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A Taste Of Unknown

TrackList
01. Waving Steps
02. Umbearable Noise
03. Peace Of Mind
04. Transcendence
05. Into The Tunnel
06. Shapes
07. Immortal Light
08. Memories
09. Come Back
10. Dawn Of a New Day
DARKUPSIDE - A Taste Of Unknown
(2013 - Autoprodotto)voto: 7/10
<<Unire Progressive, Semplicità e Grinta>>
Trio genovese, Diego Cazzaniga, chitarra e voce, Davide di Marco, basso e voce, e Davide Incorvaia, batteria. E già le premesse sono buone. Pochi fronzoli a partire dalla formazione. Il che non è poco quando si parla di un gruppo progressive. Ora a parer mio ci sono due modi sostanziali di fare progressive. Il primo è vederlo come un genere e finire nel girone infernale degli emuli dei Dream Theather. Il secondo invece è più difficile, perché richiede lo scardinamento del concetto di genere per poter arrivare a considerare il prog come un modo di fare musica, una sorta di macrogenere, come dire rock o metal. Per fortuna ultimamente sta un po’ crescendo il numero di quelli che scelgono la seconda strada, e i Darkupside ne fanno parte.
Perciò “Welcome to The Darkupside” con il loro primo album “A Taste Of Unkown”. Un sapore di sconosciuto. Titolo quantomai azzeccato dato che la musica che propongono è veramente di difficile catalogazione. Certamente ci sono influenze da mostri sacri come Porcupine Tree e Rush ma allo stesso tempo tentare di ridurli ad un insieme di influenze è impossibile. La verità è che ci si trova davanti ad un gruppo indubbiamente tecnico ma che riesce allo stesso tempo ad essere grintoso con un’attitudine quasi punk. Non si eccede mai con tecnicismi inutili, al contrario i brani sono trascinanti e, pregio raro, orecchiabili.
Già con l’intro “Waving Steps” e la successiva “Unbearable Noise” si ha un’idea di cosa ci si trova davanti, un mix di progressive quasi old school, musica elettronica, atmosfere a tratti noise e allo stesso tempo melodiche. Si continua con “Peace of Mind” a delineare il carattere più propriamente prog della band e poi con “Trascendence” la cui melodia e struttura la rende una vera e propria hit, un possibile ottimo singolo e una punta di diamante dell’album. In “Into the Tunnel” assistiamo ad una curiosa commistione col punk, il che sulla carta potrebbe suonare strano ma, ascoltare per credere, funziona alla grande. Impossibile non scuotere il capo con un brano come “Shapes”. Arriviamo poi ad “Immortal Light" brano più disteso e d’atmosfera, quasi una ballad, per poi riprendere il tiro con “Memories”. Non manca un pezzo strumentale, “Come Back” dove l’influenza dei Rush è innegabile, idee buone ma forse un po’ troppo frammentarie e purtroppo uno dei pezzi meno riusciti. Si conclude con “Dawn of a New Day”, brano piacevole ma come il precedente un po’ sottotono.
Nel complesso è un lavoro molto buono, nessun appunto dal punto di vista strumentale o della produzione. Forse ad un primo ascolto può suscitare alcuni dubbi la voce, quasi punk, ma solo perché non si è abituati ad una voce così nel genere. In realtà già dal secondo ascolto suona meglio, e anzi contribuisce a rendere la particolarità del gruppo, quindi in realtà non è un vero appunto. Unico difetto di questo album è che forse dal primo all’ultimo brano il trend è un po’ in discesa e le ultime tracce diventano un po’ faticose.
In ogni caso è un disco consigliatissimo a chiunque voglia ascoltare qualcosa di suonato bene e che allo stesso tempo sia trascinante e orecchiabile.
Francesco Cacciante



