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Metaldays 2013
21 Luglio 2013 - 26 Luglio 2013
Tolmin
Ed eccomi qui,in qualità di vostra fedelissima inviata in terra slava, a buttare giù queste 4 righe che per quanto si sforzino ad esprimere ciò che è stata una grande ed indimenticabile avventura rimangono purtroppo vuote, poiché incapaci effettivamente di dar voce ad un ricordo così indescrivibilmente unico.
Quinta edizione del Metalcamp per me, decimo festival europeo (lo so, carissimi fratelli dell’Italia di Metallo, sono una novellina, ma vi prometto che entro i miei 24 anni di festival ne avrò già fatti una quindicina) parto un po’ titubante quest’anno: forse per quel nome nuovo , Metaldays, giorni del metal, che a sentirlo pronunciare fa veramente cagare, o forse per quelle drammatiche voci che preannunciano un cambiamento radicale in quello che per dieci anni ha avuto la fama di essere uno dei più bei festival europei metal, dovuto ad un cambio d’organizzazione e staff.
Ma bando alle ciance, al comando della mia scassatissima Honda crv, carico in macchina cugino, valige, macchine fotografiche e parto all’insegna del divertimento e della spensieratezza ammirando incredula dopo un anno di lavoro e studio forzato quel sbarluccicante biglietto di una settimana intera.
Nemmeno due ore e mezza di strada, alle 22.30 sono là.
Entro nel camping e già storco il naso: anche l’anno scorso si doveva pagare il parcheggio per la macchina, ma 20 euro li vedo davvero esagerati per una settimana (il costo del biglietto conduce il povero sventurato metallaro alla convinzione che tale costo e molto altro sia compreso nel prezzo…) ma bando alle ciance di nuovo, entro, mollo macchina dove capita e mi precipito nell’area concerti.
Stessa spiaggia stesso mare: dopo aver dato i 10 euro di cauzione per i sacchetti della monezza, giungo al main stage durante la performance degli In Flames (mi godo gli ultimi secondi di Overkill, messi appositamente il lunedì per invogliare i metallozzi ad optare per la settimana intera anzichè per i tre giorni).
Nonostante sia appena reduce dalle 112 mila persone dell’Hellfest, mi stupisce il quantitativo di gente affluito quest’anno sin dal lunedì sera, considerando un bill che, obbiettivamente, e tengo a sottolineare quell’obbiettivamente allontanandomi per due secondo dalle mie linee e generi prediletti del black-death metal, non è che sia un granchè.
Ma, allontanatami dal main stage e andando verso ciò che rende il Metalcamp, pardon Metaldays così unico, ovvero la mitica spiaggia bianca costeggiata dal fiume Soka, capisco il perché di così tanta gente: birra ghiacciata in mano, mi godo lo spettacolo della spiaggia invasa da centinaia e centinaia di personaggi spensierati e danzanti, fiume fenomenale, il tutto in un freddo così tanto desiderato dopo l’afa pazzesca della pianura padana.
E, verso le due, inizia lo spettacolo: due avvenenti donzelle dell’est europa si scatenano in uno streaptese in quello che è una novità del Metaldays, un mini terzo stage allestito sotto un tendone, coinvolgendo sul palco fortunati pescati a caso, il tutto preceduto da uno fireshow sulle rive del Soka al ritmo di Rammstein.
Giorno due: altra gran novità di quest’anno, trovata simpatica e coinvolgente..la beachvolley (che in verità è più bitch che volley) con avvenenti giocatori in perizoma seguiti da una partita di volano con donzelle in topless. Un tripudio di pudenda volanti per la gioia (e non) dei presenti.
La giornata prosegue in completo relax fra pastasciutte, spaparanzate e bagni fugaci nel freddissimo Soka fino a sera, dove mi ritrovo al main stage dei piattissimi e davvero poco convincenti Mayhem (perché poi metter loro nel main stage ce lo si chiede per tutta la durata della performance..) mentre nel second pompano gli Eyehategod.
Mi rallegra e consola però il pensiero che i giorni successivi a tenere alto l’orgoglio italiano quest’anno al Metaldays abbiamo varie band: i Coma, i Vallorch, i Karnak che alternano rispettivamente thrash (imperterriti sotto un’improvvisa pioggia), folk e death in quel del second stage mentre i mitici From the Depth sono per la prima volta sul main stage.
I giorni si susseguono velocemente, il numero di presenti aumenta,ma non vi preoccupate: in questo festival non avrete mai la sensazione d’esser “in troppi”; l’enorme quantitativo di gente (quest’anno circa 12 mila persone al giorno), assolutamente molto minore rispetto agli altri festival europei, è difatti ben sparpagliato durante il giorno nelle varie spiagge bagnate dal soka e diciamocelo, quest’anno alzi la mano chi non si è fatto un bel bagno vista l’ondata di caldo infernale che ci ha invaso nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì..
Fra le varie band straniere che mi sono gustata vari sono i nomi: Sonata Arctica in un vero e proprio spettacolo musicale interrotto dal mio assolo vocale intonatissimo di Tallulah, Meshuggah potentissimi, Turisas coreografici, Hypocrisis epici, Tsjuder molto seguiti, Aura Noir indimenticabili visto il black out totale che per ben due volte li ha interrotti (e loro sono andati avanti incredibilmente a suonare a differenza di certi gruppi, che al posto loro avrebbero abbandonato indignati il palco), Taake leggermente cagoni visto il finale anticipato del loro live (circa venti minuti prima dell'orario previsto) e visto anche il loro rifiuto a proseguire di fronte al “we want more” del pubblico (che li ha sonoramente insultati lanciando bottigliette sul palco).
Indimenticabile pure la performance inaspettata di una bimbetta di 11 anni, ipergasata nella sua t shirt dei Kreator, intrattenere il pubblico nel mini terzo stage sulla spiaggia in un karaoke metal pomeridiano, fra urletti e pose da rockstar... tanto che alla fine mi lascia pure un autografo ed una foto insieme, prima di concedersi ai fans e ad una intervista da parte dello staff.
Ordunque, il Metalcamp, pardon Metaldays, si è rivelato anche quest’anno un festival da 10 e lode: la vera vacanza per il metallaro, un’oasi di pace, divertimento e relax sognato per un anno intero, una vallata che per una settimana diventa il centro d’europa, teatro di nuovi incontri e nuove amicizie che verranno ricordate con malinconia per tutta la durata dell’anno successivo.. durante il quale non si farà altro che contare i giorni che rimangono al prossimo Metaldays e gridare per strada…MARJAAAAAN!!!!
See you soon Tolmin!
Testi e foto: Blackstar
















