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Syntropy

DISPERSION - Syntropy
(2015 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Lo confesso, quando nella descrizione di una band leggo la definizione avant-garde parto un pochino prevenuto. Se fino a un paio di anni fa o poco più non vedevo l'ora di tuffarmi nell'ascolto, ansioso di imbattermi in soluzioni fuori dagli schemi, pian piano mi sono reso conto che questo termine spesso porta con sé idee discontinue, ruvide, a volte nemmeno troppo originali. Per questo motivo prima di esprimere un giudizio su 'Syntropy', concept album dei Dispersion incentrato sul rapporto tra uomo e natura, ho preferito prendermi tempo.
'Syntropy' si muove prevalentemente su terreni post-black collaudati, in cui gli elementi di rottura non sono poi così numerosi: c'è un tocco di drone in 'Hills Of Panagea', qualche tratto maggiormente spigoloso in qua e in la e, di contro, dei momenti più melodici che controbilanciano il tutto (talvolta anche spalmati sull'intero brano, come in 'Consequences', dolce e pacata); e infine un vago sentore dsmb nelle vocals (ad esempio in 'Earth Shrine'). Ne esce uno stile tutto sommato interessante, seppur purtroppo inframezzato da momenti in cui i nostri tendono a “perdersi”. Purtroppo, da 'Remorses' in poi, questi momenti diventano dominanti, e occorre aspettare la seconda metà della lunga 'Tides Of Ages' (quasi un quarto d'ora di brano) perché il disco torni a incidere.
La difficoltà principale dei concept album è trovare il giusto bilanciamento tra narrazione e musica: le due cose diventano inscindibili e si influenzano l'un l'altra in maniera circolare. In questo il lavoro dei Dispersion non può ancora dirsi completamente riuscito. Se in futuro la band saprà fare tesoro delle cose buone qua mostrate, limando al contempo i lati meno interessanti e riuscendo a convincere anche un recensore (ma prima ancora un ascoltatore) iper-critico come me, allora ne parleremo in tutt'altri toni.
Francesco Salvatori