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Dirty Italian Job

TrackList
01. There Is A Reason For Everything
02. Back To The Real Life
03. Shoreline
04. Nothing But You
05. Devil’s Got My Number
06. Bad Love (Eric Clapton’s cover)
07. Second Hand Love
08. Time For The Letting Go
09. Right Now
10. You Can Run (Original version)
11. Rock Steady
12. All Over Again
HUNGRYHEART - Dirty Italian Job
(2015 - Tanzan Music)voto: 8.5/10
Per la prima volta sulle nostre pagine, ma già al terzo lavoro ufficiale, gli Hungryheart ci propongono un gran disco! Attivi dal 1997 da un'idea del cantante Josh Zighetti e del chitarrista Mario Percudani solo nel 2008 arrivano al primo album omonimo, che viene replicato nel 2010 da 'One Ticket To Paradise', nel frattempo condividono il palco con leggende dell'hard rock melodico come House of Lords, Mitch Malloy, Issa e molti altri.
Prodotto dallo stesso Percudani l'album è stato registrato e mixato da Mario e Daniele Mandelli presso il Tanzan Music Studio e masterizzato da Brad Vance (Foreigner, Mr. Big ecc..) presso il Red Mastering Studio (California USA). Il booklet è completo di tutti i testi, troviamo come special guest Alessandro Del Vecchio alle keybords dei brani 1, 4,6 e 8, Paolo Apollo Negri alle keybords dei brani 2, 7 e 10 e infine Giulio Garghentini backing vocals nel brano 8.
Hard rock melodico che spesso sfocia nel puro AOR è quello che fuoriesce da questo 'Dirty Italian Job', Josh è un cantante carico di carisma che in alcuni momenti mi ricorda il buon Bryan Adams, tutti i brani sono di qualità eccelsa, senza mai cadere nella banalità, casomai verrebbe da chiedersi come una band così valida sia conosciuta a pochi, ma questi si sa sono i misteri del calderone musicale italiano che porta avanti solo musica inutile e pseudo artisti che di questa parola hanno ben poco.
Sottolineo che è presente la cover di 'Bad Love' di Eric Clapton eseguita con potenza e destrezza stravolgendone il lato blues che viene trasformato in bruciante hard rock. Tra i brani che dopo pochi ascolti spiccano, anche se nel complesso andrebbero citati tutti, ci sono la bellissima 'Shoreline' di cui è uscito anche il video pezzo questo che farebbe sfracelli se venisse magari dalla scandinavia invece che da Lodi, ma cosa possiamo farci, siamo musicalmente un popolo ottuso e allora andiamo avanti così. Bella la ballata semiacustica 'Nothing But You', con le sue venature blues e la calda voce di Josh sugli scudi, venature blues che danno il tocco di classe a 'Devil's Got My Number' che mi consente di elogiare il batterista Paolo Botteschi e il nuovo bassista Stefano Scola.
L'americaneggiante 'Time For The Letting Go' ha il piglio del brano immortale, qui le tastiere hanno un ruolo meno marginale che non negli altri brani, eleganza e classe distinguono tutto ciò che viene prodotto in questo album, su 'Right Now' ci sono linee di basso fantastiche ad esempio, ma è il complesso delle composizioni che è su livelli altissimi. Mi dispiace non aver conosciuto prima la band ma cercherò di rifarmi.
Anche il finale è di alta qualità con l'incandescente 'Rock Steady' che corona alla grande la riuscita di questo 'Dirty Italian Job' che penso entrerà di diritto nella mia top ten del 2015 e con la conclusiva 'All Over Again' che ci riporta ai magnifici anni '80 del melodic rock americano.
Insieme ai Myland gli Hungryheart sono quanto di meglio l'Italia possa offrire al mercato internazionale in un genere, l'hard rock melodico, nel quale eccelliamo senza alcun dubbio, cerchiamo ora di creare un seguito degno di tal nome e di tali band. Hungryheart un nome, una garanzia!
Klaus Petrovic