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The Underdog And The Quarter Pounder

TrackList
1. Our Name Is
2. The Quarter Pounder
3. My Best Spit
4. 4 A.M.
5. Say It!
6. Fail
7. Interlude #24
8. If I
9. Now (Motherfucker!)
BLESS THIS MESS - The Underdog And The Quarter Pounder
(2013 - Autoprodotto)voto: 5.5/10
Bless This Mess, band palermitana di recentissima formazione (aprile 2013) e già giunta alla pubblicazione del suo primo lavoro. Dopo una precedente esperienza nel genere skate-punk, i membri decidono di prendere la direzione del rap/nu metal.
Spinti da una genuina passione o, più probabilmente, da un desiderio di emulazione dei propri idoli, i quattro ragazzi si sono ispirati in tutto e per tutto ai Limp Bizkit. E' davvero sorprendente constatare quanto visibile (anzi, udibile) e spudorata sia l'influenza della band americana sul lavoro dei Bless This Mess. Ritroviamo, infatti, lo stesso modo di cantare/rappare e sfumature timbriche simili a quelle di Fred Durst, l'immancabile scratch, la stessa batteria appuntita, la chitarra dal suono basso e grosso. Anche a livello compositivo le analogie sono tante, a partire dalla struttura dei pezzi fino ad arrivare alle melodie dissonanti e ai frequenti giochi di pause per creare groove. Addirittura in un pezzo, “My Best Spit”, c'è un verso preso da un testo dei Limp Bizkit, “My way or the highway”...sarà forse una citazione?!
Seppur difficili da trovare, comunque, è possibile (per fortuna) rintracciare delle differenze rispetto allo stile di Durst & company: più effettistica a livello vocale, un più largo uso dello screaming, basso e chitarre più taglienti.
Passiamo adesso a commentare qualche pezzo dell'EP.
L'intro “Our Name Is” è divertente, scanzonato (da qui fino alla fine delle tracce sarà un tripudio di “motherfucker”!), un biglietto da visita in cui i BTM preannunciano tutta la loro attitudine rap. Il secondo pezzo, invece, “The Quarter Pounder” è la “Break Stuff” dell'EP e – come molti altri pezzi dei BTM - è il manifesto della loro passione/ammirazione/adulazione per i Limp Bizkit. “My Best Spit” guadagna un po' di originalità, grazie al refrain in hard tune. In “4 AM” la band abbandona per un attimo le consuete influenze per andare ad attingere da quelle di un'altra band affine, i Linkin Park. Stessa atmosfera e sound simile. “Say it!” è il pezzo con il ritornello più carico e quello che personalmente preferisco. Con “Fail” arriviamo al pezzo lento del disco. Ha un'impronta molto metalcore. Purtroppo anche qui l'originalità è messa a dura prova dalle influenze troppo percepibili, qualcosa tra Bullet For My Valentine e Trust Company. I tre pezzi restanti sono divertenti (soprattutto “If I”), presentano delle trovate interessanti ma non aggiungono niente di nuovo a quanto detto finora.
I testi, per quanto il genere rap/nu metal lo richieda, sono oltremodo diretti, quasi adolescenziali, a volte scontati e spesso ripetitivi.
Per concludere, i Bless This Mess hanno senza dubbio dimostrato un'ottima attitudine verso questo genere, una grande energia, un'enorme voglia di spaccare, ma "The Underdog And The Quarter Pounder" è un lavoro ancora troppo immaturo, saturo di influenze troppo percepibili. I più cattivi potrebbero affermare che questo gruppo non fa altro che scimmiottare i Limp Bizkit e non sarebbe giusto perchè ho intuito che questi ragazzi hanno la stoffa e il potenziale per far emergere una propria identità musicale e uno stile che non sia la fotocopia di nessuno.
Il mio consiglio è quello di prendersi più tempo prima della prossima pubblicazione (un detto dice che la fretta – ed è questo il caso - fa i figli ciechi!) e di ascoltare tanta musica, anche e soprattutto diversa da quella ascoltata solitamente, in modo da avere un range di influenze più vario e velato.
Federica Blade