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Paint The World
TrackList
01. Last Fall
02. The Gambler
03. Paint the World
04. Roses & Thorns
05. Made for Sin
06. Break Point
07. Lost in the Shadows
08. Our Angel
09. Elua's Gift
10. Lying Dreams
SINHERESY - Paint The World
(2013 - Bakerteam Records)voto: 7/10
Non trovando, ahimè, una biografia allegata, ho dovuto fare alla vecchia maniera e andarmela a cercare dalle fonti ufficiali, constatando come sia invero piuttosto lunga e nutrita! Vengono dunque alla luce nel 2009, a Trieste, i Sinheresy, dalle menti di tre ragazzi: il bassista Davide Sportiello, il chitarrista Lorenzo Pasutto e la cantante Cecilia Petrini. Approdando inizialmente su coste power metal, e pubblicando una demo ed un EP variamente influenzati, con l’ultimo lavoro, rilasciato quest’anno, i nostri si orientano definitivamente verso un symphonic metal molto melodico, a volte unito ad influenze gothic e heavy metal, in cui fa capolino anche una voce maschile (Stefano Sain) e l’opportuna tastiera di Daniele Girardelli. Immergiamoci subito in questo "Paint The World", forte di 10 tracce, e rilasciato sotto l’etichetta Bakerteam Records!
L’opener, "Last Fall", presenta da subito una intro che agli amanti del metal sinfonico difficilmente non riporterà alla mente le influenze “hollywoodiane” dei Rhapsody of Fire, e che tosto dà spazio alla distorsione chitarristica, composta da un riff che sa di già sentito, ma che procede ugualmente spedito per tutto il corso del pezzo, aggressivo e melodico, e che vede l'interscambiarsi dei ruoli nel cantato, in cui il vocalist Stefano si ritrova spesso a far la parte del leone. Anche "The Gambler" parte bello sparato, vedendo la vocalist inizialmente accodarsi alla ritmica chitarristica, per un risultato certamente orecchiabile, e che centra un altro buon colpo portato a segno dal connubio di voci. E’ ora il turno della title track, "Paint The World", che immediatamente parte con una voce effettata che rimanda al ritornello, dai richiami malinconici. E’ piacevole notare come il comparto voci appaia affiatato ed unito, in grado di adattarsi alle varie ritmiche, poiché anche qui crea un intreccio che sicuramente l’orecchio troverà gradevole. Con "Roses & Thorns" ci aspetta invece un delicato pianoforte in combo con un cantato dalle tinte meste e riflessive, che ci accompagnerà anche nella relativa sezione in distorsione, che rappresenta l’apertura della canzone in sé. Parte come un motore la successiva "Made For Sin", traccia più grezza e che favorisce le ruvide chitarre per un sound più heavy metal, la cui foga sacrifica il versante melodico dei nostri, non esentando sfumature tastieristiche di riempimento. Passiamo ora a "Break Point", dalle venature più gothic, che ci propone un claustrofobico giro di keyboard (nel senso buono del termine) che tornerà spesso a far capolino, sempre seguito da cangianti linee melodiche, a cui si accoda un classico e apprezzato assolo chitarristico d’intermezzo. "Lost In The Shadows" costituisce un colpo ben assestato, a mio avviso: sfruttando la ridondanza di un coro piuttosto orecchiabile, misto ad un cantato variegato che si compensa a dovere con suddetti cori, facendo ovviamente la propria figura anche in assenza di questi ultimi, i Sinheresy ci regalano dei buoni cinque minuti. "Our Angel" non tradisce l’idea di celestiale del titolo, e si propone effettivamente come una ballata che si apre mano a mano, non raggiungendo, purtroppo, i livelli della prima ballad, di cui segue in parte le orme. Ci avviamo ora alla conclusione con l’ultima pariglia: partendo con "Elua’s Gift", pezzo dai contorni mistici e riflessivi che ci presenta un’atmosfera arabeggiante, sulla cui scia si muove a più riprese il cantato, si continua, infine, con la portata finale, la più veloce "Lying Dreams", che cerca di rivelarsi coinvolgente a livello adrenalinico, con risultati notabili ma non troppo esaltanti.
Posso affermare, dunque, che "Paint The World" può rivelarsi un acquisto da tenere in buona considerazione, in particolare per gli amanti di un certo tipo di metal sinfonico/melodico: quest’ultima particolarità, soprattutto, è molto accentuata dai Sinheresy, che non mancano mai di offrirci una prestazione, a livello di voci, discreta, scorrevole, senza mai portarsi all’eccesso (anche se, talvolta, osare di più permette di conseguire risultati migliori.). Il versante strumentale sa rivelarsi vario, proponendo partiture aggressive o più delicate, e presentando assoli anche piuttosto classici, per il sottogenere proposto dai nostri. Mi auguro, comunque, che la band possa evolversi ulteriormente, a livello di songwriting, in modo da riuscire a spiccare in mezzo all’agguerritissima concorrenza che, nel genere, non manca di certo! Un in bocca al lupo per il futuro, dunque!
Francesco Longo