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Self Conditioned, Self Limited (reissue)

TrackList
- Hard Times Are Coming
- Killing For Fame
- United States Of Redskins
- Self-limited
- Call Of Death
- Black & White Progress
- Masters Of Nothing
DEATHRAGE - Self Conditioned, Self Limited (reissue)
(2014 - Punishment 18 Records / Andromeda)voto: 6/10
Eccoci di nuovo con un' altra recensione, oggi è il turno dei Deathrage: gruppo thrash metal formatosi a Milano nel 1986 da Alex Vicini e Mauro Tonon (rispettivamente bassista e cantante) che si propone con un un sound che dire vecchio stampo è dire poco. Il disco si chiama "Self Conditioned, Self Limited" ed è uscito nel 1988 (anno in cui l'utero di mia madre espulse il sottoscritto), ci troviamo quindi davanti a un pezzo di metal undergound italiano vecchio di più di un quarto di secolo.
Fin dalle prime note il messaggio è più che chiaro: Metallica-OfPuppets-TheLighitning-ecc... La band, infatti, trova il suo punto di riferimento nel gruppo californiano più brufoloso della storia e, in particolare, nel thrash degli anni ’80 con strizzatine d’occhio al sound Slayeriano e leggere influenze grindcore.
I riff sono molto veloci e sparati alla massima potenza possibile alternati a soli che ricordano molto i lick di Hammet con qualche influsso “confusionario” tipico del duo King-Hanneman.
Facendo un punto della situazione la parte che più mi ha colpito è la sezione ritmica, che trasuda di verità sonora, (ai tempi tante segate per mettere a posto il suono non ce ne erano) a tratti molto veloce e capace di riportare in vita il thrashone che noi tutti amiamo tanto. La batteria e il basso svolgono il loro lavoro egregiamente apportando un buon groove al disco. La parte che mi ha convinto di meno è stata la parte vocale. All'interno del disco troviamo: effetti sonori da esplosione atomica, riff sparati a mille, rullante-charleston e doppio pedale buttati al sudicio dopo la recording session a causa del troppo percuotimento e la voce non era così aggressiva e ignorante quanto speravo. Sarà che ascoltando il sound della band mi immaginavo già uno scream acido alla Hetfield o un urlato ossessivamente rapido e indemoniato alla Tom Araya quando aveva ancora le corde vocali, ma non è stato così. Credo che sotto questo punto di vista i Deathrage avrebbero potuto fare molto di più, avrebbero dovuto essere più incazzati modello: “stincata al comodino nell’alzata notturna per andare a pisciare”.
Detto ciò, non mi resta che augurare ai Deathrage un in bocca al lupo per il loro futuro ritorno sulle scene (sempre che ce ne sia uno) e a voi amici lettori un buon ascolto e di trovare un interpretazione vostra al disco.
Stay Metal
Luca Fiorini