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Headshot!

TrackList
1. Intro
2. Fury of the Damned
3. Keep Pushing
4. Dawn of Disease
5. Headshot
6. Kill the Brave
BLINDEATH - Headshot!
(2013 - My Graveyard Productions)voto: 6/10
Torno a recensire dopo un pò di tempo e lo faccio con questo esordio ufficiale, dopo la demo 'Dawn of Desease' dello scorso anno, a cura dei milanesi Blindeath. Come potrete leggere nella recensione del collega Giacomo Paradiso i Blindeath fanno sporco thrash alla vecchia maniera e non nascondono le influenze di base quali Metallica, Megadeath, Exodus ecc. L'EP in questione esce per la My Graveyard Productions solitamente abile nella scelta delle band del proprio roster. In questo caso devo dire che se la demo poteva anche essere esaltata in quanto tale, questo EP, che comunque ha una breve intro e tre brani dalla demo suddetta, di nuovo ci presenta alla fine solo due brani, 'Headshot' e 'Kill the Brave', e sinceramente mi convince solo parzialmente.
Tralasciando la discreta carica di 'Fury of the Damned', moshing puro per sottopalchi infuocati, 'Keep Pushing' mi convince solo parzialmente sapendo troppo di risentito e con una lunga parte strumentale che annoia un pò, 'Dawn of Desease' rialza i toni ma evidenziando limiti compositivi non da poco, mentre tecnicamente i ragazzi non sono affatto male con una roboante sezione ritmica, però il limite è che sembra di risentire decine di vecchi album della vecchia scuola. Non discuto che a livello live i risultati possano essere molto positivi, la carica c'è tutta e quindi il pogo è assicurato, ma se si vuole cercare un qualcosa di distintivo sinceramente io non ce lo trovo, se invece si vuole solo ricreare le atmosfere del tempo che fu allora nulla da eccepire.
La coppia di inediti si apre con 'Headshot' di cui esiste anche il video ufficiale, che certo non brilla di originalità anzi, però sarà per il video che mi è piaciuto assai e che mostra l'attitudine ridanciana della band, sarà per il bel refrain che la accompagna almeno riesce a farmi sobbalzare dalla sedia.
Ancor di più fa effetto 'Kill the Brave' che mostra più personalità e voglia di farsi ricordare, è su questa strada che i giovani milanesi devono insistere per arrivare ai livelli di altri connazionali che vanno per la maggiore, ma se appunto l'attitudine c'è e la voglia di darsi da fare non manca penso che sul prossimo cd magari riescono a stupirmi. Per ora sufficienza d'ordinanza. Consigliato per i thrasher incalliti comunque.
Gary Stone