Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Gateway To Oblivion

BREATH TO DIE - Gateway To Oblivion
(2015 - The Crowns Studio)voto: 6/10
I Breath To Die, recentemente chiamatisi Drowning Thy Issues, sono una giovane band bellunese nata nel marzo del 2013. Alla fine dello stesso anno danno vita al loro primo EP dal titolo “In Your Face”.
Dopo alcuni cambi di line up, la band giunge nel 2015 al suo primo full lenght dal titolo “Gateway To Oblivion”.
Il sound proposto dalla band è un Metalcore potente e melodico, impreziosito da interventi eletronici con le tastiere.
La band da prova di avere tutte le carte in regola per fare bene, si denota una buona tecnica e una buona dote compositiva, tuttavia l’album non riesce a decollare rimanendo un po’ anonimo.
(Non ho trovato, infatti, dei pezzi che risaltassero o mi coinvolgessero particolarmente, ed è una cosa che mi succede di rado all’ascolto di un intero album).
Dopo l’intro strumentale “Welcome To Oblivion”, i ragazzi partono in quarta con “Thoughts Of Insanity” e “Seven Sins”, pezzi veloci ed energici, in cui è in risalto la voce in growl; ai quali fanno seguito pezzi più pacati come “Wanna Feel Alive”, “Time To Shine” e “Happiness Is The Best Revenge”, nei quali trova più spazio la voce melodica in pulito.
Il gioco di alternare voce growl e voce pulita è presente in tutte le canzoni, anche se in maniera diversa; tuttavia sembra esserci troppo contrasto tra le due. Mentre il pulito è molto melodico, chiaro e orecchiabile, il growl è cupo, piatto, difficilmente si capiscono le parole, e alla lunga annoia.
A concludere l’album troviamo altri due pezzi molto aggressivi: “Breathe To Die” (forse il pezzo migliore) e “Rage”; e la cover di Lady Gaga “Just Dance” (sicuramente la più orecchiabile).
In conclusione: nel suo insieme questo “Gateway To Oblivion” scorre tranquillo e non è da buttare via, ma per fare il salto di qualità bisogna ancora migliorare e osare un po’ di più.
Lord Hate