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Ars Obscura

TrackList
01-Nox Perpetua
02-Summa Regina Mortorum
03-Ars Obscura
04-Cassa Mórta
05-Pestilentia
06-1330
IMAGO MORTIS - Ars Obscura
(2009 - Drakkar Production)voto: 8.5/10
"Beneandante ferma il tuo passo… scruta attento oltre il cancello! / Osserva la Dimora dei Morti! / I loro lumi vagano lungo le strade solitarie e i luoghi di immonde tragedie / Unirsi a loro significa sposare la caduta del tempo... / Accetta il loro dono, sii custode dei loro segreti! / Affinché il nuovo arrivato possa portare il peso della Non Morte!"
Queste parole, sussurrate da Abibial, danno il via ad "Ars Obscura", secondo album (senza contare i precedenti cinque demo) dei bergamaschi Imago Mortis. Un disco che ha come filo conduttore la Morte, un macabro concept che avviluppa l'ascoltatore nell'Oscurità più totale.
Devo ammettere che gli Imago Mortis sono stati una piacevole sorpresa: prima d'esser contattato da Abibial, non li conoscevo affatto. Fortunatamente mi sono ritrovato fra le mani questa loro seconda fatica, un disco maturo, ferale, glaciale, il cui concept legato alla Nera Signora con la Falce fa venire in mente gli specialisti del genere, i sardi Locus Mortis.
Musicalmente, il four piece orobico trae spunto per certi versi dalla frangia più violenta della scena Religious Black, quindi da gruppi come Watain ed Ondskapt, tanto per citare due nomi. Forti i richiami, più in generale, al Black di matrice svedese, complice una produzione che mette in risalto proprio le qualità che contraddistinguono questo particolare modo d'intendere il Black Metal.
Non una virgola è fuori posto in quest'opera, a cominciare dalla prova dei singoli: la sezione ritmica, affidata allo stesso Abibial (bassista oltre che vocalist) e Bjorgor (batterista che presumo abbia lasciato la band dopo l'uscita del disco) è un'incessante martellare, il tutto accompagnato dal tagliente lavoro delle due asce, Scighéra e Faust.
Chi non è abituato ad ascoltare questo genere, storcerà il naso soprattutto per la durata delle canzoni: basti pensare che la più breve è la conclusiva "1330", con i suoi quasi sette minuti. C'è chi invece ne è abituato e quindi passerà oltre, andando ad ascoltare ciò che gli Imago Mortis hanno da offrire. E ciò che ci danno i blacksters orobici è un disco maturo in tutto e per tutto, nel quale spicca, come una nera gemma di rara preziosità la seconda traccia, "Summa regina Mortorum". Un'oscura litania, interamente cantata in italiano e latino
Penso si sia capito che per quanto mi riguarda gli Imago Mortis sono promossi a pieni voti. Ho iniziato questa recensione citando le parole con cui Abibial inizia il disco, e lo concluderò citando di nuovo il mastermind della band, questa volta con la presentazione del concept che compone "Ars Obscura" nella biografia allegata al prodotto:
"Nella notte, su queste antiche terre, puoi scorgere appoggiata ad un salice, un'ombra che sosta vicino a un carro… è la Morte. Lei ascolta incantata gli ultimi sospiri trasportati dal vento, e si riflette nella sua clessidra su cui scivolerà fredda rugiada al crepuscolo, la trasposizione delle lacrime di coloro che seppelliranno i propri cari l'indomani. Lei ora racconta queste storie, il triste destino del suicida che è condannato per pena divina a vagare sottoforma di spettro e di non poter essere seppellito in terra consacrata, il dono di colui che può assistere alla propria sepoltura, l'aurea nera di luoghi sperduti ed abbandonati in cui si consumarono riti immondi, iniziazioni arcane ed esoteriche… visioni dall'oltretomba… il cupo latrato dei cani e le urla della Caccia Selvaggia, la tragedia della peste e le sue processioni verso i miseri templi sperduti tra le campagne… Qui non c'è luce, solo Morte e Silenzio."
Daniele Ogre