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Barbarossastraße

BARBAROSSASTRAßE - Barbarossastraße
(2013 - Horus Music)voto: 8.5/10
Barbarossastraße è il nome di una via di Berlino e di una rock band che, invece, di tedesco non ha proprio niente. Si tratta, infatti, di cinque ragazzi toscani – senesi, per la precisione – che sventolano fieri la bandiera dell'hard rock più tradizionale e scanzonato, e lo fanno con tutta la simpatia e il brio tipici di quella regione. Non accennerò alle loro intricate vicende biografiche, però consiglio a tutti di andare a leggerle sul loro sito. Sicuramente vi strapperanno un sorriso!
Voglio invece passare subito a parlare della loro musica, un hard rock fresco e vivace, nonostante sia molto stampo anni 80 e, quindi, a qualcuno potrebbe riusltare già sentito e privo di originalità. Se questo è in parte vero, ciò che mi ha colpito a primo impatto è il songwriting, veramente ben riuscito in tutte le 12 tracce, dimostrazione che questi ragazzi ci sanno fare davvero quando si tratta di hard rock! Ciò che intendo è che, pur non discostandosi di un pelo dai canoni e dai clichè del genere, i Barbarossastrasse hanno dato vita a un album ben fatto, curato, che non annoia e che si fa ascoltare molto piacevolmente anche da chi – come me – ha abbandonato da un pezzo gli spandex, le giacche leopardate e i capelli cotonati.
Parlando di influenze, si potrebbe stilare una lista di tutti i big degli anni 80, ma ce n'è una che risalta immediatamente all'orecchio ed è quella dei cari vecchi Motley Crue, per lo stile di alcuni pezzi, per il sound delle chitarre, ma soprattutto per la la voce di Dario “Tanzarhell” Tanzarella, dotato non solo di un timbro molto simile a quello del collega Vince Neil, ma anche della stessa “cazzimma” (ovvero attitudine, per chi non è familiare con il napoletano), sbarazzina e un po' insolente, com'è giusto che sia per il frontman di una band hard rock.
Passiamo ora in rassegna i pezzi che compongono il primo lavoro, omonimo, dei Barbarossastrasse. Dopo i primi due brani, 'Your Eyes At Me' e 'Got All I Need', che scorrono via lisci come l'olio e catturano soprattutto nei ritornelli, è al terzo pezzo che si entra nel vivo dell'album. 'When You Think Of Me' è melodicamente perfetto e quel sentore di dolore che sprigiona gli dona un bel pathos.
Il riff di chitarra che apre 'S.M.D.' fa inevitabilmente pensare a 'Too Fast For Love', così come la divertente 'I Can Run' fa venir voglia di molleggiare come quando si ascolta 'Smoking In The Boys Room' (sempre per rimanere in tema Motley). Non può mancare la classica canzone “hot” che, sia a parole che musicalmente, con un sound più caldo e profondo, narra di una passione struggente e bramosa. E' un must in un album hard rock e i Barbarossastraße in questo disco ne hanno inserite ben due, 'Chains Of Passion' e 'Hungry Skin'.
'Scream My Name', invece, ci rivela un'altra qualità del cantante: il trasformismo! Nella strofa, infatti, assume palesemente le sembianze di Alice Cooper per poi riprendere nuovamente quelle del biondo Neil! Proseguendo nell'ascolto, a un certo punto, si sentono degli accordi familiari, una linea melodica conosciuta. Poi ci si accorge che si tratta della squisitissima cover di 'Touch Me', di Samantha Fox. Ancora una volta la band senese ci ha visto bene!
Concludo la rassegna raggruppando 'Bad Exmpl'e, 'Buried' e 'Away From Here'. Ciò che lega questi tre brani è il fatto che, al contrario degli altri, non si fanno notare per la spavalderia, anzi, ai primi ascolti rimangono un po' in sordina, ma dopo catturano forse anche più degli altri perchè sono tre pezzi di gran gusto e dimostrano che la misura è una qualità da rivalutare.
In definitiva, grande esordio per i Barbarossastraße. Da cantante non posso non ritenere che la marcia in più di questa band sia l'aspetto melodico – per quanto riguarda i ritornelli, tutti di grande e immediata presa – e quello vocale – per gli arrangiamenti, i cori, le parti in delay, tutti elementi curatissimi e messi nei punti giusti.
E dopo le lodi tocca ai difetti. Avendo rispettato la maggior parte degli elementi tipicamente appartenenti a questo genere, mi sorprende il fatto che due siano stati ignorati o comunque trascurati: in primis, ho notato la mancanza di una di quelle power ballads “strappamutande” (altro must che non può mancare in un album hard rock) e poi mi aspettavo un po' di virtuosismo in più a livello chitarristico, specialmente negli assoli.
Per quanto possa interessare ai Barbarossastraße, spero rimangano contenti di sapere che il loro primo album rimarrà per intero nel mio lettore mp3. Bravi!
Federica Blade



