C'è qualcosa di buono in questa release dei giovani LipStick. Se siete amanti di tutta quella scuola sleaze/street che vide alfieri come Skid Row, Guns, fino ad arrivare ai giorni nostri coi sopravvalutati Crashdiet o gli infaticabili HCSS, qui avrete di certo pane per i vostri denti. Quello che ci viene difatti offerto è quanto di più grezzo e stradaiolo possa far la felicità di chi non sia ancora riuscito a prendere le distanze col fastoso passato citato poc'anzi.

Quattro brani, purtroppo decisamente non prodotti all'altezza, in cui i nostri dimostrano però di saperci fare con gusto e melodia. Dall'iniziale "Dancing" alla conclusiva "Shake It Up" (la meno avvincente del lotto) la band punta sull'orecchiabilità della proposta: nulla di nuovo insomma, però se per i brani vale la pena, come in questo caso, di alzare lo stereo e ascoltarli con piacere ben venga la "riproposizione" di clichè e "ammiccamenti" musicali.

Peccato per il lavoro fatto in studio, che personalmente non mi ha esaltato: con alcuni piccoli accorgimenti in termini di arrangiamento e "banco" si sarebbe potuto render questo dischetto ancora più accattivante.

Un plauso quindi a questi ragazzi, sperando di sentire a breve il loro lp d'esordio con un briciolo di personalità in più.

Marco "Sappa" Nicoli