Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
V

TrackList
- Caesar's speech to the Senate
- The Legionary
- Kommander
- Non Omnis moriam
- One shot, one Kill
- Sins of the Nation
- Eye for an eye
- Days of Mourning
- War Red Skies
- Parasite
- Burnin' Pyres
- Burnin' Pyres (acoustic version)
CENTVRION - V
(2015 - SG Records)voto: 8/10
Dopo un lungo silenzio durato quasi dieci anni tornano i marchigiani Centvrion con un album chiaramente ispirato da tematiche classiche ed in particolare dalla storia romana, come già l'intro ('Caesar's speech to the Senate') fa presagire. I cinque sono autori di un puro heavy metal con venature a metà tra lo speed/thrash e il power metal di matrice teutonica di cui l'opener 'The Legionary' è un esempio quanto mai esplicito. Sotto questo aspetto è ampiamente sfruttata l'estensione vocale di Roberto Cenci, che si lancia in una performance da vero screamer. Anche la successiva 'Kommander', impreziosita da un velocissimo solo iniziale, viaggia sullo stesso piano. Basso e batteria creano un muro sonoro invalicabile sul quale le chitarre e la voce disegnano un brano immediato e di grandissimo impatto. In particolare, la scelta di sovrapporre più tracce di voce, rendono la prestazione di Cenci sempre più degna di nota, con rimandi ai Judas Priest e ai vocalizzi in falsetto di King Diamond.
Le influenze citate sono sempre presenti, come in 'Non Omnis Moriam', pezzo in cui la scuola di Helloween e Gamma Ray si fa sentire in maniera sensibile. E' un inno power, cadenzato dall'incedere martellante della batteria, dalle armonie a due chitarre e da acuti "gillaniani".
La successiva 'One Shot, One Kill' è invece di matrice priestiana, in particolare del periodo di Ripper Owens, un brano in cui il metal classico si fa estremo, con chitarre taglienti come rasoi e un drumming al limite del thrash; di certo non memorabile per originalità ma certamente di grande intensità.
Da qui in poi il disco scorre sugli stessi binari con brani come 'Sins of the Nation', 'Eye for An Eye' e 'War Red Skies'.
Uniche variazioni sul tema sono i due brani acustici 'Days of Mourning' e 'Burnin' Pyres'. Nel primo la voce di Roberto Cenci duetta con la chitarra acustica, esplorando tonalità più basse e calde, in linea con l'atmosfera più mesta del brano, una sorta di moderna 'Soldier of Fortune'. La seconda, invece, viene presentata in due versioni, una completamente acustica, ancora contraddistinta da tonalità più calme e cupe, ed un elettrica. Questa versione del brano, dopo un'intro arpeggiata, si lancia nell'ennesima cavalcata a rotta di collo, verso territori vicini alla produzione di un altro colosso del genere, gli inossidabili Manowar di Joey DeMaio.
Certamente un lavoro suonato in maniera impeccabile, altrettanto ben prodotto e destinato ad un pubblico di defender che altro non cercano nella musica che le sonorità classiche e l'aggressione sonora tipica dei giganti del genere, dai quali i Centvrion dimostrano di saper attingere a piene mani per poi produrre il loro sound. Manca forse quel poco originalità e di varietà in più che renderebbe i brani meno ripetitivi. Nel complesso comunque un bell'album di sano heavy metal senza fronzoli.
Alberto Trump