Dietro i siculi Fabula Noctis, formatisi nel 2013, non si cela altro che un duo costituito dal compositore Manuel Scarano, e dalla soprano Giuliana Consiglio. Con questo loro primo lavoro, l’ep  ‘The Conspiracy of a Dark Soul’, i nostri ci propongono un metal sinfonico con richiami al classico, al progressive e al gothic, per un totale di cinque pezzi. Il disco è stato rilasciato sotto l’etichetta Circuiti Sonori.

Bene, andiamo subito a cominciare!

‘Overture (Storytelling)’ è una scorrevole intro dai suoni orchestrali che mette in risalto il lato sinfonico e classicheggiante, per un’apertura preparatoria al primo brano cantato, ‘What I Have To Tell You’, ove fanno capolino anche le distorsioni, e che può vantare una struttura mai ripetitiva e allo stesso tempo melodica, agevolata anche dal cantato leggero di Giuliana e da una chitarra che sa imprimere sia la giusta scarica di adrenalina, sia ricreare atmosfere più riflessive, dove necessario. Giunge inaspettata ‘The Old Minstrel’ , quieta ballata dai richiami celtici, una buona parentesi che coglie impreparato l’ascoltatore. E’ ora di scena la title track, ‘The Conspiracy Of A Dark Soul’, che si presenta come il pezzo più lungo. Il brano, contornato da sonorità malinconiche, si pone anche come la traccia più dura e movimentata dell’intero pacchetto, tra cori che mi hanno ricordato i primi Epica, e un incedere legato  a sonorità gothic e symphonic metal.  Un po’ troppo sparato, quasi indesiderato, l’assolo di chitarra che parte poco prima della chiusura. A chiudere è una traccia cantata interamente in italiano, ‘Resta Qui’, forte di un buon impatto drammatico nel cantato, che vede anche la partecipazione di Scarano, che duetta assieme alla collega con la sua voce tenorile. Una buona chiusura che fa particolare leva sulle parole.

Tiriamo ora le somme…’The Conspiracy Of A Dark Soul’ si rivela, dunque, un disco tinto di un’aura oscura e malinconica, e che fa molta leva sull’impatto orchestrale ed il cantato. Un  lavoro interessante, composto con gusto ed interpretato degnamente, e che certo non dispiacerà agli amanti del symphonic gothic metal. 

Francesco Longo