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Stefano Gottardi (Burning Minds Group/Atomic-Stuff)
Ciao Stefano come va? Ci puoi fare una sintetica descrizione della etichetta?
Ciao Leonardo, va tutto bene, grazie. E' un piacere essere ospitato sulle pagine di Italia Di Metallo! Sintetica è difficile per me, ma ci provo. Tutto è cominciato quasi per gioco nel 2008, quando io e Oscar Burato, un amico con il quale condividevo la passione per il glam/sleaze, abbiamo scoperto una band di nome Johnny Burning e deciso di creare una indie label per pubblicare il loro disco. Ci siamo un po' improvvisati, ad essere sincero, provando a sfruttare quel poco di esperienza in ambito musicale che avevamo, lui come fonico e recensore, io come recensore. Non fu semplice partire: prima di tutto c'era da districarsi nella burocrazia e poi da convincere la band, giustamente scettica di fronte alla proposta di un'etichetta che ancora non esisteva, ma alla fine grazie alla nostra costanza e determinazione tutto andò per il meglio. Allora non potevo nemmeno immaginare che quello che era soltanto un hobby, sarebbe diventato poi il mio lavoro e che, nel 2020, sarei stato impegnato a curare l'uscita numero 110, "Another Time And Place" dei Room Experience in arrivo il 22 maggio. Oggi l'etichetta ha subito profondi mutamenti rispetto agli esordi, grazie all'esperienza accumulata sul campo e al contributo di Pierpaolo Monti, nuovo direttore A&R in carica dal 2018 e mio personalissimo punto di riferimento in seguito alla fuoriuscita dal team del co - fondatore Oscar Burato. Innanzitutto ora ci piace definirci un music group, è così che abbiamo battezzato il contenitore creato alcuni fa, Burning Minds Music Group è la summa di anni di lavoro, all'interno del quale abbiamo fatto confluire quattro marchi discografici: gli storici Street Symphonies Records (Hard Rock/Glam/Sleaze) e Logic II Logic Records (Metal) e i più nuovi Art Of Melody Music (AOR/Melodic Rock) e Sneakout Records (artisti emergenti). Inoltre, fanno parte della grande famiglia anche Atomic Stuff Promotion, la nostra agenzia di promozione, ed una serie di figure che si occupa dei più disparati aspetti necessari alla realizzazione di un disco professionale, dallo studio di registrazione al grafico, dal videomaker al distributore. Non li cito tutti per non dilungarmi troppo, ma li potete trovare raggruppati su un pagina dedicata al nostro sito internet ufficiale: https://www.burningmindsg... Ecco perchè oggi preferisco parlare di team, anzichè della mia etichetta: se in questo momento siamo in grado di offrire competenza e professionalità lo si deve anche e soprattutto al lavoro di squadra mio, di Pierpaolo e di tutte quelle figure che magari non salgono mai agli onori della cronaca ma che lavorando nelle retrovie sono comunque di fondamentale importanza per la buona realizzazione di un CD, e colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente.
Quale è l'elemento peculiare in base al quale decidi di promuovere una band?
Se parliamo di un'uscita discografica che dobbiamo licenziare e distribuire con uno dei marchi del Music Group, è essenziale che il prodotto che ci arriva possa essere competitivo qualitativamente parlando, facendo restare il livello delle nostre produzioni medio/alto. Fin dall'inizio abbiamo preferito pubblicare un disco in meno piuttosto che rischiare di farci la nomea di quelli che prendono tutto: ci sono già un sacco di etichette discografiche che da anni fanno questo gioco e che vediamo puntualmente dare alle stampe CD di gruppi che noi abbiamo scartato perchè scarsamente interessanti o mal realizzati. Qualità, quindi, questo è l'imperativo assoluto! E per qualità non intendo solamente il livello musicale, perchè anche i dettagli sono importanti: non siamo una Major che può supervisionare le lavorazioni di tutte le sue band, anche se qualche volta lo facciamo, ma abbiamo la facoltà di poter scegliere i prodotti finiti che sono stati meglio realizzati sotto i vari aspetti dagli artisti che si propongono. Una buona produzione, un inglese curato, una bella copertina, sono particolari da non trascurare al giorno d'oggi. Poi quando si decide di fare un investimento non va mai sottovalutato il potenziale che quel lavoro può avere sul mercato: per stare in piedi bisogna vendere i propri prodotti e in questo momento storico è diventato davvero complicato. Alcune tipologie di musica funzionano ancora, esiste uno zoccolo duro di appassionati che tiene in vita noi e tutto il movimento, ma è sempre più difficile fare previsioni perchè l'offerta è spesso molto più alta della domanda.
Perchè, secondo la tua esperienza, una band dovrebbe investire per promuovere la propria musica?
Oggi suonano in tantissimi e grazie alla tecnologia tutti hanno la possibilità di mettere in vendita qualcosa, più o meno bene realizzato: se fai parte di un gruppo, districarsi in questo mare senza affogare è difficile e spesso il tuo disco, seppur confezionato con tutti i crismi del caso, è solamente una goccia. L'aiuto di un professionista può quasi sempre dare una mano a farsi notare, non dal grande pubblico perchè parliamo pur sempre di underground, ma da quella fetta di aficionados che ancora scrivono recensioni (grazie n.d.a.), tengono programmi radio, vanno ai concerti o comprano musica. Bisogna arrivare a questi personaggi, e per vari motivi non sempre è semplice. Certo, in 20 anni che sono nell'ambiente in un ruolo o nell'altro qualcuno capace di promuoversi da solo l'ho anche visto: forse l'1 % o il 2 % dei gruppi, a cui peraltro faccio i miei complimenti, perchè quello del promoter è un lavoro complesso e promuovere se stessi lo è ancora di più.
Cosa realmente significa portare avanti una etichetta come questa?
Rinunciare ad uno stipendio sicuro e sacrificare tanto tempo libero. Ho 42 anni ed una compagna; oggi non mi pesa non uscire alla sera perchè devo finire un lavoro, ma non mi pesava nemmeno quando ne avevo 25 e passavo i fine settimana a casa mentre i miei amici erano fuori a sbronzarsi perchè dovevo finire le recensioni in tempo per la chiusura della rivista per cui scrivevo all'epoca. Mi ha sempre spinto la passione, che tuttora è la miccia che accende e tiene viva la fiammella anche dopo una cocente delusione. E lavorando in questo campo se ne prendono molte, sia professionalmente che umanamente parlando. Ma c'è una cosa che ripeto sempre a me stesso: per ogni tackle che ti arriva diretto sulle caviglie dal peggior terzino sul peggior campetto polveroso di periferia, ci sarà sempre quel nuovo gruppo che sentirai e che ti farà balzare dalla sedia nonostante ormai nella musica sia stato detto tutto e tu ne abbia sentita talmente tanta da aver perso il conto. E quando ti ci imbatterai, a quel terzino grintoso e un po' maldestro farai una finta che manderà il suo intervento fuori tempo e punterai dritto in porta per segnare un gran goal. Prima ancora della musica la mia passione è stata quella del calcio, si capisce? (chissà per quale squadra tifa? n.d.a.).
Ci sono state band sulle quali hai investito tanto e si sono rivelate dei flop in termini di vendita?
Sì, certamente. In passato ce ne sono state alcune su cui ho investito molto tempo in fase di realizzazione, ad esempio, che al pubblico sono piaciute molto meno di quello che invece piacevano a me. Qualche volta è successo il contrario: non che non credessi in un prodotto che stavo andando a licenziare, ma magari mi sarei aspettato una risposta meno entusiastica. La maggior parte delle volte però le cose sono andate secondo le previsioni, e questo è uno dei motivi principali per cui dopo 12 anni siamo ancora qui. Al momento comunque il supporto del team di Burning Minds rende un po' più le cose rispetto al passato: Pierpaolo è un songwriter e produttore e può contare su un gruppo di collaboratori eccellente. Anche a livello di distribuzione finale del prodotto siamo meglio organizzati e quindi ci sono più possibilità che i nostri vengano notati. Questa è l'importanza del gioco di squadra: per tanti anni siamo stati soltanto io ed Oscar a dividere fra noi due la grande mole di lavoro e, qualche volta, senza poter ascoltare un terzo parere o poter contare sull'aiuto di qualcuno più bravo di noi in qualche campo , magari abbiamo sbagliato qualche cosa. Nemmeno adesso abbiamo la bacchetta magica, ma di certo siamo cresciuti e l'esperienza ti dà sempre una mano a fare previsioni migliori rispetto al passato.
Attualmente sono sempre validi i canali usuali per diffondere le notizie relative alle uscite dei CD?
Oggigiorno i social network sono fondamentali così come le webzine. Ne ho gestita una per 11 anni, che per vari motivi diverso tempo addietro ho dovuto chiudere, quindi so bene cosa comporti essere "webzinaro". Forse è anche per questo che nutro profonda stima per chi nel 2020 impegna ancora il suo tempo libero per dedicarsi alla causa. Anzi, colgo l'occasione per ringraziare te (grazie a te Stefano n.d.a.) e tutti quelli che portano avanti questa passione con grande impegno. Leggo spesso sui social che secondo qualcuno sarebbero superate ma non sono d'accordo, poi si potrebbe aprire un dibattito su questo argomento ma usciremmo dai binari della domanda. Un altro importante canale sono le radio: grazie a loro è possibile far ascoltare le novità e magari richiamare l'attenzione di qualcuno circa un disco in uscita. Certo, oggi ci sono YouTube, Spotify e le varie piattaforme di streaming che ti permettono di ascoltare ciò che vuoi liberamente, e se sai cosa ascoltare sono senza dubbio una manna dal cielo. Per sentire qualcosa di nuovo, però, le dritte che possono arrivare da news, recensioni e passaggi radio restano a mio avviso fondamentali.
Come vedi la situazione musicale in generale in ambito metal? Pensi che in futuro ci sia ancora spazio per una passione che ancora viene portata avanti da decenni ormai?
Non vorrei dire una banalità, ma penso che per la buona musica ci sarà sempre spazio, di qualsiasi natura essa sia. Non riesco ad immaginare un mondo senza musica, quindi credo che finchè ci sarà vita su questo pianeta si continuerà a suonare, e a suonare del buon e vecchio metal. Le passioni non muoiono mai davvero, e per una che si affievolisce ce ne sarà sempre un'altra che invece sboccia. Ci sarà sempre un giovinastro che, affascinato da un poster o dal retro copertina di un disco (o da un video visto sul cellulare volendo fare i conti col progresso) deciderà di lasciarsi crescere i capelli e provare qualche accordo sulla chitarra. O quantomeno lo spero, perchè non mi piacerebbe proprio che toccasse a noi fare la parte dei dinosauri. Saluti... Ciao Leonardo, grazie per questo spazio. Un saluto anche ai lettori: speriamo di vederci sotto a qualche palco... prima o poi!
Intervista a cura di Leonardo Tomei