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Sanctuary

HUMM - Sanctuary
(2015 - Autoprodotto)voto: 7/10
Un disco avvincente ma forse troppo lungo e per questo dilatato: è cosi che potrei sintetizzare 'Sancuary', nuovo lavoro degli Humm, il secondo sulla lunga distanza. Non che ci siano particolari cali di tensione o episodi sottotono, intendiamoci: ma restare vigili e attenti per quasi un'ora non è facilissimo, e si finisce inevitabilmente per perdere qualche dettaglio. E i dettagli sono importanti in un disco post black / post metal che si autodescrive come un viaggio nella mente e nell'anima.
Il disco parte aggressivo, con una serie di brani intensi animati da un sentore post-core che richiama velatamente i Mastodon. Poi a partire da 'And so she wanders' l'incedere cambia, i ritmi si fanno più dilatati e le atmosfere più intriganti e avviluppanti. Iniziano a trovare spazio lunghe divagazioni.
Uno dei brani più interessanti è sicuramente 'Engraved Stones', strumentale dall'incedere tremolante e dalle melodie soffuse e psichedeliche, come una foglia che in autunno vibra sotto le percussioni del vento prima di planare delicatamente a terra. Altrettanto valida la conclusiva 'Bird of prey', con i suoi dieci minuti di durata costantemente permeati da richiami che spaziano da Burzum ai Darkestrah (evidentissimi) ai Wyrd.
'Sanctuary', alla fine, è un lavoro con vari punti degni di nota. Come ulteriore punto di forza ha una varietà stilistica che non si traduce in disomogeneità, bensì dona dinamismo a una proposta che di dinamiche ha effettivamente necessità. Promossi.
Francesco Salvatori