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"Equilibrium Part I"

TrackList
01. Black Mountains
02. Technicolor Society
03. Control
04. New Noise (Refused cover)
Glacial Fear - "Equilibrium Part I"
(2009 - Do It Yourself Conspiracy)voto: 9/10
Verso la fine del 2009, a un paio d’anni di distanza da Filthy Planet, il loro terzo lavoro sulla lunga distanza, i Glacial Fear sono tornati con una nuova (auto)produzione, a titolo Equilibrium Part I. Quattro brani ottimamente registrati al Soundfarm Studio di proprietà del chitarrista e membro fondatore Gianluca Molè, che ripropongono il quartetto calabrese ai vertici del metal italiano. Metal e non solo nella loro musica, tuttavia, in quanto i Glacial Fear hanno anche solide influenze hardcore, come dimostrano sia la scelta, molto originale, di coverizzare un brano dei Refused, sia l’impostazione vocale del cantante Peppe, di matrice screaming sulla falsariga di quanto proposto da Converge e Hatebreed, ad esempio. Attivi dal 1992, i nostri sono da sempre una band in costante evoluzione e “progressiva” nel vero senso del termine, ovvero capace di progredire e guardare avanti. Lasciando spazio alla musica, si parte con “Black Mountains”, dalle ritmiche in continuo divenire e dai riff quanto mai variegati, ora taglienti ora più cerebrali, in un coacervo sonoro che mescola e tritura influenze che si chiamano Voivod, Coroner e Meshuggah. Come dire, il vecchio si sposa al nuovo, in un contesto assolutamente moderno e all’avanguardia. La successiva “Technicolor Society” è più cadenzata e tribale, per poi accendersi in una bruciante accelerazione che riporta alla mente i Sepultura della pietra miliare Chaos A.D.; chirurgici i riff di Gianluca, mentre la sezione ritmica di Tato ed Enzo si segnala per un instancabile dinamismo. Con “Control” siamo nel contesto di un thrash/death violento ma evoluto, anche grazie a testi che, come è costume dei nostri, toccano tematiche sociopolitiche di un certo spessore. Impressionante il muro sonoro di questo pezzo, condito anche da effetti vari e da una particolare componente noise nel suono della chitarra. La traccia conclusiva si chiama “New Noise” (titolo che, tra l’altro, potrebbe essere preso come slogan per descrivere lo stile musicale dei Glacial Fear) ed è la rilettura di un pezzo dei Refused, formazione HC-straight edge svedese ormai sciolta ma che fece uscire tre ottimi dischi negli anni Novanta. Il brano è molto intenso, tra sfuriate hardcore e groove di matrice hip-hop, con un Peppe che alterna timbrica urlata e cadenze rappeggianti. Una cover davvero ben fatta e perfetta per energizzare il pubblico in sede live! Nell’attesa di ascoltare la seconda parte di Equilibrium, che dovrebbe arrivare questa estate, vi consiglio caldamente di procurarvi questo EP, uscito solo in vinile 12” e ordinabile per 10 euro alla band stessa; per tutti i dettagli, vedere il loro sito MySpace, su cui, tra le altre cose, è disponibile un link per scaricare tutta la discografia del gruppo in formato MP3. Ne vale assolutamente la pena, perché Glacial Fear è una delle realtà più valide in Italia, da sempre legata all’autoproduzione, all’underground e al circuito dei centri sociali, ma che ormai, a mio avviso, merita di fare un deciso salto qualitativo in termini di popolarità, anche al di fuori dei confini nazionali. A tutte le etichette e a tutti i distributori di un certo livello: sveglia!
Costantino Andruzzi