Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Memory Of A Lifetime Journey

TrackList
- Sunshine's Not Too Far
- All I Left Behind
- Jerusalem
- Back At You
- Sleeping In My Dreams
- Long Road Home
- Requiem For A Prison
- Island In The Sun
- After All We've Been Missing
- Here Alone
ELEVENTH HOUR - Memory Of A Lifetime Journey
(2016 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
Prima release per i nostrani Eleventh Hour, idea che nasce inizialmente dalla mente del chitarrista Aldo Turini, nel 2014. Al nostro si aggiungeranno altri quattro musicisti (tra cui il vocalist Alessandro Del Vecchio, noto per la militanza negli Edge of Forever) che completano la formazione, e grazie ai cui sforzi viene anche alla luce questo lavoro, ‘Memory Of A Lifetime Journey’. Ho trovato molto carica di sentimento la copertina, che ritrae un signore anziano che cammina verso il sole calante, con una valigia da cui trasudano ricordi, foto, documenti.
Ah, il titolo vi preannuncia progressive metal? Non avete torto! I nostri propongono, infatti, un mix efficace di power/prog metal con chiari richiami al metal sinfonico e alla colonna sonora, per dieci tracce belle corpose, e che spesso e volentieri superano i cinque minuti. Il disco si apre subito con una buonissima pariglia: dopo un’intro dalle sfumature oniriche e quiete, l’opening ‘Sunshine’s Not Too Far’ parte con aggressività ed un ritornello semplice ma funzionale. Buone le parti d’assolo di chitarra e tastiera, che comunicano energia e adrenalina. ‘All I Left Behind’ unisce sapientemente la dura chitarra con una tastiera più soft ed un ritmo meno concitato, più riflessivo, ma non per questo meno spedito. Al solenne ritornello, fa successivamente in seguito un assolo ottimamente calzante con l’atmosfera creata dal brano. Mentre la scorrevole ‘Jerusalem’ gode di un degno intermezzo orchestrale, ‘Back To You’ propone sonorità da simil ballad, per una traccia melodica e certamente variegata dove è sicuramente molto importante l’apporto della poliedrica tastiera. Ma il premio come miglior ballad va certamente alla delicata ‘Sleeping In My Dreams’, traccia più orecchiabile che vede il vocalist duettare con la voce femminile del soprano Susanna Carboni, che sa essere tanto delicata quanto, all’occorrenza, decisa. ‘Island In The Sun’ propone un ritmo più duro e grezzo che non mi ha coinvolto particolarmente, ma che riesce ugualmente ad elevarsi con un ritornello bello “epico”, se mi si passa il termine. Dalle tinte malinconiche è la traccia conclusiva, ‘Here Alone’, dove Del Vecchio dà ancora una buona prova di sé, accompagnato da un’atmosfera più toccante, generata da archi, chitarra acustica e un crescendo, nel ritornello, sempre più evidente.
‘Memory Of A Lifetime Jurney’ si rivela, dunque, un disco assolutamente ben suonato e cantato, e che sa sfruttare come si deve anche le partiture “cinematografiche” citate nella biografia. I nostri, infine, riescono nell’intento di proporre varie atmosfere: oniriche, delicate, radiose, ma anche cupe, meste, e sicuramente gli amanti del genere sapranno apprezzare.
Francesco Longo