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For My Dreams I Fall

TrackList
1. Pain For Loss
2. Whitered Rose
3. Senz'alba
4. Ivory Onion
5. My Eyes Far From The Sea
6. Madre del Fato
7. Breath, The End...
8. The Ideology of God
Pure and Simple
1.Theme 1: No Longer a Child
2.Theme 2: To My Faded Innocence
3.Theme 3: In the Shadow, in the Sand, You Can See the Man
4.Theme 4: Become Man, Becoming Death
5.Theme 5:Here She Comes, Pure and Simple
rEarth - For My Dreams I Fall
(2013 - Autoprodotto)voto: 8.5/10
Dopo quasi due anni dall'uscita della demo 'Pure and Simple' tornano a farsi sentire stavolta con l'album d'esordio i rEarth! E lo fanno con un'opera che definirei mastodontica sia per la durata di alcuni dei brani sia per i tanti brani stessi, anche se va detto che nella parte finale viene riproposta per intero la demo, che il nostro Lunesu definì un autentico viaggio sonoro. Viaggio che riparte quindi con questo 'For My Dreams I Fall' con i suoi otto nuovi brani che spaziano tra prog/rock e metal ma senza una definizione precisa, quasi fosse un'opera.
E devo dire che dopo ripetuti ascolti questo viaggio risulta molto affascinante, e si evince già da 'Pain For Loss' quanto variegata sia la proposta sonora dei rEarth, i quali non amano ripetersi nei vari brani i quali ci appaiono come piccoli romanzi o se preferite delle brevi novelle, mai fini a se stesse.
La prova di ogni singolo musicista ci appare di buona qualità, mixaggio produzione e registrazione sono ad opera di Fabio Tomasino (lead & classic guitar) mentre l'artwork è opera di Simone Paoloni (voce), con quest'ultimo autore di una prova magistrale avendo ottime doti e riuscendo a modulare la propria voce in base ad ogni cambio di musicalità che presentano i vari brani come ad esempio 'Whitered Rose' che se da un lato ci ricorda certi passaggi prog anni '70 da un altro espone un potente hard rock, e potrebbe riassumere le ottime doti compositive della band che anche su una canzone di oltre 7 minuti non annoia mai e questa è dote non da poco.
Interessante anche lo sdoppiamento dei testi sia in inglese che in lingua madre, testi mai banali oltretutto, spesso poetici come in 'Senz'Alba' dodici minuti di grande musica dai toni acustici (ottimo anche l'altro chitarrista Edy Di Lenardo) che poi vanno a fondersi in una ballata quasi folk/prog con l'entrata in scena alla voce di Sara Rainone che duetta con Simone. D'improvviso i toni salgono grazie a un suono di chitarra che brevemente ci ricorda i Pink Floyd ma è solo un attimo e le note suadenti si amalgamano alla perfezione con la dolce voce di Sara e prosegue così lo scambio con Simone e stavolta i toni salgono decisamente. "Ascolta la musica che non fa pensare.." penso riassuma il senso di tutto. Veramente una canzone di altri tempi.
'Ivory Onion' è una breve strumentale acustica con rumore di mare in sottofondo che ci introduce a 'My Eyes Far From The Sea' che dopo la continuazione acustica cresce col suo incedere prog e nei suoi nove minuti ci ammalia e ci fa sognare come è giusto che sia spaziando musicalmente e come dicevo in precedenza senza mai ripetersi, perchè le canzoni dei rEarth non si ripetono mai, non hanno la classica costruzione delle canzoni che siamo abituati a sentire. Intanto vi ricordo che il basso nel cd è suonato da Denis Baselli, ora sostituito da Jacopo Novello, mentre la batteria è suonata da Giulio Cervi.
Altro diamante grezzo è 'Madre del Fato' che muovendosi sulle coordinate del brano precedente mostra una band coesa e veramente in grado di distinguersi dalla miriade di gruppi dal suono sempre uguale, una mini opera rock che si esalta minuto dopo minuto dei nove qui proposti ed elogio ancora la voce di Sara nuovamente protagonista insieme a Simone.
'Breath the End' è un'altra strumentale con un bel solo di Denis al basso, molto cattiva è invece la partenza di 'The Ideology of God' la quale si presenta schizzata e nevrotica come uscita da un'altro album e chiude degnamente questo esordio dei rEarth, band dalla quale ci si deve aspettare davvero di tutto e dove nulla è scontato.
Ovviamente la parte di 'Pure and Simple' non la recensisco ma vi invito a rileggere ciò chee scrisse PierPaolo Lunesu all'epoca della sua uscita.
Indubbiamente una delle migliori band emergenti italiane, speriamo qualcuno se ne accorga!
Klaus Petrovic