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Along The Path

EPHYRA - Along The Path
(2015 - Bakerteam Records)voto: 7.5/10
Due anni fa ho avuto il piacere di recensire ‘Journey’ degli Ephyra, un debut album a tratti immaturo ma con ottime potenzialità, ed è proprio per questo che ho accettato volentieri di occuparmi anche del secondo lavoro della band di Como, in attività da ormai diversi anni.
Il gruppo si è stabilizzato su sonorità melodic death metal con fortissime influenze medievali e la loro seconda fatica in studio si intitola ‘Along the Path’, pubblicato appena una decina di giorni fa. La primissima cosa che ho notato è la somiglianza tematica tra le copertine dei due dischi, il che mi ha fatto intuire che ci potesse essere affinità anche tra i brani, ed in effetti non mi sono sbagliata: siamo di fronte alla naturale evoluzione di ‘Journey’ sotto ogni punto di vista, i suoni sono più curati ed bilanciati e tutti i membri della band sono carichi di energia positiva. A questo proposito, credo sia importante segnalare l’arrivo di Alessandra Biundo al basso, unico cambio di formazione rispetto al precedente album, così come la presenza di vari ospiti (Silvia Bonino dei Folkstone all’arpa e Lisy Stefanoni degli Evenoire al flauto). Non ci resta che incamminarci sul loro stesso path.
Innanzitutto, uno dei particolari che salta subito all’orecchio è la quasi totale assenza di influenze power, di cui invece ‘Journey’ era ricco, in favore di una vena decisamente più folk. Dopo ‘Melancholy Rise’, una breve intro strumentale, piombiamo immediatamente nel ‘Human Chaos’, in cui sono le voci congiunte di Nadia e Francesco a darci il benvenuto. Segue ‘All At Once’, con Davide Cicalese dei Furor Gallico in veste di special guest alla voce, il cui ritornello cattura facilmente l’ascoltatore e pone un fortissimo accento su influenze quali Finntroll, Ensiferum e, aggiungerei, Månegarm. Gran bel lavoro nei bridge, armonie davvero riuscitissime. ‘Cruel Day’ si mantiene sulla stessa linea, mentre ‘Flaming Tears’ è in generale più orientata verso il melodeath, a parte un paio di brevi intervalli.
Col sesto brano, ‘Hope’, riprendiamo fiato per quattro minuti immergendoci in atmosfere (grazie a Lisy Stefanoni) più acustiche e dolci, che ritroviamo in parte anche nella successiva ‘Last Night’. ‘Riding With The Sun’, dopo un’intro classicheggiante che ritroveremo anche al termine del brano e un attacco stile vagamente Insomnium si lancia nuovamente tra le braccia del melofolk (termine che non so nemmeno se esista ma pazienza) e ci regala un ritornello davvero bellissimo, che nomino qui e ora il mio preferito del disco. Il ritornello di ‘Land’s Calling’ è degno dei migliori colossi del folk, mentre il resto del brano oscilla continuamente tra la pesantezza degli strumenti e della voce di Francesco e il timbro pieno di Nadia.
Siamo ormai quasi giunti alla fine: il penultimo brano, ‘No Dream’, a parte alcuni punti che trovo poco convincenti, ci dimostra nuovamente la buona capacità di interazione tra le due voci, mentre la cartuccia conclusiva ‘Alive’, restando su melodie melodeath contornate da flauti, è la conferma della strada intrapresa dagli Ephyra.
‘Journey’ era un disco ancora acerbo sotto molti punti di vista ma, allo stesso tempo, presentava anche sperimentazioni maggiori; per così dire, osava di più. Il suo successore, invece, sceglie le influenze folk e le mantiene dall’inizio alla fine, restando su un territorio più “sicuro”, anche se a livello di suoni ed equalizzazione è decisamente superiore. La voce di entrambi i vocalist, poi, è più allenata, dimostrando che in questi due anni c’è sicuramente stata una crescita non indifferente. Come ripeto più o meno in tutte le mie recensioni, amo moltissimo le sperimentazioni ed apprezzo la presenza di contaminazioni diverse, ma non per questo mi sento di penalizzare ‘Along The Path’ per aver scelto di focalizzarsi su uno specifico tipo di sonorità in particolare. Per inserire generi diversi e mescolarli fra loro c’è sempre tempo, e al momento direi che il risultato finale raggiunto dagli Ephyra è più che soddisfacente. Bravissimi.
Elisa Mucciarelli