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Swamped

TrackList
1.Mud Golem
2.Plague Rats
3.Knuckles-Teeth Contact
4.Straight To Your Forehead
5.Ghoul Party
6.He Was Born Headless (So I Called Him Christian)
7.Family Trip
8.Remains For Bacteria
9.The Farewell Song
MUDGRAVE - Swamped
(2012 - SBRT Records )voto: 7.5/10
Freschi di formazione, i thrasher Mudgrave da Ravenna sembrano esordire più che discretamente in “Swamped”, Ep pubblicato lo scorso novembre dalla SBRT Records che in 9 tracce presenta uno stile agguerrito, grintoso,perfettamente adatto agli standard del genere, avente complessivamente una buona sonorità ed un’originale orecchiabilità.
Sin dal primo pezzo emerge il chiaro mix di influenze che contribuisce a render l’album aggressivo e particolare: hardcore-punk, thrash, metal generico e death (imputabili a una formazione costituita da: Edo, voce e basso, Dario, chitarra, e Affa, batteria), amalgamati alla perfezione in un sound travolgente e costantemente carico.
“Mud Golem” apre in quarta le danze: la batteria incalzante, il growl potente e senza sosta, i riff graffianti rendono il tutto combattivo e tenace in un thrash di base dai ritmi punkeggianti, cangiante di canzone in canzone, avente una propria originalità di forma e contenuto. Ed è anche qui che l’ascoltatore capisce di non trovarsi di fronte ad un prodotto piatto, uniforme e noioso, ma ad ogni canzone vari piccoli cambiamenti contribuiscono a rendere il tutto orecchiabile, variegato e valido.
Sin dall’esordio della, purtroppo, breve e coincisa “Plague Rats” emerge in maniera particolare l’influenza punk-hardcore, che lascia spazio ad un sound tipicamente thrash in “Knuckles-Teeth Contact” e ad un’impronta death in “Straight To Your Forehead” sia a livello vocale che a livello ritmico.
Si continua con “Ghoul Party”, forse un pelo piatta considerando il semplice andamento dei riff iniziali e la pausa vocale, troppo lunga (da metà canzone fino alla fine).
“He Was Born Headless (So I Called Him Christian)” e “Family Trip” ribadiscono il ritmo cavalcante e frenetico, la voce continua in un growl incessante che si protrae in “Remains For Bacteria”, caratterizzata da un interessante incipit guidato dal basso e dalla martellante batteria che si evolve cangiante nella stessa canzone.
Ciliegina sulla torta, che personalmente avrei assolutamente evitato, “The Farewell Song” conferma lo stile punkeggiante in un tripudio di sonori ed incessanti rutti che si protraggono per tutta la durata della canzone,che contribuiscono a rendere perfettamente quel “brutale” e “marcio” di base dell’Ep, e che obbiettivamente gli amanti del genere non tarderanno ad apprezzare.
Blackstar