Seconda tappa dell'ambizioso progetto 'The Six Elements' degli avant-garde blacksters Dawn Of A Dark Age, dopo 'Earth' è il turno di 'Water'. Cambiano alcune cose rispetto al capitolo precedente, in primis segnalo la partecipazione di un violista e violinista a cui saranno lasciati ampi spazi nelle (numerose) partiture folk.

Il disco parte molto bene con 'Intro/The Gates Of Hell (In The Deepest Dark Abyss)': traccia strana, soffusa e molto atmosferica nella parte iniziale, cresce gradualmente diventando quasi epica fino a guidarci nel nucleo di questo lavoro. Da lì in poi, però, il disco inizia a essere un po' altalenante. Apprezzo il riffing, non eccessivamente elaborato ma di sicura presa, mi convincono meno invece le linee vocali più gutturali. Per quel che riguarda le partiture di viola/violino, di per sé sono molto belle ma talora si ha l'impressione che, guardando all'economia del disco, avrebbero potuto essere strutturate diversamente.

'Waters' comunque è un prodotto che si lascia ascoltare: certo, può risultare spigoloso per alcune scelte di stampo sperimentale (ammesso che questa parola voglia ancora dire qualcosa…) che rendono più complicata l'assimilazione. Ma alla fine ha varie idee che se sviluppate nel modo giusto possono rivelarsi interessanti. Sufficienza piena.

Francesco Salvatori