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Brave Dreams

ELEGY OF MADNESS - Brave Dreams
(2013 - WormHoleDeath Records)voto: 7.5/10
Attivi da circa sette anni, gli Elegy Of Madness, originari di Taranto, arrivano a questa seconda release, intitolata 'Brave Dreams' (rilasciata sotto WormHoleDeath records), dalle atmosfere oscure e cupe, ma illuminate dal contraltare prodotto dalla voce da soprano della vocalist Anja Irullo. Il genere proposto dai nostri è un gothic metal vagamente influenzato da elementi sinfonici, e da chiare venature progressive, per un risultato che rende il sound degli EoM sicuramente interessante. Entriamo subito nel merito, e vediamo, nel dettaglio, cos’ha da proporre il quintetto.
Un’atmosfera assolutamente metal-arabeggiante ci accompagnerà a più riprese, nel corso del primo pezzo, 'Suad', aperto da pesanti distorsioni, e che ho trovato piuttosto scorrevole e variegato, grazie ad una struttura che non dà un attimo di respiro, e con cui si sposa a dovere il cantato di Anja. Presenta sonorità più leggere, grazie a suoni di archi e tastiera, 'Sinner', che si rivela una traccia incalzante, anche grazie ad una struttura ricca ed un cantato cadenzato. Si torna a sonorità più lente e pesanti con 'For You', invece, che parte con una prima parte più riflessiva, per poi aprirsi, incrementando la velocità: ho alquanto apprezzato il pezzo qui in esame, grazie anche al cantato dalle vene piuttosto malinconiche, e che nell’outro si fa accompagnare da uno dei rari, ma azzeccati, interventi in un lugubre growl, con cui la vocalist duetta brevemente. Il tutto, sostenuto dall’esecuzione dei preparati strumentisti, che, in più di un’occasione, dimostrano di saper produrre musica anche con il cuore, presentando situazioni e atmosfere che si intrecciano perfettamente con la voce.
Un giro alquanto evocativo apre 'Run Away', che in generale magari non brilla, se paragonato a quanto passato finora all’orecchio, forse reo di avere una struttura meno complessa, ma che si rivela ugualmente scorrevole, e con un cantato comunque ispirato. Si pone assolutamente come una ballata la title track, 'Brave Dreams', canzone solenne arricchita da cori, che pare essere un inno alla vita, e che se da un lato potrebbe smorzare un po’ rispetto all’atmosfera movimentata proposta finora, dall’altra parte si rivela uno stacco piacevole e finanche coinvolgente, forse lasciando un sapore di incompletezza, come se avesse potuto dare anche molto di più.
Sentendo 'Red Dust', altra traccia che miscela spezzoni più soft con altri pesanti, mi sono reso conto di quanto lo stile della voce pulita maschile, ad opera del tastierista Luca Basile, si rifacesse a quella di Fernando Ribeiro (cantante storico dei Moonspell), che personalmente ho apprezzato. Ho trovato il pezzo in sé un po’ lineare, pur presentando un’atmosfera particolare.
'Into The Tale' costituisce un breve bridge orchestrale verso il pezzo successivo: 'The Sacred Willow'. Quest’ultimo, parte immediatamente sparato con un’intro sinfonica, dove un cantato a voce sospirata si alterna a quello pieno, sostenuto da una ritmica incalzante, e seguito successivamente da un assolo aggressivo, degno intermezzo per un pezzo che funziona a dovere. Si ritorna ad atmosfere più sinfoniche ed emotive, con 'Holding Your Hand', ove una voce calda è sostenuta interamente da suoni tastieristici ed orchestrali. Anche '21st March' si riallaccia a quelle tracce più veloci e pompate, rallentando sensibilmente nelle parti cantate, senza tuttavia sminuire la carica che ha dato il via alla canzone. A concludere è 'Uomo', canzone piuttosto interessante e particolare, che comprende inserti con voce rap per nulla invasivi, e che anzi ben si sposano nel complesso con gli argomenti toccati dagli EoM…un’idea sicuramente azzardata, in tale contesto, ma che a mio avviso si è rivelata una miscela vincente, e che conclude il disco in modo insolito ma soddisfacente.
Tirando le somme, 'Brave Dreams' è un disco da tenere d’occhio, forte di tracce certamente incisive, raramente alternate da pezzi un po’ meno efficaci, passabili, ma non eccezionali ('Red Dust' è interessante, ma non spicca, ad esempio). La preparazione degli strumentisti è senza dubbio sopra le righe, allo stesso tempo anche la voce sa muoversi come si deve, rivelandosi certamente preparata, forse ancora bisognosa di trovare uno stile più personale. 'Brave Dreams' è, in ogni caso, un disco interessante e anche variegato, grazie a riff oscuri e pesanti, atmosfere che tengono l’ascoltatore in un mondo a metà tra luce e ombra, ancora un pochino sperimentali, ma che sanno rimettersi in carreggiata grazie sia a tracce decise, partendo dal trittico iniziale, che a canzoni più lente, muovendosi su stili diversi, pur rientrando nello stesso genere. Sicuramente, gli amanti del gothic metal apprezzeranno!
Francesco Longo