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Never Say Never

MIDNIGHT SIN - Never Say Never
(2016 - Bakerteam Records)voto: 8/10
It's only rock n' roll!! Ma a noi piace sempre.
Soprattutto se chi lo suona lo fa nel pieno rispetto della formula che ha reso famoso questo genere ed i suoi innumerevoli derivati mescolando in giuste dosi attitudine, sudore, joie de vivre decadente e genuina indifferenza nei confronti delle proposte mainstream.
Come nel caso degli sleaze rocker Midnight Sin, un blend laziale per 3/4 viterbese ed 1/4 romano che della semplicità dura e pura ha fatto un vero e proprio credo stilistico riuscendo, in poco tempo, a dare un contributo credibile ad una scena (quella street rock italiana) che può vantare oggi una vera e propria identità qualitativa di assoluto rispetto anche grazie ad un pugno di band di ottimo livello come Hangarvain, Cream Pie, Hell in the Club e Speed Stroke, solo per citarne alcuni.
Questo cocktail fresco, ma ad alto tasso alcolico, si chiama 'Never say Never' (Bakerteam Records) ed è il nuovo lavoro in studio di questi peccatori autoreferenziali.
Gli ingredienti sono pochi, ma buoni: 2 brani inediti ed una cover di 'Satisfaction' dei maestri Stones.
Già L'esordio del 2014, 'Sex First' (Bakerteam Records), lasciava poco spazio all'immaginazione, a cominciare dal titolo, e ci consegnava un pugno di brani adrenalici e donnaioli, ma al contempo vicini, per gusto interpretativo e songwriting, alla prolifica scena svedese del nuovo millennio.
Questo nuovo step dal sapore interlocutorio (il nuovo album e' previsto per il marzo 2017) alza l'asticella e la band laziale mostra i denti e tira fuori gli artigli.
Tooth and Nails, insomma.
La title-track fa sfoggio di muscoli, allenati nella palestra degli Antigravity studios di Londra ed ha le carte in regola per far breccia nei cuori dei kidz devoti a Crashdiet ed Hardcore Superstar.
Il riffing affilato del chitarrista LeStar, la timbrica incisiva del vocalist Albert Fish ed i tempi serrati e compatti della sezione ritmica composta da Acey Guns al basso e da Danny Rake alla batteria sono la summa del perfetto brano sleaze che non avrebbe sfigurato, anni fa, nella discografia di mostri sacri come Love/Hate o Shotgun Messiah (quelli di 'Second Coming').
La levigata e compatta produzione Metal, pesante ma mai oppressiva, rappresenta la ciliegina sulla torta o, se preferite, la classica oliva affogata nel Martini.
La festa procede con la sguaiata 'Bj@job' che riprende, quasi in maniera recidiva, il discorso lasciato aperto da 'Sex First', gettando ulteriore benzina sul fuoco delle fantasie sessiste care all'iconografia tipica del genere.
A chiudere i giochi, una coraggiosa cover di 'Satisfaction' che potrebbe generare qualche polemica per la scarsa originalità che ha portato alla scelta del brano reinterpretato dal quartetto laziale in chiave metal. Ma se nessuno, all'epoca, se la e' sentita di tacciare di banalità la altrettanto dura interpretazione di 'Anarchy in the UK' coverizzata dalle teste di serie Motley Crue, allora anche su questo piccolo peccato di mezzanotte si può chiudere un occhio, evitare inutili purismi ed apprezzare il gesto.
I Midnight Sin ribadiscono con questo EP la vitalità del genere street rock italiano dimostrando che le produzioni tricolori non hanno nulla da invidiare a quelle straniere erroneamente ritenute più blasonate perché provenienti dall'erba del vicino.
Franco Brovelli



