Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Wild Life

TrackList
- Under Control
- Heaven is
- Falling
- Wild Life
- Dreamin' on
- Electric
- Freedom
- Psycho Game
- Love's fake
JOHN DALLAS - Wild Life
(2016 - Street Symphonies Records )voto: 7.5/10
Scorrendo le note storiche allegate all'album scopriamo che John Dallas è in realtà il cantante bolognese Luca Stanzani, da tempo attivo nella scena rock della sua città natale. Le sue radici musicali affondano nei mostri sacri del rock, leggende quali Queen, Deep Purple e AC/DC e nella scena statunitense di fine anni '80, inizio '90, con particolare riferimento a band come Bon Jovi (da cui Stanzani trae John, la prima metà del suo nome d'arte, facendo poi riferimento alla serie TV Dallas per il cognome), Van Halen, Guns n' Roses e Dokken.
Dopo una serie di partecipazioni a varie band locali (Presidio, Afterlife, Red Burn) che si dedicavano principalmente a suonare cover, John Dallas decide di iniziare a scrivere e suonare la propria musica, entrando in studio come artista solista, accompagnato da una serie di guest musicians, per dare alla luce il suo primo album.
'Wild Life', frutto di questo lavoro, si presenta come un album chiaramente classificabile come hard rock, nel quale l'influenza delle band sopra citate è innegabile; tuttavia si possono riscontrare anche sonorità più moderne, in particolare nel taglio heavy del sound delle chitarre e negli assoli, piuttosto brevi ed incisivi, lontani dalle galoppate melodiche dei guitar hero Slash, Richie Sambora e George Lynch.
Degni di nota sono l'opener 'Under Control', contraddistinta da un bel ritornello cantabile e da un finale in cui le chitarre ricordano 'I believe' dei Bon Jovi (primo brano di 'Keep the Faith', per chi se lo fosse perso), 'Heaven is' in cui il riff più pesante e le atmosfere heavy si sposano ancora con un ritornello catchy che non vi lascerà indifferenti, la title track 'Wild Life' e 'Freedom', la ballad che non poteva mancare in un lavoro di questo genere. Quest'ultimo brano, aperto da un arpeggio acustico a metà tra 'Patience' e 'Only Women Bleed', dà ampio spazio alle doti vocali di John Dallas, fortemente rafforzate da un sapiente utilizzo di sovraincisioni e cori.
Una citazione a parte merita 'Psycho Game' che, se non inventa nulla, visto il riff chiaramente riconducibile ai Bon Jovi di 'Have a nice day', e la linea vocale in cui emerge il fantasma del miglior AXL Rose, risulta davvero riuscita, molto ben suonata e cantata e chiude al meglio l'album.
Insomma, un disco adatto agli amanti delle atmosfere stradaiole della Los Angeles del Rainbow, del Whisky a go-go e del Troubadour, con ampi rimandi a sonorità note e largamente apprezzate negli anni, tuttavia interpretate in maniera personale e con una grande passione da un cantante in grado di far valere le sue doti sia in senso melodico che più roco, accompagnato da una band sicuramente ben ispirata.
Alberto Trump