Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Opus 0 - 1000 Compasses

LANDSCAPE OF ZEROES - Opus 0 - 1000 Compasses
(2014 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Band molto giovane, formatasi nel 2011 in quel di Milano, i Landscape of Zeroes (L.o.Z, come si firmano spesso loro stessi) sono forse la realtà più complessa che mi sia mai capitato di descrivere.
Partiamo dai complimenti: intanto, bravissimi perché hanno inviato i testi assieme ai brani. Potrà sembrare un dettaglio da nulla, ma personalmente apprezzo molto la completezza del materiale. Bravi perché, pur essendo agli esordi, dimostrano di possedere qualità tecniche notevoli e un bel talento da sviluppare. Bravi, perché hanno comunque aspettato prima di dare alle stampe il loro lavoro, senza lasciarsi tentare dall’impazienza di vedersi pubblicati appena nati. Bravi, perché non so quanto sia stato immediato per loro amalgamarsi fino a formare un gruppo; hanno estrazioni musicali talmente diverse l’uno dall’altro che mi piacerebbe davvero sapere come abbiano fatto a non scannarsi durante la composizione dei pezzi.
Come raccontare i loro due EP? Questo è un bel problema. I Landascape of Zeroes definiscono il loro genere “Experimental Metal”; giustamente, direi, perché se non sono sperimentali loro allora non saprei davvero chi possa esserlo. Hanno dato vita a una miscellanea di prog, jazz e fusion tale da far girare la testa. Nell’arco dello stesso brano si alternano di continuo le voci tendenti al metal delle chitarre e le melodie acciottolanti del piano, passando attraverso una batteria schizofrenica che ora è rock e un attimo dopo è jazz. L’effetto al primo ascolto è spiazzante; più di una volta mi è venuto da controllare lo schermo del pc, temendo che il mio vecchio e scassato portatile avesse deciso per suo conto di saltare altrove nella libreria degli mp3. La voce segue un percorso parallelo, cambiando registro come le sonorità e le linee melodiche tutt’altro che uniformi. Ottima l’esecuzione e buona la qualità della registrazione, considerando l’autoproduzione, anche se forse è proprio la voce quella che ne paga maggiormente lo scotto, risaltando troppo poco rispetto alla componente strumentale. Difficile dire se sia un bene o un male, se sia voluto o meno, perché è difficile apprezzarla fino in fondo, nei pregi come nei difetti che pure, evidentemente ci sono. Continuando nell’ascolto lo stile della band si fa più comprensibile e diventa decisamente interessante e piacevole.
E’ forse più facile dire cosa i Landscape of Zeroes non sono: non sono metal, se non per brevi pennellate sparse qua e là, non sono pop, non sono neanche completamente rock. Sicuramente hanno tanto prog, ma rimane comunque ostico affermare che la loro produzione possa piacere al popolo del progressive. Ci ho pensato parecchio e sinceramente non riesco a individuare il pubblico più adatto per il lavoro di questi ragazzi. Eppure un pubblico se lo meritano, di sicuro. Ecco, questo magari potrebbe essere per loro uno spunto di riflessione: forse dovrebbero individuare un fruitore privilegiato della loro musica e dovrebbero imboccare quella direzione in maniera più diretta, pur senza rinunciare alle loro origini e alla loro preziosa cultura musicale. Per gruppi meno eterogenei questa è sicuramente un’impresa più semplice, ma sono certa che loro abbiano tutte le qualità necessarie per riuscirci. Quindi… Continuate a lavorarci su con la stessa passione e in bocca al lupo!
Ella May