Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Invocation Of Blasphemy

NECROSHINE - Invocation Of Blasphemy
(2013 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
A 12 anni dalla nascita i milanesi Necroshine ci porgono il terzo full-lenght, “Invocation of Blasphemy”,uscito il 29 giugno di quest'anno, un lavoro che più black metal di così non si può.
Dopo aver militato per tutto questo tempo nello scenario underground grazie ad un singolo, una demo, un ep, tre full lenght ed addirittura un dvd live del 2007, con tale ultimissimo lavoro viene chiaramente dimostrato un salto di qualità dovuto alla maggiore cura dei dettagli, all’esibizione di una buona abilità compositiva, all'espressione di una grinta che incrementa all'ascolto delle traccie, 8 intense traccie forse un po' monotone (se vogliamo proprio esser pignoli) dal punto di vista chitarristico: ciò che manca all'album sono quelle parti melodiche e quegli assoli anche lenti che uno stile così violento e costantemente agguerrito necessita in qualità di intermezzi e spiragli d'aria ( e che renderebbero il prodotto cangiante ed apprezzabile ad un pubblico più vasto).
E' un susseguirsi di blast beat ("Lust in Sin"), riff rapidissimi in tonalità cupe ("Invocation of Blashepmy"), scream lacerante alternato a volte a growl, il tutto perfettamente adatto ai canoni del black-death.
L'album scorre velocissimo, non ci sono pause, break, e se ci sono purtroppo sono molto brevi (perchè mai l'assolo di basso in "Lust in Sin" dura così poco??): con "Heretica" ed "In Heaven you will burn" finalmente abbiamo un cambio di ritmo iniziale dato dall'andatura lenta della chitarra che purtroppo si ritrasforma immediatamente nello spedito strumento che sembra quasi rincorrere la batteria, la quale,per tutta la durata dell'album, domina padrona.
Ottima invece la successiva "Another Feather of Your Saints' Wings Has Broken", canzone nella quale finalmente voce, chitarra e batteria suonano all'unisono in ritmatiche lente e coincise, elemento che rende cangiante il prodotto e che sarebbe potuto esser inserito con un po' di accortezza anche nelle altre track.
Alla fine ci sta pure la cover.. che cover starete pensando voi, beh, di certo non poteva che essere "Black Metal" dei Venom, dove, unica pecca, emerge un inglese maccheronico che sinceramente potrebbe esser "speakato" in maniera più decente, cosa che facilmente si può fare ascoltando fino alla nausea la stessa canzone.
Facendo qualche considerazione riguardo le grafiche.. mi dispiace doverlo dire, ma ritengo che la copertina sia davvero poco adatta all'album.
Purissimo parere personale il mio, ma se fin dal primo ascolto l’album tradiva una professionalità ed una dimestichezza con il genere, dando un’occhiata alla grafica sembra di esser davanti ad un qualcosa di buttato lì a caso, a causa forse di quei colori e di quelle sfumature che fanno tanto glam più che death. Avrei preferito qualcosa di più elaborato e più accurato.
Ma non soffermiamoci su questo, l'album complessivamente è buono, ben registrato, ben amalgamato.
Aspettiamo con ansia un altro lavoro!
Blackstar