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TrackList
- Nebula
- Eden
- Kern
- Creature
- Invisibile
- Haxo
- Amnesia
- Lumen
- Notturno
AUSTRALASIA - Notturno
(2015 - Apocalyptic Witchcraft Recordings)voto: 7/10
C'è un tocco di Planning For Burial nel nuovo album degli Australasia. Il loro post rock si avventura su lidi precedentemente sconosciuti alla morbida proposta dei nostri, mantenendone intatte le caratteristiche essenziali ma arricchendole con nuovi elementi in grado di far risultare il tutto un po' più colorato.
È delizioso il primo contatto con questo nuovo disco. 'Eden' è una di quelle tracce che ti restano impresse fin da subito: intensa, sognante, velatamente malinconica. C'è un retrogusto alla Planning For Burial, e in generale un'impronta a cavallo tra shoegaze e post metal che a conti fatti è la vera caratteristica di tutto 'Notturno'. E così si va avanti, con una proposta che ricorda un Alcest in veste strumentale anche nella successiva 'Kern'.
Se 'Creature' torna su lidi più consoni alla band, 'Invisibile' è un'altra piacevole sorpresa. Unico brano ad avere un cantato (se non consideriamo un breve parlato su 'Amnesia'), va a stabilizzarsi su una linea ripetitiva psichedelica, di quelle che ti tengono sulle spine nell'attesa che succeda qualcosa: e infatti qualcosa succede, entra la voce e da sola fa esplodere il pezzo.
Quando le sonorità si fanno più soft gli Australasia si scoprono improvvisamente ipnotici. Questo lato lo incontriamo con 'Haxo', una specie di intermezzo esteso, e quasi subito dopo si fa il bis con la parte iniziale di 'Lumen', una soffusa musica atmosferica che richiama le note tremolanti di 'Red Birds Will Fly Out of the East and Destroy Paris in a Night' dei mai troppo omaggiati Coil.
Ormai gli Australasia non sono più solo una promessa. Con 'Nottutno' confermano quanto di buono avevano già fatto vedere col precedente 'Vertebra', mostrandosi inoltre capaci di rimanere fedeli a se stessi senza per questo fossilizzarsi su un'unica impronta stilistica, bensì lasciando la propria curiosità musicale libera di galoppare. E chi sa che questa un giorno non finisca per scoprire una nuova America.
Francesco Salvatori