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Negacy

NEGACY - Negacy
(2013 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
Ci possono essere molti motivi per cui una band, ad un certo punto, decide di cambiare nome. Quale che ne sia la ragione, è sempre un passo importante, sintomo di una crescita che forse riguarda solo il settore marketing...e forse no. I Negacy nascono nel 2005 con il nome di Red Warlock e pubblicano il debut album nel 2010, ricevendo ottimi consensi. Nel 2012, dopo un tour negli States, la svolta. Nel 2013 si presentano al pubblico con il nuovo moniker, che è anche il titolo del secondo debut album. Formazione invariata.
Sono andata a ricercarmi qualche scampolo del primo album, per rendermi conto del livello di cambiamento. Stessa potenza espressiva, stesso Heavy Metal corposo, stessa forza trascinante che percorre ogni singolo brano, dai più aggressivi ai più morbidi. Ma le sfumature sono diverse, i colori sono diversi, le linee melodiche sono diverse. Però il vero punto di rottura con l'album precedente sta nel senso globale di questo nuovo lavoro, senso che per palesarsi completamente necessita dei testi. Consiglio caldamente di leggerli, mentre faccio i miei complimenti ai Negacy: come sempre, chi cura i testi ed attribuisce loro la degna importanza, con me guadagna punti di default, perchè la musica è sì musica, ma le liriche devono essere liriche, anche nel Metal.
Quindi partiamo dai testi. Trovo che i Negacy con il nuovo album abbiano compiuto una scelta coraggiosa: invece di parlare del mondo, hanno raccontato loro stessi, nel mondo. Con qualche filtro e qualche metafora forse, com'è pure giusto che sia, ma hanno raccontato la loro verità, esponendosi in prima persona. Hanno messo in parole e musica il momento difficile che hanno vissuto e che stanno vivendo, sia come persone che come musicisti; all'interno della loro società, all'interno delle problematiche con cui si sono scontrati e confrontati, guardando le cose dall'interno anziché dall'esterno. Ne son venuti fuori 12 pezzi che, se da una parte hanno perso la sfumatura power precedente a favore di un metal più moderno e più cupo, dall'altra hanno guadagnato un gusto più amaro, più concreto e disilluso. Conservando intatti, nonostante tutto, la forza, la vitalità ed il desiderio di fare, di credere, di cambiare.
Avranno fatto danno? Non lo so. Da un punto di vista puramente commerciale, tutto il panorama metal esordiente, soprattutto se nostrano, è comunque e quasi sempre appeso ad un filo. Stando così le cose, per come la vedo io i Negacy hanno fatto bene a buttare all'aria i calcoli per produrre qualcosa che è veramente loro, che si impegna per essere autentico e sentito, pur senza mettere da parte l'attenzione stilistica, le cesellature e la performance che sono ben all'altezza della prova.
Mi scuso con il gruppo ed anche con gli eventuali lettori: questa mia è più una riflessione che una recensione, cosa che non rientra esattamente nei limiti del mio compito. Però ritengo che quando si incontra un lavoro così, descriverlo soltanto sarebbe quasi superfluo, oltre che limitativo. Ad ogni modo, come ho già accennato, "Negacy" è un album potente, corposo, strutturato seguendo i dettami fondamentali dell'Heavy Metal e basato su sonorità dure e pesanti. Molto buona la composizione musicale, davvero notevole il cantato, variegato e flessibile, sempre in tono con il brano che interpreta. Per esser autoprodotto e praticamente “fatto in casa”, la qualità acustica è ottima, cosa di cui va reso il dovuto merito ad Andrea, il chitarrista, che lo ha mixato e masterizzato per intero.
Tra le molte realtà made in Italy da tenere in debita considerazione, ci metto quindi a pieno diritto quella interessantissima dei sardi Negacy, consigliando il loro ascolto a tutti gli amanti dell'Heavy Metal, senza distinzioni di sorta. In bocca al lupo ragazzi.
Ella May