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Voices From The Ocean

TrackList
- Storm
- Endless Ocean
- The Abyss Of Knowledge
- July Rain
- Bleeding Path
- Son Of The Moon (A Moon Tale - Part IV)
- Farthest Dream
NORHOD - Voices From The Ocean
(2016 - WormholeDeath)voto: 7.5/10
A quasi tre anni di distanza, rieccoci alle prese con i toscani Norhod, band che ci propone un symphonic metal dalle forti tinte gotiche e dalle atmosfere spesso sfacciatamente power.
Notevole il salto di qualità rispetto al precedente “The Blazing Lily”. “Voices From The Ocean” infatti coinvolge maggiormente, pur non risultando del tutto scevro dai difetti che un genere abusato come il loro paga inevitabilmente come dazio. L 'alternanza di voci maschile/femminile, nell'ormai stucchevole binomio growl/soprano, le prevedibili atmosfere gotiche, unite al tiro eccessivamente power, rischiano infatti di oscurare gli spunti più originali dei Norhod. Fortunamente, o forse saggiamente, la band ha optato per un platter piuttosto breve, poco più di mezz'ora, che permette all'ascoltatore di apprezzare al meglio “Voices From The Ocean”.
Lasciata alle spalle la canonica intro strumentale “Storm”, l'album parte alla grande con il sound dirompente di “Endless Ocean”, track dal travolgente tiro power. A seguire, “The Abyss Of Knowledge” riprende il sound power del brano precedente anche grazie ad un refrain geniale e accattivante. Peccato però che in alcuni momenti si perda in atmosfere gotiche e death che sanno davvero troppo di dejà vu. Nel complesso resta comunque una track godibile. “July Rain” è invece una ballad malinconica, che tende però ad annoiare, soprattutto per la voce femminile che, seppur molto bella, non riesce davvero mai a staccarsi dal canone lamentoso e melenso del genere. “Bleeding Path” ci riporta su un tiro più aggressivo, con tinte che vanno dal death metal al power, senza disdegnare le sempre presenti atmosfere gotiche: davvero un pezzo ben orchestrato. L'altenanza di registri continua nella seguente “Son Of The Moon (A Moon Tale – Part IV)”, che ci accoglie con una bellissima melodia al pianoforte, per poi travolgerci con un sound potente che viaggia tra death, power e prog. “Farthest Dream” unisce invece il sound delle classiche cavalcate power ai toni decisamente epici delle due voci all'unisono. “Voices From The Ocean” si chiude infine con “Last Chant”, che ci riporta sulla terraferma trasportandoci sulle onde del mare e di una melodia dolce quanto ipnotica.
Tirando le somme, in un genere che a mio parere ha ormai dato tutto quello che poteva dare, i Norhod si distinguono per quel pizzico di originalità in più e soprattutto per la capacità di cavalcare sonorità diverse, pur mantenendosi coerenti ai canoni attesi. Abili ed eclettici, nulla da dire. Il mio augurio personale è che possano in futuro affrancarsi definitivamente dal pesante bagaglio dei clichè di moda per trovare una dimensione definitivamente loro.
Luy C.