Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Molotov

TrackList
01. Subversive Nausea
02. Remote of Death
03. Apocalypse of Pain
04. High Speed Bangers
05. Lying Until the End
06. Falling into Slavery
07. Slave of Lust
08. Sparkling Splatter
09. Nemesis, The Death Star
10. Turned to Ashes (Nothing Stands Still)
BURNING NITRUM - Molotov
(2014 - Punishment 18 Records)voto: 8/10
Signori e signore amanti del Metal, oggi recensirò i Burning Nitrum, gruppo thrash metal di Bari che pubblica il suo primissimo full lenght dal nome semplice e quanto mai esplicativo: “Molotov”, che nome grezzo...mi piace!
Non è assolutamente solo il nome ad essere aggressivo in questo album bensì il sound tutto, verte sulle peculiarità più old school thrash che vi possano venire in mente. Dite un nome, uno qualsiasi: Slayer? C’è! Megadeth? C’è! Metallica? Pure! Sono solo tre delle band che sicuramente hanno contribuito all’edificazione del modo di suonare di questi ragazzi di Bari. Quindi il messaggio massimo di “Molotov” è cristallino già dopo la intro “Subversive Nausea”, che non mi fa altro che presupporre che al termine di quest’ultima verrò schiaffeggiato a piene mani dalla canzone in arrivo. Ed è esattamente quello che succede, “Remote of Death” è una cazzo di canzone cazzuta (detta anche CdCC). Veloce, tecnica e mi fa apprezzare fin da subito la voce di Davide Cillo: thrash quanto basta e con sufficiente personalità.
Susseguono “Apocalypse Of Pain”, “High Speed Bangers” e “Lying Until The End” che posso tranquillamente riassumere in, senza sminuimenti alcuni, thrash puro e semplice. Proseguendo nell’ascolto del disco trovo quella che secondo me è la vera chicca confezionata dalla band: il duo concatenato “Falling Into Slavery/Slave Of Dust”. La prima melodica, cupa, dalle atmosfere intime e solo velatamente incazzata fa da trampolino di lancio a una canzone secondo me completa: “Slave Of Dust”. Qui ho trovato tutto: ottimi assoli di chitarra e basso, una intro che prenderebbe a cazzotti Mille Petrozza dopo una multa per divieto di sosta e un buon groove.
Se non fosse bastata la dose di thrash, arriva “Sparkling Splatter” a metterci un rinforzino. Ancora una volta una canzone semplice ed efficace.
Arrivato al nono pezzo con “Nemesis, The Death Star” le mie voglie sono soddisfatte: un pezzo strumentale. Era da tempo che non recensivo un gruppo che proponesse un pezzo strumentale, certo non è mai un brano semplice da proporre, ci vuole bravura nel confezionare un sette/otto minuti di qualcosa di convincete e che non tendesse allo smaronamento totale dopo un paio di minuti di ascolto, ma i Burning Nitrum ne sono stati in grado, svolgendo questo difficile compito in modo egregio. Mi sento di non tirare in causa nessun componente specifico, mi sento di elogiare la preparazione musicale e il gusto di Walter Lanotte, Francesco Vivarelli, Angelo Fiore e Dario D'Ambrosio in egual modo, bravi.
Il disco chiude con “Turned To Ashes (Nothing Stand Still)”, un altra iniezione di nudo e crudo thrash senza troppi fronzoli. I Burning Nitrum, dopo quasi cinquanta minuti di riffoni sparati a “centordici bpm”, hanno ancora voglia di picchiare forte e mi lasciano con le orecchie tese a quel tititita tititita di scuola “Lombardo” e il cuore che batte forte.
Concludendo direi che l’impressione che mi hanno fatto i Burning Nitrum è sicuramente più che positiva. Mi sono bevuto l’album che è un piacere, i ragazzi sanno suonare e non lo mandano di certo a dire. Sono sicuro che, con la dovuta dedizione e perseveranza, possono ancora migliorare in special modo la voce che mi è piaciuta particolarmente e che se fosse più incazzata alle mie orecchie suonerebbe più bella di quello che già è. Ottimo anche l’artwork utilizzato per la copertina, molto “megadethiano” e genuino nel rappresentare un bel momento “pesante”.
Non mi resta che augurare ai Burning Nitrum un in bocca al lupo per il loro futuro e a voi amici lettori un buon ascolto e di trovarne un'interpretazione vostra al disco.
Long life to Metal
Luca Fiorini