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Chasing Chimera

ETERNAL SILENCE - Chasing Chimera
(2015 - Underground Symphony Records)voto: 8/10
Gli Eternal Silence sono un quintetto di Varese, fondati nel 2008 da Marika (voce) ed Alberto (chitarra, voce). L’album che andremo oggi ad ascoltare è “Chasing Chimera”, secondo lavoro discografico dei nostri ragazzi, seguito di “Raw Poetry” del 2013, entrambi seguiti dalla Underground Symphony Records.
“Chasing Chimera” ed, in generale, gli Eternal Silence, si configura come un Symphonic Gothic Metal vecchio stampo, sprovvisto degli adorni e delle elaborate strategie moderne del genere. In effetti, “Chasing Chimera” ci riporta indietro nel tempo ad una musica più semplice ed, in un certo senso, “primitiva”.
Grandi sono i richiami al power metal più fiabesco e meraviglioso, ed, infatti, la musica degli Eternal Silence si configura come un ottimo connubio trai due generi, l’anello mancante nelle similarità che spesso si riscontrano nell’ascolto delle pietre miliari symphonic e power.
I testi e gli arrangiamenti degli Eternal Silence sono molto personali e particolari, lasciano il segno collocandoli in una posizione anomala all’interno del panorama di riferimento, trapelando la loro passione e forte personalità e voglia di fare.
Purtroppo, l’album pecca di una produzione che lascia molto in secondo piano la sezione ritmica, non fornendone la potenza e la presenza necessarie a riempire l’ambiente sonoro e creare quel complesso caldo e pieno su cui possono poi configurarsi le molte chitarre, voci, ed orchestre presenti nell’arrangiamento.
Un'altra pecca di un prodotto altrimenti molto favorevole e molto originale nella sua composizione “classica” è, invece, la pronuncia. Ho riscontrato, anche in passato, con altri gruppi, quanto possa cambiare il giudizio di un prodotto su questo fattore. La pronuncia è insicura, a volte imperfetta, difficile alla comprensione, e riduce di spessore lo sforzo vocale rendendolo molto più artificiale e meno morbido all’orecchio.
Le doti non mancano di certo e questo è facilmente intuibile e captabile dall’ascolto; tuttavia, cimentandosi un qualche brano in lingua madre, si riuscirebbe sicuramente ad elevare il livello totale del brano e del prodotto discografico, utilizzando con tranquillità le proprie abilità senza la paura e lo sforzo necessario per dedicarsi ad un canto non natio. La differenza, in questi casi, è molta e può cambiare di gran lunga il risultato finale del giudizio dell’ascoltatore.
Gli Eternal Silence forniscono con “Chasing Chimera” un ottimo ascolto che porta a ripensare ai giorni dei White Skull e dei primi esperimenti musicali di power e symphonic, ma i ragazzi devono lavorare sodo per poter raggiungere i risultati ottimi a cui possono sicuramente arrivare e, altrettanto sicuramente, aspirano.
Mi aspetto un futuro lavoro dove queste imperfezioni siano risolte con maggiore impegno e piccole accortezze e che sarà, sicuramente, un disco di spessore e da ricordare!
Marian Hevein