nostra ricetta ad accontentare un po tutti i palati sia quelli di vecchia data che i nuovi.
Come siete stati accolti dagli inizi fino ad oggi? Live e in Studio.
In passato la nostra forza erano soltanto live poichè i primi lavori non furono accolti bene per via di un genere molto classico e fuori da certi canoni e poi i suoni e le grafiche peccavano di un'autoproduzione fai da te di caratura economica, e questo conta molto nella qualità di una band nel nostro genere musicale. Ad oggi, grazie all'ultimo lavoro “The Invisibile Guest” che riunisce una discreta produzione sia audio che grafica ed ad un feeling speciale tra i componenti della band abbiamo unito il punto di forza tra album studio e live , come testimonia la scorsa tournée nell'est Europa.
Progetti per il futuro?
Già prima del lockdown avevamo scritto qualcosa di nuovo, addirittura due nuovi brani li avevamo suonati e testati dal vivo nella tournée di fine anno 2019 in est Europa, mentre altri due nuovi brani scritti durante il mese di aprile ed in fase di arrangiamenti. Il progetto per i prossimi mesi è di scrivere nuovo materiale che speriamo tra fine anno o al massimo nel 2021 facciano parte di un nuovo e fiammante album.
Come vi vedete tra 10 anni?
Fra 10 anni, guardando le attuali condizioni della band e considerando gli imprevisti della vita vorremo continuare a vedere i Walkyrya attivi come una delle tante band dell'underground italiano che ha voglia di lasciare un segno nelle emozioni di chi ascolta Metal e musica in genere, tra live e lavori in studio.
Ed ecco la mia personale recensione di 'The Invisible Guest'
I Wakyrya sono una band Heavy Metal che non ha certo bisogno di presentazioni, una band ormai diventata un pilastro del metallo italiano a tutti gli effetti.
Nascono in quel di Tito (Potenza) sul finire degli anni novanta.
La prima opera viene sfornata nel 2003 con la collaborazione di Tommy Massara degli Extrema, iniziando subito un attività live che li ha portati in giro assieme a nomi del calibro di Iron Savior, Marduk, Crystal Ball, Novembre e tanti altri, guadagnando anche notorietà grazie a Rock TV.
In seguito effettueranno anche un bel tour insieme alla Strana Officina, fino ad arrivare ad una pausa iniziata nel 2010 e interrotta dalla pubblicazione dell'album "End Line..".
Nel corso degli anni incapperanno in alcuni sfortunati cambi di line up ma subito risolti da elementi ben preparati che spingeranno il suono a un livello più orientato verso influenze Thrash Metal.
Nel 2018 arriva l'ufficiale rinascita con l'album "The Invisible Quest" che ci accingiamo ad ascoltare.
L'album mette subito in chiaro che si discosta dal suono classicamente Heavy Metal degli esordi partendo subito con "Black Hills" , un intro oserei dire "modern Thrash" che si snoda in un brano che ricorda i Testament e sane mazzate Thrash Metal, un drumming in doppia cassa che spacca la mascella e un ritornello che entra subito in testa. La voce è impeccabile, feroce ed espressiva al punto giusto, arriva ad un infiammante assolo di chitarra e pit finale, deflagrazione che porta a "Open Grave", dal sapore Pantera style con un andamento quasi Death Metal e un ritornello molto di impatto, non scontato!
"All The Time" ottimo brano Thrash dalle forti tinte Groove da pogo forsennato, con un uso bilanciato tra voce pulita e ringhiosa e un assolo tagliente che aizza letteralmente.
Le tematiche dell'album descrivono in maniera profonda le paure, il dolore e le frustrazioni più nascoste nella mente umana e "Drive Angry" si riannoda alla narrazione e rende l'idea, tre minuti e mezzo di rabbia marciante dove ogni riff è un pugno e un digrignare di denti.
"Evil Clown" è un pezzo molto particolare alternato da intermezzi molto malinconici e riflessivi e altri feroci ma senza sfociare nella furia cieca, una narrazione inquietante e frustrata molto introspettiva che si dilata in maniera ottima per poi infrangersi in "Venom Tears" che colpisce subito in volto con riff "stoppati" e subito iniettati di potente ritmica spaccacollo, la voce sempre devastante ed espressiva, il drumming tritasassi e anche qui le liriche e il ritornello si scolpiscono subito nella mente.
"Out of Brain" tipicamente Thrash anni 90 marciante che non dà tregua, con ottime prove vocali pulite decisamente emozionanti con un tappeto di riff cadenzato e una batteria che dà la dose di potenza millimetrica al pezzo, ottimo l'assolo e la conclusione.
L'album si chiude con "March or Die", una vera bomba che non lascia tregua, impossibile resistere alla tentazione di spaccare tutto e non farsi venire il torcicollo, quattro minuti circa di puro Thrash metal stradaiolo e bellico senza compromessi.
Con "The Invisible Quest" i Walkyrya dimostrano di essere ritornati alla grande con nuova e potente linfa vitale, meritandosi un posto d'onore nella storia di questa musica nel suolo italiano ed estero!
Draugar