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Human Awakening

TrackList
1. Cosmogenesis
2. Age of Aquarius
3. Welcome to decadence
4. Harbingers of Doom
5. Human Awakening
KERNEL GENERATION - Human Awakening
(2014 - Autoprodotto)voto: 9/10
Da Cuneo, i Kernel Generation si presentano come duetto ispirato ai grandi maestri della “old school Thrash Death e dell’evoluzione Industrial/Prog del presente”. Ora, “Human Awakening” dovrebbe a questo punto essere un qualcosa di molto aggressivo, pesante, diretto e pieno.
Il lavoro di Luciano (Chitarra, basso, synth, voce) e Sanna (Batteria, testi) si rivela completamente al di fuori di questa deduzione; c’è da dire, che tale è una deduzione che lascia il tempo che trova, un embrione d’idea generale formatosi leggendo una lista di nomi noti, rievocando determinati suoni e cercando di combinarli.
Sebbene le ispirazioni del duo cuneese siano innegabili e ci siamo tutte, ciò che ci viene presentato è un capolavoro moderno di musica descrittiva e visiva. “Human Awakening” racconta il rapporto dell’umanità con la realtà “post-moderna”: quello scontrarsi del lato più sensibile e naturale dell’uomo con le sue stesse creazioni, sociali e tecnologiche, e “le sensazioni, paure, sogni, disuguaglianze sociali” che ne derivano. I Kernel Generation non scelgono di certo un argomento poco discusso soprattutto nell’ambiente dell’Industrial Metal, ma l’esecuzione ed il prodotto da loro concepito e composto sicuramente è innegabilmente unico.
L’EP di 5 tracce prevede un viaggio senza sosta né interruzioni, che parte dalle prime strumentali “Cosmogenesis”, quasi un’intro, ed “Age of Aquarius” carica di musica e di violenza, per aprire le porte alla voce “umana” con il parlato di “Welcome to Decadence”. I testi di Sanna sono una parte essenziale della musica, che, al costo di ripetermi, definirò ancora una volta descrittiva di questo gruppo. L’intero processo di questo EP potrebbe ben essere racchiuso in un unico corto cinematografico, tanta la densità di atmosfera, cambi di scena, e significati. Gli strumenti e la composizione degli stessi si rivela curata nel dettaglio, con ottime alternanze tra le parti ambientale/elettronica, prog ed industrial/death e strutture atipiche, che devono molto alle composizioni tanto prog quanto di cinematografia.
Dopo che il discorso introduttivo parlato lascia il posto alla sua controparte musicale in “Welcome to Decadence”, quest’ultima sfuma da sintetizzatori a tastiere eteree ad apertura di “Harbringers of Doom”. L’atmosfera si fa misteriosa, d’attesa, con l’amplificarsi di pathos e di misticità grazie alle chitarre, fino a sfociare in un pieno regime metal. “Harbringers of Doom” presenta un cantato misterioso e meccanico nel verso, con un coro melodioso ed aperto; è il climax del nostro viaggio nell’”Human Awakening”, dove l’ascoltatore e l’animo umano sono persi, senza via, senza sicurezze. Un blocco narrativo a cui toccherà alla title-track ed ultima in playlist “Human Awakening” sciogliere. Per la prima volta, anche se per pochi attimi, cala il silenzio, c’è una vera interruzione della musica: resta solo il suono sempre più oppressivo d’una campana, con un ripresentarsi elettronico progressivo, preannunciando un rientro veloce, aggressivo e sinfonico. Gli elementi sono portati al loro massimo in quest’ultima composizione dove tutto deve risolversi, ed i 10 minuti del brano sono carichi d’energia e di chaos narrativo.
Il cantato, coincidente al rallentarsi musicale, è doloroso, pieno di speranza tradita, di voglia di ribalta nei momenti più carichi del ritornello, di perseveranza tipica del genere umano. La piccola porzione di growl oltre a collocarsi con perfezione nel continuum è ben eseguita e caratterizzata.
Il viaggio in questo EP termina con il ripetersi di “what may be is out of my control”, ma i Kernel Generation sono pronti a continuare il loro lavoro d’indagine dell’uomo post-moderno ed il suo misticismo, con il disco ufficiale di dieci tracce inedite in uscita a Marzo 2015.
Marian Hevein