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2 Is The Beginning of An Army

THE SHELL COLLECTOR - 2 Is The Beginning of An Army
(2013 - Tuna Records)voto: 7.5/10
«Quando il Prog esce dai canoni classici» (evviva!)
È proprio il caso di dirlo. A volte una boccata d'aria fresca è necessaria. Ed è quello che ho pensato sin dal primo ascolto di “2 Is the Beginning of An Army” dei The Shell Collector, un estroso trio dalla classica e più semplice formazione chitarra/voce (ma anche tastiera), basso e batteria, Enrico Tiberi, Manuel Coccia ed Alessandro Vagnoni rispettivamente.
Se qualcuno vi consigliasse di ascoltare questo gruppo, se qualcuno ve ne dovesse parlare, non abbiate mai l'ardire di chiedere quale sia il loro genere, perchè non fareste altro che mettere in difficoltà il vostro interlocutore. Lo si potrebbe definire un progressive/alternative molto contaminato, ma la definizione sarebbe mostruosamente riduttiva. In realtà la produzione musicale dei The Shell Collector nasce da una commistione dei generi più disparati, sapientemente amalgamati dal cantante, chitarrista e compositore Enrico Tiberi. Impossibile non sentire l'influenza di gruppi come A Perfect Circle o Pain of Salvation, ma anche del post-rock inglese alla Maybeshewill, senza tralasciare il fatto che tutto parte dai Golden'70, ma sicuramente a voler fare una lista esaustiva di tutte le fonti di ispirazione si impiegherebbero troppe righe. L'effetto finale è veramente soddisfacente: il pericolo che le troppe idee risultassero in un mischione impossibile e faticoso da ascoltare è abilmente scongiurato dall'abilità compositiva di Tiberi, il quale non si limita semplicemente ad ispirarsi, ma ha metabolizzato e realmente resa propria la musica di cui si è cibato. Quello che ne viene fuori è un sound rassicurante, familiare e accattivante, ma anche, vero vanto, originale e personale.
L'ascolto di questo EP è reso fluido dall'alternarsi di momenti incalzanti e ritmati, “Riots”, “Le Bleu Prince” e “Left of The Soul”, in quest'ultima fra l'altro deliziosi gli accenni blues/soul, e altri più riflessivi, “It's All a Tape Recording”, un'improvvisazione per pianoforte dal sapore di “Pluvius Aestivus”, e “The Filter Rings a Bell”, composta con una chitarra acustica essenziale e una base elettronica che risultano in un brano disteso e delicato.
Altre due note di merito: primo, il song-writing, testi belli e insospettatamente impegnati che, con temi che vanno dalla critica al consumismo alla denuncia della costrizione artistica, non scadono mai nel banale o nella retorica inutile o ancora peggio nella politica, anche se una frase sulla vendita di medicinali lascia trasparire un approccio vagamente complottista (?) (riprendetevi finchè siete in tempo!); secondo, l'artwork dell'album, minimale ed essenziale, bello e intrigante, soprattutto belle e azzeccate le illustrazioni di Ronnie Lake, e veramente notevole la scelta di includere gli spartiti di pianoforte e batteria.
E se fin qui non ho affrontato il lato tecnico del gruppo è perchè non ce n'è bisogno: Tiberi ha una gran bella voce, calda ed espressiva, la sua chitarra e il suo pianoforte ricamano melodie e riff di impatto e mai eccessivi, e la sezione ritmica assolve alla perfezione il suo compito. Che dire più? Ascoltare per credere, in attesa di un lavoro più ampio.
Francesco Cacciante