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Where Mountains Pierce The Nightsky

TrackList
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The Crystal Pathway
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Crystal
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As The Moon Painted Her Grief (part 1)
Chiral:
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Everblack Fields Of Nightside
HaatE:
HAATE, CHIRAL - Where Mountains Pierce The Nightsky
(2014 - Sixsixsix Music)voto: 7/10
Interessante split tra due oscure one-man band provenienti dal panorama underground italiano: i Chiral avevo avuto modo di conoscerli recentemente, recensendone l'ep 'Abisso'; gli HaatE invece rappresentano per me una novità, anche se questo non è il loro primo lavoro.
Iniziamo proprio da HaatE, che monopolizza il lato A di questo split con tre brani per un totale di circa mezzora. La musica di questo progetto è un piacevolissimo dark ambient cosmico, una specie di rivisitazione dei Lustre in cui la componente (post) black è ulteriormente ridotta in favore di divagazioni oniriche, atmosfere surreali che ti danno l'impressione di fluttuare in un tappetto di suoni provenienti dallo spazio profondo. Due dei brani provengono dall'ultima uscita della band: 'As The Moon Painted Her Grief (part 1)', oscura e misteriosa, e 'Crystal', delirio sonoro che costituisce a mio avviso il piatto forte con i suoi suoni tremolanti, sognanti, talvolta martellanti ma sempre caldi e avvolgenti. Lo stile dell'inedito 'The Crystal Pathway' è a conti fatti un misto tra le due, con qualche elemento black in più che ne aumenta l'alone mistico.
Chiral si guadagna invece spazio proponendo venti minuti in un solo brano, 'Everblack Fields Of Nightside'. Atmosferico anch'esso nella parte iniziale, ma ben presto è il black metal a prendere il sopravvento: un black metal di quelli tradizionali, scarni e diretti, con la chitarra che parte da sola a dettare il riffing, poi il drumming che si inserisce a creare un tappeto incalzante, e infine lo screaming a condire il tutto. Ma nell'arco del brano ci sono delle divagazioni che riportano anche Chiral a una dimensione maggiormente atmosferica e melodica; senza considerare poi i quattro minuti di vago rumore bianco in coda.
HaatE e Chiral sembrano a conti fatti due facce della stessa medaglia. Entrambi provengono infatti dallo stesso macro-panorama, quello del black-ambient, ma da questo ciascuno ha ereditato una delle due componenti principali, mantenendo traccia dell'altra solo in qualche vaga reminiscenza che a conti fatti è ciò che fa da filo conduttore a questo lavoro. Un po' come bianco e nero che, scissi in tempi antichi, decidono di riunire temporaneamente le loro anime per donare nuovamente al mondo un po' di grigiore, in una notte oscura che non è poi affatto male. Ma anzi, ha il suo fascino.
Francesco Salvatori