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No Escape From Yourself

TrackList
1. Dawn Of The Disbelief
2. The Black Stays Black
3. Beyond the Surface
4. Brain Detonation
5. Hectic Paralysis
NAJA - No Escape From Yourself
(2013 - Autoprodotto)voto: 7/10
I Naja sono una band triestina composta da 3 elementi, nata dalle ceneri dei Post Execution, che mutuano il nome da un’estesa famiglia di serpenti, comprendente alcuni degli esemplari più letali in assoluto, quali il Cobra Indiano ed il Cobra Egizio. Con tale biglietto da visita, le intenzioni appaiono chiare: thrash-metal d' impatto e che non fa prigionieri, prendere o lasciare. Passando dalla nomenclatura all' aspetto più prettamente musicale, il trio propone un interressante post-thrash metal, che per molti versi si distanzia dai canoni tipici del movimento della "Bay Area" per approdare ad evoluzioni che a volte sfiorano il groove metal ed il death, in un potente condensato di mezz' ora che spesso spezza il fiato per l' adrenalina che trasmette.
L’opener del disco è "Dawn of the Disbelief", brano caratterizzato da riff furiosi di stampo thrash, assoli molto corti ma taglienti ed una ritmica martellante, con frequenti cambi di tempo, capaci di spiazzare l' ascoltatore circa la direzione da cui attendersi il prossimo possente colpo. Si prende un attimo di respiro, e già un riff slayeriano apparecchia per "The Black Stays Black" , tra le migliori del presente lavoro: qui si conferma quanto ricavato dalla prima traccia, non c' è spazio per ricercatezze e leziosità, solo del sano headbanging. L' intensità resta altissima anche in "Beyond The Surface", una sassaiola senza tregua di passaggi death/thrash su una sessione basso-batteria a dir poco mastodontica per poderosità, con una chiusura nel solco dei Pantera davvero notevole. Si arriva quindi alla doppietta di chiusura, "Brain Detonation" ed "Hectic Paralysis", le quali non aggiungono molto a quanto detto in precedenza, restando sì ugualmente devastanti a primo impatto, ma rischiando però anche di risultare proprio per questo un po' tediose.
Complessivamente, quindi, cosa dire dell' esordio dei Naja? Ad un orecchio attento, colpisce molto in positivo, innanzitutto, la qualità del suono: la produzione è di livello pregevole, pulita ma non per questo asettica, e allo stesso tempo lontana anni luce da quel tipico garage-sound che molto spesso contraddistingue un lavoro autoprodotto. Già soltanto questo meriterebbe una sufficienza sulla fiducia. Ma sotto la teca di cristallo, c'è anche un esemplare vivo e micidiale: il "Cobra" non lascia scampo, è veloce e diretto quanto potente. Il suo limite sta forse in un' eccessiva "fedeltà" alle soluzioni adottate, nonchè una troppo spinta condensazione: lo schema riff-breakdown-riff è ripetuto come un mantra, seppur di sicuro effetto, e la quasi totale mancanza di assoli che siano un po' più lungi ed elaborati spingono questo lavoro fuori dal thrash proprio degli 80's, dando una sensazione magari di modernità ma anche di una sorta di incompiutezza. Comunque sia, "No Escape From Yourself" resta certamente consigliato agli amanti del genere, in attesa di un full-length che esprima più propriamente tutte le potenzialità che i Naja lasciano qui intravedere.
Francesco Celeste Farro