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Inusto

TrackList
- Kanchenjunga
- Flame in Chalice
- Sacred Signs
- The Calling One
- Reveal
- Burning of Darkness
- The Spark of Life and Death
- Under the Earth
- Lower than the Depths
- Silvery Realm
- Path to the Shambhala
- When the East is Aflame
- The Beggar
- Chintamani
- Treasure of the Mountains
WILL'O'WISP - Inusto
(2015 - Nadir Music)voto: 8/10
Formatisi agli inizi degli anni 90, dopo le prime pubblicazioni, trascorso un periodo di silenzio e una rilevante rivoluzione della lineup; i Will’O’Wisp tornano a lasciare il segno dopo il valido album “Kosmo” del 2012. La band ligure torna in pista con un altro lavoro completo e complesso dal titolo “Inusto” nuovamente per Nadir Music.
Concept a 360° sull’opera del pittore, antropologo e poeta russo Nikolaj Konstantinovič Roerich espresso con la musica (technical-progerssive Death Metal) e con la spiccata personalità dei Will’O’Wisp.
Ammetto di non conoscere sufficientemente Roerich e di essermi documentato in merito, ma la copia che ho avuto da recensire era purtroppo povera di note e di informazioni.
Sicuramente è riduttivo circoscrivere al solo tema lirico la concettualità di “Inusto” che si presenta realmente come ampia digressione artistica ed emozionale. La componente progressive ed eclettica, che contraddistingue il sound dei Will’O’Wisp permane e tracima fuori dalla mera composizione influenzando suoni, strumenti, arrangiamenti e molto altro. Per la verità le composizioni non sono nemmeno troppo stravaganti per tempi e misure musicali, lo sono i brani in sè perché volti a trasmettere con immediatezza la loro visione artistica, o nello specifico la visione di Roerich a cui il disco si ispira.
Nonostante le 15 tracce presenti, i pezzi risultano efficaci e spesso brevi, il tutto condito da orchestrazioni funzionali ai vari momenti. La stessa “Flame in Chalice” dopo l’introduzione di “Kanchenjunga” è una roboante sferzata che tratteggia un episodio di estrema bellezza rilasciando al contempo un senso di compiutezza e consapevolezza (la stessa che hanno i Will’O’Wisp nei loro mezzi). Mezzi che variano in maniera eclettica per tratteggiare composizioni e momenti dal forte valore emozionale: i cori femminili e l’evocativa lead finale di “Sacred Signs” o l’incontro tra sonorità moderniste e le divagazioni acustiche si “The Calling One” il tutto condito con la matrice death che ha sempre contraddistinto il sound dei Will’O’Wisp. E’ forse più complesso descrivere dettagliatamente questo album che non acquistarlo e dedicargli molti ascolti, questo è il mio suggerimento! D’altro canto mi pare doveroso anche portare in evidenza anche gli aspetti che ritengo “migliorabili” o che quantomeno non incontrano pienamente il mio gusto personale. La produzione sonora, seppur di buon livello, ricorda forse troppo da vicino i Sadist; la mano di Tommy Talamanca ha impresso forti luci ma anche qualche ombra. La spiccata personalità della band emerge per mille ragioni ed una produzione più autoctona avrebbe sicuramente giovato.
“Inusto” rimane in ogni caso un lavoro eccellente che i suoi momenti migliori in brani come “The Spark of Life and Death”, la riceca della mitica Shambhala e al monarca sovrumano “Re del Mondo”, frutto del prolifico viaggio di Roerich nell’Asia Centrale (“Path to Shambhala”), senza nulla togliere alle altre canzoni compresi i momenti strumentali. L’album si chiude con la poetica strumentale “Treasure of the Mountains”, che arrivando a lambire la musica da camera rimane in bilico tra sogno e coscienza di vita (particolare lo scoppiettio del fuoco che l’accompagna, forse un po’ troppo invasivo ma di effetto).
Non stiamo valutando la storia di una band i cambiamenti di direzione o dei componenti che si sono avvicendati ma un lavoro assolutamente ispirato e denso di contenuti, un progetto artistico a tutto tondo senza limitazioni di sorta. Trovo che “Inusto” sia veramente un ottimo album consigliato a chiunque voglia intraprendere con i Will’O’Wisp questo mirabolante viaggio. Da avere!!
//// Fourarms